L'appello di Angelina Miraglia per riaprire il caso di Federico Latteri, morto a Sant'Agata nel 2022 dopo uno scontro bici-auto
Servizio di Silvia De Domenico e Alessandra Serio
Federico Latteri è morto il 24 luglio 2022 all’ospedale di Sant’Agata Militello dopo lo scontro tra la sua bici e un’auto sul lungomare del centro nebroideo. Era uscito di casa presto per recarsi dal nipotino neonato. Nipote che crescerà senza averlo mai conosciuto. Per la Procura di Patti ha avuto un infarto subito prima dell’impatto con l’auto. Così un anno dopo è stata archiviata l’inchiesta sulla conducente che si è scontrata con il dipendente del Comune di Acquedolci.
L’indagine sull’incidente
L’esito dell’indagine della Procura di Patti si basa su due accertamenti chiave: la perizia tecnica sull’incidente affidata all’ingegnere Cucinotta, che conclude che l’auto ha invaso la carreggiata opposta, e la perizia medico legale del dottore Giovanni Andò, che parla di infarto. Il giudice per le indagini preliminari, accogliendo la richiesta di archiviazione della Procura, ha fatto cadere l’ipotesi di responsabilità per la conducente, difesa dall’avvocato Massimiliano Fabio. Per gli inquirenti e il giudice prevale l’accertamento medico e comunque un eventuale processo difficilmente approderebbe a condanna della conducente.
“Una conclusione inaccettabile”

Una conclusione che la moglie di Federico Latteri non può proprio accettare. L’uomo e Angelina Miraglia, stimata docente, madre di tre figli ormai grandi e giovanissima nonna, erano legati sin da ragazzini. Latteri era molto noto in zona sia per la sua attività professionale che per la passione per il ciclismo.
La battaglia per la verità
“Mio marito non ha mai avuto un infarto prima dell’incidente – dice la moglie – Non cerco “punizioni” per nessuno, ma queste conclusioni negano a me, ai miei figli e ai miei nipoti una verità doverosa. Non c’è traccia di infarto nelle analisi dell’ospedale di Sant’Agata dove è stato ricoverato. Federico era vigile e cosciente, dopo l’incidente, è stato quasi mezz’ora ad aspettare il 118 e anche i medici che erano lì presenti per caso e si sono fermati a dare aiuto non hanno riscontrato un infarto. Federico aveva ferite ovunque, una gamba rotta, è morto per le troppe ferite, non ha mai perso il controllo della bici per un infarto”.
“Quell’infarto non c’è”
Angelina ha scolpito nella memoria quel giorno come fosse oggi, quegli ultimi minuti con suo marito, sull’asfalto rovente del lungomare di Sant’Agata. E’ così sicura della sua tesi che, malgrado la prima richiesta di archiviazione, ha chiesto ai legali di riesaminare le carte. Gli avvocati Claudio Congedo e Giuseppe Greco si sono così accorti che l’analisi dei vetrini repertati durante l’autopsia era stata effettuata dal solo medico legale della Procura e non anche da un anatomopatologo, a loro giudizio professionista indispensabile per la corretta valutazione dei vetrini. E che a quell’esame la signora Miraglia non aveva potuto partecipare con i suoi consulenti.
Su richiesta dei legali, la Procura di Patti ha autorizzato la nuova analisi dei vetrini, sottoposti anche al professore Emiliano Maresi, indiscusso esperto in materia e consulente della famiglia Latteri. Il professore è stato chiaro: nei vetrini non c’è traccia di infarto, come aveva invece concluso il consulente della Procura.
Istanza in tutte le sedi
Anche alla luce di questo nuovo accertamento, la conclusione della magistratura pattese è la stessa: consulente della Procura e consulente di parte arrivano a tesi diverse rispetto all’analisi medica ma ciò non cambia il fatto che il giudizio processuale appare insostenibile, scrive in sostanza il giudice. No alla riapertura del caso, quindi.
E’ una decisione che ad Angelina proprio non va giù, e ora si prepara alla nuova battaglia su tutti i piani con il suoi legali. Nel video di Silvia De Domenico, le parole della moglie di Federico Latteri e l’intervento dei legali.
