Messina. Esami in presenza all'università: i chiarimenti del Rettore. VIDEO

Messina. Esami in presenza all’università: i chiarimenti del Rettore. VIDEO

Giulia Greco

Messina. Esami in presenza all’università: i chiarimenti del Rettore. VIDEO

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giovedì 06 Maggio 2021 - 15:53

Tutti i chiarimenti del Rettore prof. Salvatore Cuzzocrea riguardo gli esami in presenza. "Il Paese vuole ripartire, così anche l'Università"

Questa mattina, in seguito ai continui fraintendimenti trapelati nelle ultime ore, il Rettore dell’Ateneo peloritano prof. Salvatore Cuzzocrea, ha deciso di rispondere alle perplessità degli studenti, chiarendo quali saranno le misure che verranno prese per l’organizzazione degli esami in presenza dal mese di giugno.

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9 commenti

  1. Non c’è nulla da esultare: tornare all’università per dare esami è una scelta a dir poco scellerata. La popolazione studentesca è costituita principalmente da fuorisede, la stragrande maggioranza dei quali ha rescisso i contratti d’affitto già da mesi. Secondo voi uno studente dovrebbe alloggiare giorni e giorni in un B&B, visto che gli esami (che non si dovrebbero svolgere tutti accalcati come SEMPRE accade, N.B.) spesso si protraggono per giorni? Come se già non bastassero le stangate che la pandemia ha inflitto ai redditi dei nostri nuclei familiari. Per non parlare dei colleghi che vivono molto lontani da Messina, che dovrebbero comprare biglietti aerei da centinaia di € per solo un giorno d’esame!
    Ma, ancor peggio, secondo voi dovremmo viaggiare su treni, autobus e tram stipati all’inverosimile solo per raggiungere la città e sostenere un esame? Esporci al rischio di contrarre il virus e d’infettare le nostre famiglie (io, da studente di medicina, sarò anche vaccinato, ma ciò non toglie che possa fare tranquillamente da vettore per il virus, per non parlare della variante inglese che attualmente circola al policlinico)?
    La scelta dell’Ateneo è folle, puramente dettata dalla politica (una sorta di “celhodurismo” di coloro che vorrebbero così dimostrare che la Sicilia va alla grande – nascondendo sotto il tappeto dati su contagi e morti) e dall’economia (tutti i messinesi che vivono di rendita dagli affitti di camere per gli studenti, con una media di 200€ mensili a camera, staranno piangendo da mesi!)
    Dovremmo essere addirittura GIOIOSI? Ma vi siete fumati il cervello?
    Il mio disappunto è quello di altri SEIMILA studenti afferenti trasversalmente a tutti i dipartimenti dell’ateneo.
    Reclamiamo a gran voce che venga tutelato il nostro diritto allo studio. Non possiamo svenarci economicamente né rischiare di ammalarci e far ammalare i nostri cari solo per poter studiare!

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    1. Condivido pienamente. Va considerato che ci saranno studenti provenienti da zone rosse. Si potrebbe dare la possibilità di scegliere

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  2. l’università di messina deve essere chiusa

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  3. Caro Rettore, non tutti gli studenti universitari sono uguali come lei sembra dimenticare… gli studenti in medicina e altre facoltà similari sono stati vaccinati, anche gli iscritti ai primi anni, pur non frequentando cliniche o lezioni. Questa non mi sembra una differenza da poco. L’esperienza degli esami prenotati e contingentati risale già all’anno scorso quando si entrava a numeri ridotti in aula mentre coloro che attendevano restavano accalcati dietro le porte per evitare di non sentire L appello. E per finire le citerei L alzata d’ ingegno di qualche dicente che ha chiesto all’esaminando di togliere la mascherina in ambiente chiuso, forse temendo che potesse essere nascondiglio di chissà cosa. Mi piace infine rammentarle che dalle zone rosse ci si può spostare per necessità e L ‘esame rientrerebbe fra queste, ma ridurrebbe ulteriormente la sicurezza dei ragazzi. Fra questi, mi creda, c’è ne sono tanti che sono stati rispettosi delle regole, per proteggere conviventi anziani o fragili e che non bramano ardentemente la riapertura di discoteche e ristoranti non mettendoli al primo posto davanti allo studio. Spero quindi che, se tale decisione sarà confermata gli accorgimenti e le precauzioni che lei indicherà ai suoi collaboratori saranno ispirate al comportamento del buon padre di famiglia.
    Buon lavoro
    P.s. La regione Lombardia ha aperto le prenotazioni per gli studenti universitari fragili e le liste di attesa per quelli senza patologia. Evidentemente non reputano sufficiente vaccinare i docenti.

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  4. Parole sante, pensate a studiare piuttosto che a sostenere pseudoesami da casa, l’università è una cosa seria non un cazzeggio da fare a casa in pigiama, l’emergenza è una cosa, approfittare della situazione sine die è un’altra cosa, è chiaro che chi si lamenta lo fa perchè non vuole pagare un affitto o non vuole viaggiare per sostenere l’esame, il covid è solo l’alibi.

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  5. Il rettore domanda: “perche’ un bambino di 7 anni puo’ andare a scuola e un uomo di 22 anni non puo’ andare a fare esami?” La risposta è molto semplice: un bambino di 7 anni, mediamente, ha dei genitori di non piu’ di 40 anni circa, mentre un uomo di 22 ha dei genitori mediamente sui 55 anni circa. Il rischio di prendere un covid in forma grave è completamente diverso. Che poi il rettore sia vaccinato e con lui i docenti non mi sembra sia un aspetto determinante, visto che i genitori degli studenti, al momento, non lo sono a meno di rientrare in una qualche categoria particolare. Si e’ fatta una didattica a distanza, non si capisce perche’ gli esami non debbano seguire lo stesso metodo. Quando poi uno studente risulterà positivo cosa si fa? si mandano tutti in quarantena e si fanno saltare le sessioni di esame? E chi si doveva laureare in quel caso cosa fa? Gia’ nei corsi che sono ripartiti in modalità mista non sempre mi risulta che si osservino tutte le precauzioni del caso. La verità e’ che si vuole affrettare qualcosa che non ha un reale motivo di essere affrettato. Se poi il concetto è: noi siamo vaccinati e chi se ne frega dei genitori dei ragazzi allora non ce’ piu’ niente da argomentare.

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  6. Credo che le parole del Magnifico sono espressione di prudenza ma anche di vicinanza alla stragrande maggioranza degli studenti. L’università non è telematica. Non si impara metodo, organizzazione, non si cresce empaticamente, socialmente, culturalmente stando dietro un PC. Un professionista sanitario non può ricevere formazione in dad. Chi vuol essere comodità e non accettare le prudenti parole de Magnifico, forse, dovrà rivedere la propria agenda. Studiare è un diritto. Formare da parte dell’ateneo, un dovere. L’industria Università non può produrre prodotti online. La pandemiache ci lascerà deve essere percepita non come cambiamento telematico della didattica, ma come mettere sul campo professionisti formati e pronti ad affrontare le sfide inattese. È il caso dei tirocini abilitanti. È l’attenzione che il Magnifico ha riservato agli studenti di area sanitaria con la vaccinazione. Scusate. Non è poco

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  7. Come mai non viene fatto alcun accenno alla possibilità di disinfettare le aule nel periodo degli esami con tanto di documenti che lo attestino? O basta aprire due finestre (sempre che venga fatto)?
    E delle ore passate in attesa di fare l’esame ammassati in corridoio non si parla? Cercando di trattenersi dall’andare in bagno perché sarebbe meglio evitare, in un periodo del genere?
    Una scelta che impone un rischio a innumerevoli studenti che, per recarsi in facoltà, devono affrontare anche ore sui mezzi pubblici, non è una scelta democratica. È una scelta che compromette il diritto allo studio delle persone, perché anche se ci dovesse essere un ristretto numero di studenti fuori sede che sceglie di rinunciare a dare esami durante questa sessione, ciò rappresenterebbe una enorme sconfitta per il nostro ateneo.
    I giovani non sono solo serate in discoteca e viaggi in Grecia, e forse se leggesse i commenti lasciati nella petizione con “solo” 5 mila firme se ne renderebbe conto.

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  8. Tutti gli studenti di area medica sono stati vaccinati con pfizer: di corsa in presenza!!!!! La verità è un’altra: vi ha fatto comodo un anno e più di esami online, geniacci.

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