Tante le novità dal ministero dell'Istruzione. Abbiamo sentito due studenti del quinto anno del liceo "Archimede"
MESSINA – Il suono della campanella quest’anno non segna solo l’inizio di un nuovo anno scolastico ma anche una svolta epocale per milioni di studenti italiani. Con l’entrata in vigore della nuova riforma dell’istruzione, voluta dal ministro Giuseppe Valditara e approvata il 4 settembre, l’anno scolastico 2025/2026 si apre sotto il segno del cambiamento: vietato l’uso del cellulare in classe, nuove regole per la Maturità e un generale ritorno alla centralità della didattica “tradizionale”. Noi ne abbiamo parlato, in video, con Gabriele Lo Presti e Valeria Vattemi, della V B del liceo “Archimede” di Messina.
La parola ai maturandi dell’Archimede
Uno dei punti più discussi della riforma riguarda il divieto assoluto di utilizzo dei cellulari durante le ore di lezione, salvo per attività didattiche supervisionate dal docente. E non sono mancate le reazioni degli studenti: tra chi protesta per una misura “troppo rigida” e chi considera “inutile” questa restrizione poiché esistono degli spedienti per l’utilizzo. “Reprimere non serve a nulla. Occorre educare a un uso consapevole e intelligente dei telefonini, utilizzandoli per attività didattiche. In questo modo, si troveranno delle scappatoie e non si risolve il problema”, evidenzia Valeria Vattemi. A sua volta, il suo compagno Gabriele Lo Presti mette in risalto “i cambiamenti in vista della maturità. Sono molto curioso in relazione a quest’ultimo anno a scuola e penso che non potremo contare sui consigli di chi ha terminato prima. Sono tante le novità”.
Cambiano pure alcune regole fondamentali legate all’esame di Stato conclusivo dei percorsi di istruzione secondaria di secondo grado. A partire da ora, l’esame torna ufficialmente a essere denominato “esame di maturità”, un nome storico che riacquista centralità e significato nel percorso formativo degli studenti italiani.
Il format delle prove scritte resta invariato, mantenendo la tradizionale impostazione con due prove scritte (italiano e materia d’indirizzo). La vera novità arriva con la prova orale, che viene resa formalmente obbligatoria e più strutturata.
Il colloquio verterà su quattro discipline, che saranno individuate ogni anno tramite decreto ministeriale. Durante l’orale, sarà possibile discutere anche dei percorsi di formazione scuola-lavoro e dell’educazione civica, integrando le competenze trasversali degli studenti.
Servizio video di Carmen Licata e Alessio Bernava, testo di Carmen Licata, progetto “L’estate addosso”
