Messina. Pandemia e rincari, imprese e consumatori in ginocchio: "Natale e stagione dei saldi in fumo" VIDEO

Messina. Pandemia e rincari, imprese e consumatori in ginocchio: “Natale e stagione dei saldi in fumo” VIDEO

Redazione

Messina. Pandemia e rincari, imprese e consumatori in ginocchio: “Natale e stagione dei saldi in fumo” VIDEO

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domenica 30 Gennaio 2022 - 07:23

A colloquio con gli operatori commerciali. Il presidente di Confesercenti Messina Palella, fa il punto sugli aiuti del Governo alle imprese

Servizio di Carmelo Caspanello (riprese e montaggio Silvia De Domenico)

MESSINA – Pandemia e rincari hanno mandato in fumo la stagione dei saldi anche a Messina. “Come se il covid non avesse procurato ferite ancora sanguinanti nel tessuto imprenditoriale – è il coro unanime degli esercenti – arrivano i rincari da capogiro delle materie prime che si riflettono drammaticamente sia sulle tasche degli imprenditori quanto in quelle dei consumatori finali”. Abbiamo raccolto le testimonianze dei commercianti (nel servizio video allegato a questo articolo) i quali parlano di una “situazione economica peggiore dello scorso anno. Siamo in una sorta di lockdown di fatto – dicono – ma questa volta con i negozi aperti e senza ristori. Il colpo di grazia per le nostre aziende. Tra l’altro adesso senza nemmeno il paracadute della cassa integrazione”.

L’intervista al presidente di Confesercenti Messina, Alberto Palella

Nel settore abbigliamento, per limitare i danni, viene chiesta al governo nazionale la “rottamazione del magazzino”. “E metà della merce – viene specificato – è rimasta invenduta e non si riesce a smaltire nemmeno con gli sconti”. Alle voci degli operatori commerciali si è unito il grido d’allarme di Confesercenti Messina e Federconsumatori. Il caro bollette sta facendo la sua parte, nonostante gli interventi del Governo. Si stima infatti un incremento del +41,8% per il gas e +55% per l’elettricità, che incideranno pesantemente sui bilanci familiari, portando la spesa annuale per la bolletta elettrica per un famiglia-tipo a 823 euro, con una variazione del +68% rispetto allo scorso anno.

Il presidente di Confesercenti Messina, Alberto Palella, fa il punto sugli aiuti del Governo alle imprese. ”Le ultime risorse stanziate – commenta – sono insufficienti per arginare la situazione debitoria che le aziende si portavano dietro dalle altre ondate pandemiche e che oggi, con la variante Omicron, è degenerata. Speravamo nel Natale per risollevare i conti, ma anche il periodo festivo – sottolinea – si è rivelato un grande bluff in tutti i settori e adesso la nuova spada di Damocle dei rincari. Il quadro è completo se si pensa che per molti comparti non è stata rinnovata la cassa integrazione, mentre il fisco è tornato a battere cassa facendo fioccare cartelle e a marzo termineranno i 2 anni di pre ammortamenti dei finanziamenti concessi dalle banche con la garanzia dello Stato e si dovranno pagare le rate per intero. Il tutto crea un mix esplosivo.

Occorre che il Governo nazionale e regionale e l’Amministrazione comunale, ciascuno per le proprie specifiche possibilità di manovra – conclude Palella – trovino risorse che non siano sterili palliativi, ma che fungano da sostegno concreto a tutte quelle Pmi che subiscono dall’inizio della pandemia e per cui quest’ultima ondata potrebbe significare chiudere definitivamente. Il baratro è dietro l’angolo”.

10 commenti

  1. Continuiamo a preoccuparci del COVID, e le nostre vite andranno in fumo, il popolo è in ginocchio eppure sembra che continuiamo ad ignorare tutto. Menti annebbiate, e schiavizzate da un sistema che ci rende non pensanti, ciechi e sordi…. Bella nazione l’Italia, adesso capisco i giovani che vanno via, solo adesso li capisco, e spero sia il prossimo passo che possa fare anche io, perché l’Italia questa Italia non mi rispecchia ne la condivido in cosa alcuna! Atteggiamenti meschini da parte delle istituzioni, che avrebbero dovuto essere nostra forza e sostegno, che avrebbero dovuto creare Unione e solidarietà invece di divisione e guerre…. amareggiata e delusa.

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  2. Il commercio e’ un rischio, e il commerciante messinese non sa rischiare, andare a comprare in negozi per le vie della Citta’ è come andare in gioielleria, basta uscire fuori dal perimetro cittadino per acquistare gli stessi capi o oggetti con almeno il 20% di euro in meno. Caro commerciante, ormai i cittadini vi hanno capito, e comprano on line o fuori Messina ( Catania o Dittaino) siete destinati tutti a fallire con la vostra politica dei prezzi al rialzo.

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    1. Lentopede, il tuo commento è totalmente fuori luogo. Intanto non hai centrato il cuore del problema che è un lockdown di fatto ma non dichiarato al solo fine di non dare i ristori e poi hai buttato fango sulla tua città generalizzando su un intera categoria: pensando di essere più furbi degli altri alla fine si finisce sempre per fare la solita figura del cioccolataio…( il tuo discorso andava bene 20 anni fa, oggi le cose sono totalmente diverse perché i prezzi sono simili un po’ ovunque ).

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  3. bonanno giuseppe 30 Gennaio 2022 10:03

    calmierate veramente i prezzi e vedrete i guadagni….”lamentarsi non va bene….basta uscire il naso fuori città e vedrete che le stesse cose costasno almeno un 29% in meno di quanto richiedete. E se vi fate una passeggiatina anche salutare da Week End andando in centri commerciali sia nel circondario provinciale che extra provincia potete acquuistare benissimo e meglio mettendo anche le spese di viaggio,,,,
    P.S. non scrivo fesserie perchè lo abbiamo fatto tutta la famiglia con GRANDISSIMA SODDISFAZIONE …..comprato stessi generi di abbigliamento anche “firmati” ……non fate i furbi con i Saldi….. .

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  4. sergio indelicato 30 Gennaio 2022 10:25

    Messina è vittima di se stessa e della propria mentalita’. Al variare delle abitudini di spesa non si è data alcuna risposta strategica d’insieme. Chi rapprensenta alcune associazioni di categoria non è lui stesso un commerciante per cui le risposte sono lacunose e sempre vaghe. Probabilmente se il centro fosse abbellito – siamo tra le piazze più brutte d’Europa – e arricchito con iniziative musicali , di attrazioni di strada per i più piccoli , di rimbalzo ne potrebbero benificiare tutte le attivita’ . Capisco che realizzare tutto questo sia particolarmente complicato per cui le cose sono destinate ad un epilogo sicuramente non dei migliori.

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  5. Purtroppo il discorso COVID ha dato una bella mazzata all’economia nazionale e non solo, ma anche a livello mondiale.
    Il commercio messinese è ormai morto e sepolto da oltre 20 anni. Basta vedere tutte le botteghe sfitte in centro. I negozietti che aprono e chiudono dall’oggi al domani. Pseudo commercianti che lasciano buchi non indifferenti, affitti, fornitori, bollette, personale,tasse ecc.ecc.
    Si, diamo colpa alla pandemia,allo Stato che non ha più dispensato aiuti, come cassa integrazione e compagnia bella. Ma tra questi stessi negozianti fino a due anni fa c’era chi non aveva dipendenti messi in regola come si deve ma solo per qualche ora, pretendendo molto di più delle ore pagate regolarmente. Ora hanno la scusa, ma prima?
    Le persone oltretutto non spendono più, perché è diventato tutto più caro, specialmente qua a Messina. Dalla spesa alle bollette, dai vestiti, ad una semplice pizza, che ormai è diventata un lusso per pochi.
    A Messina sappiamo solo lamentarci.
    Questa è la triste verità.
    Bollette care e salate, grazie alla totale assenza di una buona Politica estera. Basta guardare gli ultimi eventi a livello mondiale. Ma questa è un’altra storia….

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  6. C’è poco da gioire quando le cose non vanno bene x qualcuno, subito pronti a colpevolizzare.
    Il contesto in cui oggi svolgono la loro attività è stato stravolto, chiaramente le associazioni di categoria avrebbero dovuto attrezzarsi, guidarli, tenere dei corsi affinche potessero provare a competere in situazioni mutabili.
    Spesso sono lasciati soli, con l’esperienza di tempi passati che non torneranno più.
    Mi auguro che nonostante le mille difficoltà possano riuscire a trovare la chiave di volta per dipanare questa diffcile situazione

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  7. Se poi mettiamo i commercianti disonesti è tutto dire faccio un paio di esempi di cui sono stato partecipe ,vado in un negozio in periodo saldi per comprare un capo che avevo visto prima degli sconti e lo trovo scontato…… ma costava di più di quando non era scontato,in una pizzeria io e mia moglie pagavo 25 € adesso la stessa pizza la pago 35 € e meno condita di prima,non ci vado più ecco come vogliono riprendersi sulle spalle degli altri e perché si va a comprare in altre città .

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    1. Capisco il suo discorso, però mi preme dirle, in quanto dipendente di un locale, di ristorazione, che quello che qualche mese fa si comprava a 1€ adesso costa più del doppio, le porto l’esempio delle melanzane che sono passate da 1,30 € a 4,00€ al chilo, capisce che avendo avuto un rincaro superiore al doppio la pizza non può più costare allo stesso prezzo, uguale vale per olio, pomodori, zucchine care quanto l’oro, gas e luce praticamente raddoppiati. In un prodotto che voi acquistate ci sono sempre da considerare i costi fissi delle attività, che in questi ultimi mesi sono più che raddoppiati. Con questo non sto giustificando chi fa il furbo ( e ce ne sono), ma so cosa significa lavorare nel settore ristorazione e so le spesate che ci sono. Oggi i locali si trovano a far fronte al pochissimo lavoro ma all’esubero di spese.

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  8. Condivido la posizione di chi ha affermato che i prezzi a Messina sono più cari…..purtroppo devo dirlo: a Catania si risparmia

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