Montebello Jonico. Tentato omicidio di un 35enne, arrestate 5 persone VIDEO

Montebello Jonico. Tentato omicidio di un 35enne, arrestate 5 persone VIDEO

Dario Rondinella

Montebello Jonico. Tentato omicidio di un 35enne, arrestate 5 persone VIDEO

Tag:

mercoledì 26 Febbraio 2025 - 07:50

Il tentato omicidio risale allo scorso 9 ottobre del 2024, quando un uomo di 35 anni, Paolo Azzarà, fu ferito gravemente alla gola

MONTEBELLO JONICO – Cinque persone, legate da vincoli di parentela, sono state arrestate con accuse gravissime: tentato omicidio, detenzione e porto di armi da guerra, detenzione e traffico di stupefacenti e ricettazione. I fatti risalgono allo scorso 9 ottobre del 2024, quando un uomo di 35 anni, Paolo Azzarà, residente a Montebello Jonico, si presentò al pronto soccorso di Melito Porto Salvo con una ferita d’arma da fuoco al collo. L’uomo, considerata la gravità della ferita riportata, fu trasferito al reparto di Rianimazione del G.O.M. di Reggio Calabria, L’allarme lanciato dall’ospedale attivò i Carabinieri, che avviarono le prime indagini, coordinati dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, per ricostruire la dinamica dell’accaduto.

Le prime evidenze sul luogo del delitto stabilirono che l’arma usata fosse una pistola a tamburo del tipo Rivoltella, un dettaglio suggerito dall’assenza di bossoli e dalla tipologia dell’ogiva estratta dal corpo della vittima. Gli investigatori iniziarono quindi a scandagliare ogni dettaglio della vita della vittima e dei suoi contatti per risalire al responsabile dell’attentato.

Indagini meticolose coordinate dalla Procura di Reggio Calabria.

Le indagini, durate diversi mesi, sono state eseguite con metodi tradizionali e avanzate tecniche
investigative. Gli inquirenti hanno raccolto testimonianze cruciali, ma è stata soprattutto l’attività
tecnica a rivelarsi determinante: intercettazioni telefoniche e ambientali hanno permesso di
delineare il quadro criminale e identificare i soggetti coinvolti.
I Carabinieri hanno poi effettuato una serie di perquisizioni mirate nelle abitazioni e nei terreni
degli indagati, con particolare attenzione a un “giardino” di proprietà della madre del presunto
autore del tentato omicidio. Ed è proprio lì che sono emersi importanti elementi indiziari.

L’arsenale occulto e il traffico di droga
Le perquisizioni hanno infatti portato alla scoperta di un vero e proprio arsenale da guerra, nascosto
con meticolosa attenzione. Tra le armi sequestrate figurano pistole e fucili, tra cui una pistola tipo
Rivoltella di colore nero contenente nel tamburo a 6 colpi, 5 colpi cal. 7.65, verosimilmente
utilizzata per commettere il delitto, ma anche un fucile automatico AK-47 Kalashnikov con
matricola abrasa. Oltre a ciò, i Carabinieri hanno rinvenuto ingenti quantità di munizioni, esplosivi
e droga: circa mezzo chilo di cocaina, dal valore di mercato di 150.000 euro, 200 grammi di tritolo
occultati in un barattolo di vetro e una micidiale bomba carta del peso di circa 1,2 kg, dotata di
miccia.

Un fortino del crimine: traffico, armi e omertà
L’attività d’intercettazione ha consentito di mettere in luce come tutti i partecipanti alle condotte
delittuose, legati fra loro da intensissimi legami familiari, agissero all’unisono, con fortissima
solidarietà reciproca e come un vero e proprio corpo unico, nonché la detenzione di una mole
impressionante di armi anche micidiali e da guerra con correlato munizionamento oltrechè
esplosivo di notoria elevata potenzialità offensiva. Il tutto era disseminato tra le pertinenze delle
abitazioni e i terreni limitrofi, pronto per essere utilizzato.
Il presunto movente del tentato omicidio sarebbe invece da ricondurre a un debito contratto dalla
vittima per l’acquisto di droga. I preesistenti contatti tra la vittima e gli indagati erano stati frequenti
e erano avvenuti spesso tramite messaggi in codice, con espressioni come “un bacino” o “due
bacini” per riferirsi alle dosi di stupefacente richieste.
Secondo le dichiarazioni raccolte, la vittima si recava spesso presso l’abitazione del presunto autore
del tentato omicidio per acquistare droga e in almeno un’occasione avrebbe consegnato denaro
contante direttamente a uno degli arrestati.

Depistaggi e omertà: il tentativo di ostacolare le indagini
Nonostante gli elementi raccolti, gli indagati hanno tentato più volte di eludere le investigazioni
cercando di spostare le armi e imponendo il silenzio ai propri familiari. Durante le intercettazioni, sono stati documentati ordini espliciti impartiti da uno degli arrestati alla figlia e al cognato affinché
non rivelassero nulla agli inquirenti, nonché la volontà di occultare ulteriori armi da guerra, al
momento non ancora rinvenute dai militari dell’Arma.

Un duro colpo alla criminalità
L’operazione rappresenta un’importante risposta dello Stato contro la criminalità organizzata. Il
lavoro incessante dei Carabinieri di Melito Porto Salvo ha permesso di smantellare una pericolosa
rete criminale, restituendo sicurezza al territorio e confermando l’impegno costante dell’Arma nella
lotta alla delinquenza.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Salita Villa Contino 15 - 98124 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007

Questo sito è associato alla

badge_FED