Moschella: "Basta guerre all'Università, mi candido per portare la pace" VIDEO

Moschella: “Basta guerre all’Università, mi candido per portare la pace” VIDEO

Marco Olivieri

Moschella: “Basta guerre all’Università, mi candido per portare la pace” VIDEO

Tag:

lunedì 23 Ottobre 2023 - 09:00

Unime. Il candidato rettore risponde sul caso Cuzzocrea, "sul Policlinico come campo di battaglia" e si propone come antidoto al conflitto Cuzzocrea-Navarra

di Marco Olivieri, riprese e montaggio di Silvia De Domenico

MESSINA – “Con me rettore, basta guerre e logiche stile non facciamo prigionieri. Io posso pacificare gli animi”. Lo promette Giovanni Moschella, ordinario di Istituzioni di diritto pubblico al dipartimento di Scienze politiche e giuridiche, e dimessosi da prorettore vicario all’inizio di settembre.

Iniziamo infatti un ciclo d’interviste con i tre candidati alla guida dell’Università di Messina. La prima votazione è il 23 novembre. Rispetto agli altri due docenti in corsa, Giovanna Spatari e Michele Limosani, Moschella si ritiene “non espressione di un gruppo strutturato”. Il costituzionalista giudica la sua proposta un antidoto agli scontri tra i gruppi Navarra e Cuzzocrea che vedono in Limosani e Spatari, fa capire il terzo candidato in ordine di presentazione, i loro rappresentanti. Anche se i diretti interessati non s’identificano in quest’interpretazione, l’ex prorettore vicario si propone come futuro rettore super partes.

Professore Moschella, la sua candidatura è in continuità o in discontinuità con quella del rettore Cuzzocrea?

“La mia candidatura riconosce quello che di buono è stato realizzato in oltre cinque anni di rettorato. Ma, nello stesso tempo, c’è una distinzione rispetto a un metodo che si è affermato all’interno dell’Università. Quello della contrapposizione, dello scontro. E che induce purtroppo buona parte dei colleghi a doversi schierare in un senso o nell’altro. Io credo che questo non sia positivo per l’Università”.

Perché?

“Perché l’Università è una comunità nel segno del libero pensiero e del confronto. Per ripristinare una situazione di normalità, perché l’obiettivo deve essere quello di far sì che la nostra sia un’Università normale, è necessaria una posizione che tenda a superare questo scontro. Credo che sia quello che i colleghi vogliono”.

Giovanni Moschella

Lei che ne pensa delle critiche e accuse che sono state mosse all’ex rettore Cuzzocrea?

“Il professore Cuzzocrea avrà modo di fugare i dubbi sul suo operato. Al tempo stesso, devo dire che non apprezzo questo modo a volte strumentale di utilizzare determinate vicende ai fini elettorali. Bisogna avere la capacità di rivedere alcuni aspetti all’interno dell’organizzazione del governo dell’Ateneo. Soprattutto penso a una più netta distinzione tra l’attività degli organi di governo e l’apparato amministrativo. E ho lasciato la governance anche per una mancanza di collegialità nelle scelte strategiche. In più, gli altri soggetti istituzionali, come i dipartimenti, vanno coinvolti di più nei processi decisionali. Il dialogo e la partecipazione potranno essere un freno alle distorsioni che possono determinarsi nella gestione dell’amministrazione universitaria”.

Ma in quanto prorettore vicario fino a settembre, si sente corresponsabile dei rilievi nei confronti del rettore Cuzzocrea?

“I rilievi sono attinenti all’attività del dipartimento (Chibiofarm, n.d.r.) e non dell’Ateneo. E ci saranno le verifiche. Per quanto riguarda alcune scelte compiute, anche queste oggetto di osservazioni, io ovviamente, pur non essendo componente, partecipavo alle riunioni del Senato e del Consiglio d’amministrazione. Ma va ricordato che il 97 per cento delle decisioni assunte dagli organi collegiali sono state approvate all’unanimità. Anche chi ritiene d’essersi differenziato, rispetto alle politiche dell’Ateneo, ha contribuito a queste scelte”.

Un messaggio che è arrivato sul piano mediatico è: “Non sono stato candidato dal gruppo Cuzzocrea, che ha scelto la professoressa Spatari, e mi sono distaccato”…

“Non è così. La scelta di candidarmi come rettore è maturata negli ultimi dieci, quindici giorni, anche alla luce di quello che si è verificato. Il problema non è certo la candidatura della professoressa Spatari, con la quale ho rapporti personali particolarmente buoni e che apprezzo. Ma non ho condiviso la candidatura di un docente dell’area medica, con il rischio di ripristinare questo scontro perché il Policlinico è un campo di battaglia, al centro di dinamiche conflittuali”.

Lei pensa di poter rassenerare il clima anche in quest’ambiente?

“Io non ho la pretesa d’avere soluzioni taumaturgiche. Però i colleghi del Policlinico hanno bisogno di un momento di serenità, di ricomposizione, che consentirebbe di poter lavorare con maggiore incisività”.

Come si può migliorare il clima al Policlinico?

“Vanno resi più funzionali i rapporti con l’azienda. E bisogna rendere più efficace l’attività lavorativa, d’assistenza e accademica, all’interno del Policlinico. C’è un problema di strutture. Il pronto soccorso è bloccato da anni e questo non dipende dall’Università. Ma i rapporti con la Regione devono essere posti in maniera differente per garantire che l’attività, anche per la ricaduta su un diritto come quello alla salute, venga gestita al meglio”.

Quali sono gli aspetti programmatici su cui punta?

“Si deve pensare al futuro dei giovani ricercatori. Parte della selezione è venuta sulla base del Pnrr, che si concluderà nel 2026, e bisogna preoccuparsi di garantire continuità a questi giovani che hanno investito in termini di risorse e di tempo. In cinque anni, sono stati assunti circa 350 ricercatori a tempo determinato, una parte non maggioritaria con il Piano nazionale per la ripresa e resilienza. L’esigenza è quella di garantire continuità a quelli che rappresentano il futuro della nostra Università. Anche le risorse economiche dovranno essere gestite in funzione di quest’obiettivo. Il piano d’investimenti, che ha riguardato l’acquisizione di nuovi immobili e la manutenzione, ora potrà concentrarsi su altre finalità, destinando risorse ai giovani ricercatori”.

Altro tema caldo è quello degli alloggi per gli studenti

“Faremo la nostra parte, come Università, ma è un argomento che investe, come competenze, la Regione e l’Ersu”.

L’Università di Messina può rafforzare il suo rapporto con il territorio?

“Si tratta di un punto qualificante del mio programma. La nostra Università deve rafforzare questa caratteristica: esprimere progettualità ed essere riferimento costante per il territorio. Ed è fondamentale il rapporto con le altre istituzioni. In questi anni, l’Università ha offerto il suo contributo in termini progettuali e d’attività. Non solo attrae maggiore occupazione ma rappresenta un elemento d’impulso e moltiplicatore rispetto al territorio”.

Lei pensa che si possano creare più occasioni d’occupazione qui, dopo la laurea?

“Il nostro fine istituzionale è quello di dare formazione. E, sul piano della formazione, il livello è accresciuto negli ultimi anni. C’è stata una crescita della ricchezza scientifica e una ristrutturazione dell’offerta formativa. Per essere sempre più riferimento per il territorio, lo ribadisco, si deve continuare a coltivare un rapporto con le altre istituzioni. Solo come esempio, penso al contributo sul tema dell’immigrazione, da parte dei nostri studiosi, in funzione dell’impegno della prefettura. Come Università, vanno potenziati ancora di più i servizi per gli studenti e l’internazionalizzazione necessita di una razionalizzazione”.

In che senso?

“Abbiamo avuto un aumento importantissimo di studenti stranieri. Però spesso hanno difficoltà nello stare al passo e nel seguire regolarmente i corsi. Il rischio è che non arrivino al compimento del corso di studi. L’immagine di un’Università che s’apre verso confini internazionali è importante e, proprio per questo, ci sono degli aspetti da perfezionare. Anche nei progetti di ricerca, la partecipazione di docenti e università stranieri è un elemento fondamentale. Il respiro internazionale è forte grazie al contributo dei giovani ricercatori. Si è pure deciso che i dottorandi facciano un periodo all’estero”.

Che ne pensa delle richieste di un ampliamento del diritto di voto, provenienti dal personale Ep (Elevata professionalità, n.d.r) e, su altro fronte, da larga parte della compagine studentesca?

“Da costituzionalista, sono favorevole a qualsiasi estensione dei diritti. Io già, come prorettore vicario, avevo predisposto con gli studenti, nell’ambito di una bozza di riforma complessiva dello statuto, l’estensione del voto nella misura del 30 per cento a tutti i rappresentanti degli ordini accademici e dei dipartimenti. Ma non c’è stato un accordo all’interno delle organizzazioni studentesche. Sul piano giuridico, ora, l’unico problema che mi pongo è se sia possibile cambiare l’articolazione del corpo elettorale una volta che sono state indette le elezioni. Ma non è una decisione che spetta a me”.

Rispetto agli altri suoi competitor, perché un docente dovrebbe votare lei e non i suoi colleghi Limosani e Spatari?

“Perché io non sono la candidatura di un gruppo strutturato. Credo d’esprimere la candidatura di un pensiero molto sentito all’interno dell’Università: quello di un superamento di uno stato conflittuale che non porta bene alla stessa Università. È sotto gli occhi di tutti”.

Quindi sia un sostenitore dell’ex rettore Navarra, sia un fautore dell’ex rettore Cuzzocrea potrebbe votare per lei?

“Sì perché il mio timore è che, al di là dell’apprezzamento per i due candidati Limosani e Spatari, due amici, la prevalenza di uno o dell’altra rischi di riprodurre per altri sei anni una situazione di divisione. Divisione particolarmente deleteria per lo spirito stesso dell’Università”.

Articoli correlati

2 commenti

  1. Si pace e bene

    1
    0
  2. È una brava persona. Non vincerà

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007