Le fake news sul progetto del ponte fatte circolare da chi per motivi politici non vuole lo sviluppo del mezzogiorno. Il dibattito all'Ordine degli Architetti
Il Ponte sullo Stretto si può fare, si deve fare. Perché i tanti no di questi anni? Preclusioni ideologiche alimentate da “fake news” fatte circolare ad arte. Il no al Ponte, insomma, è un no politico,di chi non vuole che il sud si sviluppi. Come dimostra l’ennesima fake news, quella del ponte a tre campate. Mentre il progetto vhe c’è è fattibile ed è un altro. “È la prova che qualcuno vuole imbrogliare le carte”, dice infatti l’architetto Pino Falzea a proposito delle tre campate. Il presidente dell’Ordine degli architetti stamane ha ospitato un interessantissimo dibattito sull’infrastruttuta, mirato ad aprire una discussione non ideologica e approfondita sull’opera, partendo proprio da tutte le criticità che il progetto, complessivamente inteso, ha presentato sino ad oggi. Protagonista principale Enzo Siviero, che ha ribadito il pensiero sintetizzato nella lettera al Governo di qualche giorno fa. Al tavolo con loro, l’ingegnere Giovanni Mollica, il geologo Bruno Copat,il trasportista Roberto Di Maria, l’assessore comunale di Messina Salvatore Mondello.
Nell’intervista Falzea sintetizza gli spunti emersi dal dibattito.
Lo Stretto di Akashi in Giappone ha caratteristiche simili allo Stretto di Messina ed il suo ponte realizzato da più di venti anni è un ponte a tre campate con campata centrale di quasi 2000 metri in cui transitano solo automezzi gommati pur essendo stato inizialmente progettato per farci passare il treno i giapponesi hanno rinunciato, il progetto Messina è ad una sola campata di oltre 3000 metri ed è un progetto presentato più di 50 anni orsono e non capisco perchè non si possa rivedere visto che non esistono al mondo ponti su cui passano auto e treni con campata così ampia. Inoltre i dibattiti sul ponte si possono fare insieme a chi esprime dubbi soprattutto inserendo la problematica della devastazione ambientale, con enormi depositi sui Peloritani dei materiali di risulta anche delle gallerie che dovrebbero portare i treni in citta in una nuova stazione ferroviaria e le auto sui raccordi per l’autostrada. Mi chiedo Cui prodest!!
Il progetto definitivo è del 2010 non di 50 anni fa. Invito alla prudenza sui commenti tecnici, se non fai parte di quella ristrettissima cerchia di ingegneri, che sono pochissimi al mondo, e che sono in grado di argomentare su una struttura così complessa e difficile da progettare e realizzare, senza coprirsi di ridicolo.
Ovviamente mi riferisco al progetto vincitore EX AEQUO del Concorso internazionale del 1969 con un Ponte a Campata unica dell’Ing. Sergio MUSMECI unico progetto a Campata unica insieme ad altri progetti tra cui il tunnel sommerso detto di Archimede.
Il progetto del ponte è di soli 10 anni addietro (maggio 2011) con materiali completamente diversi rispetto a quelli di cemento armato dell’ impalcato dell’Akashi. Lei non conosce il progetto: la sabbia ricavata dalle gallerie sarebbe servita al ripascimento delle spiagge e al riempimento delle cave a di argilla a Monforte e per costruirci su impianti sportivi. La Sabbia è le rocce dei trafori al nord o delle gallerie autostradali sono 50 o 500 volte superiori rispetto aa quelle del ponte o delle gallerie di accesso. Per capirci qualcosa potrebbe magari ascoltare l’audio della riunione di ieri invece di raccontare la super fesseria del progetto di 50 anni fa.
E ci mancava che Falzea non era a favore. La fake è che serva un ponte per lo sviluppo di Messina.
Servirebbe almeno un sindaco che non si intenda di capre, ciaramedde, strumenti a fiato in genere e minestra selvaggia. Uno per intenderci che respiri aria pulita
Ignoranza pura: scrivere solo per dire qualcosa di banale. Tolga a Milano l’alta velocità per Roma e Torino e quella per Verona e Trieste da 140 miliardi; l’autostrada del Sole, il collegamento ai trafori alpini, l’alta velocità per Genova e l’intermodalita, la metropolitana e 2 areoporti. Poi tolga l’Expo da 4 miliardi per soli 6 mesi e le olimpiadi di Cortina del 2026 con l’investimento di 11 miliardi per la Milano Cortina. E avrà a che fare con una Caltanissetta del nord in mezzo alla nebbia. Lo so per capire certe cose occorre essere minimamente lungimiranti e non scrivere solo per il piacere di non pensare.
Milano era Milano e Caltanissetta era Caltanissetta ben prima dell’Expo, delle Olimpiadi, dei due aeroporti, dell’Autostrada del Sole, etc.
Ponte (in qualsiasi modo venga realizzato): la grande illusione.
Intanto nel progetto potrebbe essere inserito l’ abbattimento delle torri enel(?) che si trovano una sulla sponda calabra, l’ altra sulla costa siciliana, con annesso il riciclo dell’acciaio.