Segregata, picchiata, minacciata di morte: in cella un'intera famiglia - VIDEO

Segregata, picchiata, minacciata di morte: in cella un’intera famiglia – VIDEO

mario meliado

Segregata, picchiata, minacciata di morte: in cella un’intera famiglia – VIDEO

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mercoledì 11 Gennaio 2023 - 12:03

A San Ferdinando, nel Reggino, genitori e sorelle costringevano una 30enne con lieve ritardo cognitivo a vivere rinchiusa

SAN FERDINANDO – Indicibili, prolungati comportamenti violenti da parte di un’intera famiglia (padre, madre e due figlie) nei confronti di una trentenne rispettivamente figlia e sorella dei suoi stessi aguzzini. Accade a San Ferdinando, piccolo centro della Tirrenica reggina. I quattro sono stati arrestati: ma questo nerissimo spezzone di profonda Calabria non può certo essere archiviato semplicemente col doveroso scattare delle manette…

Indagini in corso dal giugno 2022

Le indagini sulla torbida vicenda sono state condotte dai carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro a partire dal giugno dello scorso anno. Stando alla ricostruzione dei militari, i due genitori – 58enni entrambi – e due delle loro figlie, di 20 e 28 anni rispettivamente, in numerose occasioni avrebbero insultato, minacciato di morte e aggredito fisicamente con grande violenza e sostanzialmente senza motivo la malcapitata Giulia (il nome è di fantasia).

Segregata, picchiata, minacciata di morte senza motivo

Sì, ma perché? Se lo chiedeva, e spesso lo chiedeva atterrita ai suoi genitori la stessa protagonista involontaria delle violenze,. A scatenare in modo irragionevole la furia dei parenti, forse il lieve ritardo cognitivo della ragazza.

Fatto sta che Giulia, ormai, era costretta a una vita da segregata.
Doveva restare sempre chiusa in casa, con tanto di lucchetto all’esterno della porta della sua stanza in modo da poterla chiudere dentro. Come se gli altri familiari si vergognassero di lei, ma al contempo volessero esercitare su di lei un potere assoluto.

Sempre chiusa in una sorta di magazzino sconvolto dall’umidità

Un ambiente altamente degradato, quella stanza: serrande rotte, massetto senza pavimento, enorme e sconcertante umidità. Non solo: l’incolpevole giovane subiva l’umiliazione aggiuntiva di dover dividere la stanza con secchi della spazzatura, scale, attrezzi da lavoro e persino una bici. Tutta roba che potresti trovare in un magazzino, in un sottoscala, in un androne; sicuramente non dentro una camera da letto.

Ma le sevizie psicologiche non si fermavano certo qui: spesso Giulia veniva svegliata di notte senza una ragione plausibile e costretta ad alzarsi e a fare le pulizie in casa, sempre a suon di minacce e insulti, rimproveri e botte. Tante botte.

Molte le cose da chiarire

Appena ricevuta l’informativa della sezione operativa della Compagnia, il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Palmi ha subito emanato quattro misure di custodia cautelare, già eseguite dagli uomini dell’Arma. Ma siamo solo all’inizio: adesso da chiarire c’è tutto.
In primis, la causa scatenante di una rabbia perversa nei confronti di una figlia e sorella più debole, se l’impianto accusatorio sarà confermato.

Nel video, l’intervista al comandante della Compagnia di Gioia Tauro dei Carabinieri, capitano Andrea Barbieri, che spiega in maniera eloquente quale sciagura si sia abbattuta sull’ignara giovane

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