Le due studentesse dell'Università di Messina, uccise lo stesso giorno, un maledetto 31 marzo, a distanza di 5 anni l'una dall'altra
servizio di Silvia De Domenico
MESSINA – L’Università di Messina intitolerà il cortile del rettorato alle due studentesse uccise a Messina. Sara Campanella e Lorena Quaranta, due vittime di femminicidio ammazzate nello stesso giorno, un maledetto 31 marzo, a 5 anni di distanza l’una dall’altra. Due studentesse modello unite da un tragico destino.

Entrambe hanno ricevuto la laurea alla memoria
L’Unime non vuole dimenticarle e lo farà dedicando a loro il cortile del rettorato, un luogo tanto amato dagli studenti e anche dalle due studentesse uccise. Ad entrambe è stata conferita la laurea alla memoria. Cerimonie che hanno lasciato un segno nella comunità accademica messinese.
“La città intera è rimasta colpita da questo femminicidio”
“E’ un momento di particolare commozione per una città intera rimasta profondamente colpita dall’efferatezza di questo femminicidio – ha detto la rettrice Giovanna Spatari -. Per l’Università significa conferire un titolo di studio, purtroppo solo simbolico, a una studentessa che aveva brillantemente superato tutti gli esami e aveva quel profilo umano di capacità della cura degli altri, di saper ascoltare, che ne facevano una grande professionista nell’ambito delle professioni sanitarie. Abbiamo una comunità di studenti straordinari, che hanno vissuto questa tragedia con grande emotività e partecipazione, anche quelli che non la conoscevano”.

“L’Università abbraccia la famiglia di Sara”
La proposta di dedicare il rettorato alle due studentesse è stata già deliberata in Senato accademico e l’intitolazione ufficiale si farà a novembre. “Perché la loro memoria viva nel cuore stesso dell’università che gli studenti amano e che anche Sara e Lorena amavano”, ha proseguito la rettrice. “Questo luogo di incontro e di passaggio diventerà luogo di memoria attiva. Un invito a non voltarsi dall’altra parte e credere che la cultura possa davvero salvare le vite. Nel mese di novembre si terrà una celebrazione solenne per intitolare il cortile a Sara e Lorena. Oggi onoriamo il sogno di Sara e rinnoviamo il nostro impegno come università a essere presidio di cultura e legalità. La memoria non è solo ricordo ma promessa di giustizia. Oggi non sarà Sara a discutere la sua tesi ma una collega di corso. Non saranno le mani di Sara a ricevere la pergamena di laurea ma la sua mamma. Questo fa male a Cetty, al papà Alessandro e al fratello Claudio. Fa male ai nonni, ai colleghi, ai docenti, fa male all’Università e alla città intera. Fa male al nostro Paese e vorremmo non organizzare più cerimonie come queste”, ha concluso Spatari.

