Un appello ai primi cittadini della riviera jonica durante la riunione di oggi a Scaletta Zanclea, promossa dal sindaco di Taormina
Il raddoppio ferroviario Giampilieri-Fiumefreddo continua a far discutere. E il sindaco di Taormina Cateno De Luca si appella ai sindaci della riviera ionica: “Serve un documento unitario: dismissione, demolizione e passaggio delle aree ai Comuni”. Il tutto in occasione della riunione oggi a Scaletta Zanclea voluta da De Luca. Riunione, si legge in una nota, “a seguito delle strumentalizzazioni che sono nate in merito alla questione della linea ferroviaria storica nel contesto del raddoppio ferroviario Giampilieri Fiumefreddo”.
Presenti numerosi primi cittadini della riviera ionica, il sindaco di Scaletta Zanclea Gianfranco Moschella, il sindaco di Itala Daniele Laudini e il deputato regionale e sindaco di Taormina Cateno De Luca. Per la parte tecnica presenti Salvo Puccio e Massimo Brocato.

Fa sapere Sud chiama Nord: “L’incontro si è reso necessario dopo la recente delibera della Giunta regionale che da un indirizzo ad RFI per il raggiungimento degli obiettivi del comprensorio taorninese. Atto di indirizzo che continente una previsione di mantenimento del vecchio tracciato ferroviario fino a Giampilieri e che andava chiarita in quanto ritenuta inaccettabile dai Comuni più direttamente penalizzati dalla permanenza della linea. Nel suo intervento, Cateno De Luca ha ricostruito nel dettaglio il percorso politico-amministrativo degli ultimi mesi”.
Ecco le sue parole: “Da sindaco di Taormina mi sono trovato a combattere una situazione assurda: una delibera di Consiglio comunale aveva approvato quella che definisco senza esitazioni una porcata di progetto, che smembrava Taormina e introduceva opere invasive senza risolvere – ancora una volta – il tema dell’attuale binario. Il mio primo atto è stato revocare quella delibera. Poi ho chiesto udienza per un confronto vero con tutti gli attori: non è stato semplice, perché quando un progetto è approvato e l’appalto è assegnato, nessuno ti dice che puoi rimettere mano a scelte così pesanti. Ma io non mi sono arreso.
“Senza una nostra posizione chiara, la decisione la prenderanno altri in base alla loro convenienza tecnica”
De Luca ha ricordato che “la svolta è arrivata con il coinvolgimento dei sindaci della riviera”: “Quando ho visto che il corpo a corpo aveva aperto uno spiraglio, ho convocato tutti i sindaci della riviera ionica: il 24 marzo 2025 a Santa Teresa di Riva. Ci è stato chiesto di definire il destino della linea storica – dismissione, demolizione, rifunzionalizzazione o uso per opere compensative – ma anche lì non si è trovata una posizione unitaria: Scaletta e Itala hanno detto chiaramente che non vogliono mantenere la linea, altri Comuni hanno proposto soluzioni diverse, Sant’Alessio si è dichiarato contrario. L’ipotesi di una soluzione unica è saltata in quindici minuti. Da quella mancanza di indirizzo derivano le difficoltà dei tavoli tecnici con Rfi (Rete ferroviaria italiana). Non avendo mai ricevuto un mandato condiviso, non potevo presentarmi ai tavoli tecnici come rappresentante dell’intera riviera. Posso parlare solo per il territorio che mi affida un mandato. Per questo il 29 maggio ho chiesto formalmente l’apertura del tavolo tecnico come sindaco di Taormina, e non come deputato della riviera. Il 29 luglio è stata fissata la prima seduta per il 10 settembre. Nel frattempo ho convocato un’altra riunione il 7 agosto, ma anche lì non si è arrivati a una decisione comune e alcuni sindaci non si sono presentati”.
Il leader di ScN e capogruppo all’Ars ha spiegato che il lavoro nei tavoli tecnici ha riguardato le criticità dei territori del taorninese che avevano espresso un mandato formale: “Nei tavoli del 10, 17 e 30 settembre abbiamo lavorato sulle modifiche progettuali necessarie per Giardini, Letojanni e Taormina. Ma quando si è arrivati alla linea storica, ho ripetuto ciò che dico anche oggi: non ho mandato per parlare a nome di tutti. Non faccio il peracottaro che racconta soluzioni che poi vengono smentite. Un accordo l’ho potuto firmare solo con i Comuni che mi hanno dato un mandato formale: Letojanni, Giardini, Castelmola. Rfi ha riconosciuto le criticità del progetto originario, ma la fase attuale richiede scelte chiare da parte dei territori. Rfi ci ha detto chiaramente che servono approfondimenti tecnici per capire se il nuovo binario può assorbire tutto il traffico. E qui casca l’asino: senza una nostra posizione chiara, la decisione la prenderanno altri in base alla loro convenienza tecnica, non a quella del territorio”.
L’appello ai sindaci: “Serve un documento unitario dei sindaci della riviera jonica”
Poi l’appello diretto ai sindaci: “Io non sono cambiato: continuo a difendere il territorio come ho sempre fatto. Però ora basta rinvii e basta ambiguità. Per l’11 dicembre chiedo formalmente un documento unico, da Scaletta a Giardini Naxos, che dica tre cose: dismissione della linea storica; demolizione e smaltimento delle opere; destinazione e passaggio delle aree ai Comuni. Senza questo, la partita è persa. Qui non parliamo di Greenway da cartolina con farfalline e passeggiatine a mare. Qui parliamo di sicurezza, protezione civile e dignità per comunità che vivono da un secolo schiacciate tra ferrovia, statale, autostrada e colline che franano. Non possiamo permettere che, per mancanza di decisione, la linea venga dismessa senza fondi per demolirla, scaricando sui Comuni oneri da 100 a 150 milioni. Se non vincoliamo ora queste risorse, domani sarà impossibile”.
De Luca ha inoltre confermato di avere scritto al presidente della Regione per “ribadire che tutto il traffico – passeggeri e merci – deve essere trasferito sulla nuova linea del raddoppio, liberando completamente il tracciato storico”.
L’incontro si è chiuso con l’impegno dei sindaci a lavorare nelle prossime ore alla redazione di un documento unitario da presentare al commissario entro l’11 dicembre.
