Il ponte e la mancata gara: un punto di non ritorno

Il ponte e la mancata gara: un punto di non ritorno

Marco Olivieri

Il ponte e la mancata gara: un punto di non ritorno

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lunedì 01 Dicembre 2025 - 07:04

Mentre i tecnici sono al lavoro per affrontare i nodi critici, le osservazioni della Corte dei conti rimangono fondamentali

di Marco Olivieri

Un pasticcio politico e giuridico. Lo avevamo scritto lo scorso marzo grazie al contributo del giurista Nicola Bozzo. Nell’operazione ponte sullo Stretto la mancata gara è un punto insuperabile. E la Corte dei conti lo ha messo nero su bianco: le modifiche apportate ai contratti originari risultano sostanziali, al punto da configurare le condizioni che “avrebbero attratto ulteriori partecipanti alla procedura di aggiudicazione”. Tra queste modifiche, si evidenziano il cambio radicale nelle modalità di finanziamento, passato da un modello con il 60% di risorse da reperire sui mercati internazionali, senza garanzia dello Stato, a un modello finanziato integralmente su risorse pubbliche. E ancora: le novità negli indici di aggiornamento del corrispettivo del contraente generale e la riduzione della quota di prefinanziamento a carico del contraente generale, passata dal 15% proposto in gara fino a un limite del 5%.

Ne consegue la necessità di una nuova competizione concorrenziale. Inoltre, l’amministrazione “non ha fornito la documentazione necessaria per dimostrare che l’aggiornamento dei costi non avesse superato il limite del 50% previsto dalla stessa direttiva, al di sopra del quale una gara diventa obbligatoria”.

Tecnici al lavoro a Palazzo Chigi sui nodi critici del ponte

Su questo scoglio il ministro e vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini (“La gara c’è già stata, rifarla significa dire no al ponte”), intende correre ai ripari. E oggi a Palazzo Chigi sono stati convocati, rivela la Repubblica, una serie di tecnici per affrontare i nodi critici. In primis quello, appunto, della mancata gara.

Il ponte con l’elmetto per Tajani e la mancata gara come peccato originale dell’operazione

L’insofferenza nei confronti della Corte dei conti, e di ogni potere dello Stato che possa ridimensionare o bloccare le aspirazioni del governo Meloni, è una caratteristica del centrodestra in salsa italiana. Con una concezione della democrazia ancorata al voto popolare e una mancanza d’attenzione ai principi cardine della nostra, spesso bistrattata, Costituzione italiana. Da qui gli atteggiamenti populisti e il tipo di reazioni, non istituzionali, da parte di chi governa. Il tutto lasciando al vicepresidente e ministro degli Esteri Antonio Tajani il compito di confermare al ponte un’improbabile funzione bellica. Quasi una gag.

Tuttavia, il tema della mancata gara, come peccato originale della riesumata operazione ponte, rimane serio. E non è il solo punto critico, mentre appare necessario individuare quali chiavi progettuali possano far rinascere il Meridione d’Italia. E bisognerebbe fare in fretta, piuttosto che assecondare slogan e idee morte in partenza.

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2 commenti

  1. Hanno cercato con arroganza di aggirare le regole.
    Non si tratta di essere pro o contro….si tratta di rispetto dei siciliani e calabresi,democrazia e onestà intellettuale e politica.
    Quanti soldi già buttati per mantenere stipendi, viaggi,consulenze.
    Come diceva Totó….e io pago.

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  2. Buonasera, un branco di incapaci che ormai brancola nel buio più totale, il problema serio che il danno combinato non lo pagherà mai nessuno, il bello che questo cumulo di incompetenti prendono anche dei lauti compensi, mah, povera Italia

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