Il Piemonte rimarrà in vita come dipartimento d’emergenza e accettazione

Il Piemonte rimarrà in vita come dipartimento d’emergenza e accettazione

Il Piemonte rimarrà in vita come dipartimento d’emergenza e accettazione

giovedì 25 Febbraio 2010 - 16:37

Ecco le decisioni della commissione d’inchiesta dopo le audizioni dell’assessore Russo e di Lo Monaco della Protezione civile: entro il 30 giugno verranno chiusi e trasferiti al Papardo sette reparti. Rimarranno la Piastra (la parte più nuova) e la cosiddetta “filiera d’emergenza”. Chiusura immediata di psichiatria

Mezzo Piemonte verrà trasferito al Papardo, l’altra metà rimarrà dov’è ma sarà un ospedale d’emergenza, in termini tecnici D.E.A. (Dipartimento d’emergenza e accettazione) , e soprattutto sarà un ospedale sicuro. I padiglioni 1, 2, 3, 4, 5 e 6 sono ad alto rischio sismico ed entro il 30 giugno verranno chiusi (ma il trasferimento potrebbe già avvenire a marzo), secondo il piano già predisposto dalla direzione generale Piemonte-Papardo. Tutto ciò è quanto emerge dal sopralluogo effettuato nella giornata di oggi dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul Servizio sanitario, presieduta dal senatore Ignazio Marino del Pd, e dalle audizioni svoltesi nel primo pomeriggio in Prefettura, dove sono stati ascoltati l’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, il direttore generale dell’azienda Piemonte-Papardo, Armando Caruso, e il dirigente generale della Protezione civile regionale, Pietro Lo Monaco.

«Il Piemonte diventerà un nuovo ospedale al servizio della cittadinanza», hanno chiarito Marino e la relatrice dell’inchiesta, la senatrice Franca Biondelli. «Rimarrà un punto di riferimento cittadino, un presidio per le emergenze con 78 posti letto». Ecco, dunque, cosa verrà mantenuto al Piemonte: anestetica-rianimazione, radiodiagnostica, medicina, cardiologia, unità terapia intensiva coronarica, traumatologia e ortopedia. Oltre agli altri reparti che oggi sono ospitati dalla cosiddetta “Piastra chirurgica”, ovvero la parte più nuova del Piemonte: neonatologia, ostetricia e ginecologia. Andranno trasferiti otorino, oculistica, anatomie patologiche, angiologia, malattie respiratorie, endocrinologia e neurologia. Andrà chiusa subito e trasferita con effetto immediato psichiatria, che non è di competenza dell’azienda Piemonte-Papardo ma dell’Asp5. Del Piemonte, dal punto di vista strutturale, rimarranno in piedi la “Piastra” e i padiglioni 4, 5 e 6, che verranno consolidati e ristrutturati.

«Già nell’aprile scorso – ha dichiarato uscendo dall’audizione l’assessore Russo – era emersa la relazione della Protezione civile nazionale che, dopo i fatti di L’Aquila, aveva evidenziato la necessità di trasferire parte dell’ospedale. E’ un fatto oggettivo. Ma verranno tenute in conto le esigenze dei cittadini, l’ospedale Piemonte rimarrà un presidio per le emergenze e al tempo stesso verranno finanziati i progetti di adeguamento sismico».

(Nella foto di Dino Sturiale Marino e la Biondelli)

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