Avvocati Messina: per far ripartire giustizia puntare su edilizia giudiziaria

Avvocati Messina: per far ripartire giustizia puntare su edilizia giudiziaria

Alessandra Serio

Avvocati Messina: per far ripartire giustizia puntare su edilizia giudiziaria

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martedì 23 Giugno 2020 - 17:54

Gli avvocati di Messina spingono per la ripartenza della giustizia, ancora paralizzata nella fase 2 dopo l'emergenza coronavirus

Puntare sull’edilizia giudiziaria, accelerando sul palagiustizia e riaprendo i tribunali periferici, per far ripartire la giustizia a Messina, ancora ferma nella fase 2 dopo l’emergenza coronavirus.

E’ questa la proposta che è arrivata dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Messina e dall’Organismo congressuale forense, che hanno promosso l’incontro “L’avvocatura italiana per i diritti di tutti – delegittimata – paralizzata – indifesa: salviamo la Giustizia”

Al tavolo con il presidente dell’Ordine di Messina Mimmo Santoro e il segretario dell’Organismo congressuale forense Vincenzo Ciraolo c’erano anche il presidente dell’Ordine di Patti Franco Pizzuto e Antonio Centorrino per l’Unione dei Fori siciliani.

“Proprio in questi giorni si discute delle riaperture delle cancellerie, e si pensa ai turni su i due giorni a settimana. Ma per garantire sicurezza pur riprendendo a lavorare la soluzione c’è, ed è spingere sull’adeguamento dell’edilizia giudiziaria. Recuperando spazio, i cancellieri possono lavorare in maniera adeguata. Si possono poi riaprire le sedi periferiche. Penso al Tribunale di Taormina, che è stato accorpato a Messina, dove peraltro già gli spazi non erano adeguati prima e dove adesso i fascicoli sono ammassati a migliaia. Per riaprire le sedi periferiche non sarebbe necessario neppure impiegare ulteriore personale, visto che quello prima lì destinato è stato spostato a Messina”, ha detto il presidente Santoro, ricordando che “prima di prevedere lo smartworking anche per cancellerie e giudici avrebbero dovuto verificare che funzionasse, così non è stato.”

Al centro del dibattito non ci sono state soltanto le problematiche locali ovviamente. “E’ un problema nazionale”, ha ricordato il segretario Ciraolo “Non aver adottato misure unitarie per far fronte all’emergenza vuol dire rendere problematico il lavoro degli avvocati nei vari fori italiani, col risultato che a perderci è sempre il cittadino”.

“E‘ una battaglia che vede l’avvocatura unita in tutte le sue componenti, quella per ripristinare il funzionamento della giustizia, ancora paralizzato“, ha detto il presidente Pizzuto, al quale ha fatto eco l’avvocato Centorrino.

Oggi, quindi, sono stati ribaditi i problemi sempre più grossi che la mancata ripartenza della giustizia sta creando. Problemi che si ingrossano via via che si protraggono nel tempo. Una situazione che tutte le componenti dell’Avvocatura hanno più volte denunciato, proponendo anche diverse soluzioni concrete per il superamento. Soluzioni che il Guardasigilli non sembra ancora voler considerare.

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