Mancuso: Città metropolitane con pochi fondi, a rischio servizi e dipendenti

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mercoledì 15 Novembre 2017 - 12:27

Il senatore ritiene tecnicamente impossibile che la nuova ARS possa deliberare un assestamento di bilancio per recuperare le somme necessarie

Città metropolitane e Liberi Consorzi a corto di risorse. Anche con questa emergenza dovrà fare i conti il neo presidente della regione Nello Musumeci. Ne è convinto il senatore Bruno Mancuso , il quale denuncia in un comunicato che “nulla è stato ancora fatto per la situazione in cui versano le città metropolitane ed i liberi consorzi siciliani, che si trovano nelle condizioni di non poter predisporre i bilanci di previsione per il 2017, a causa della riduzione dei trasferimenti statali e regionali”.

Riflettori puntati sulla Città Metropolitana di Messina, per la quale l’ex commissario Filippo Romano aveva anche avviato la procedura di dissesto, sospesa in seguito ad un incontro che si è tenuto a Roma alla Presidenza del Consiglio proprio per discutere delle criticità finanziarie di questi enti.

Nonostante in tale sede – scrive Mancuso – siano stati assunti degli impegni precisi, nulla è stato fatto. Ho sollecitato più volte il governo nazionale all’emanazione di un decreto di proroga dei termini di approvazione dei bilanci ma senza risposta. E non si comprende perché non siano stati corrisposti agli enti intermedi regionali i settanta milioni di euro trasferiti dal governo nazionale al governo regionale”.

Il senatore spiega che di queste somme non vi sia più e ritiene che possano essere state utilizzate per altre destinazioni.

“Tutto ciò – commenta – determina inevitabilmente refluenze negative pesantissime sui dipendenti e su servizi essenziali, tra cui l’assistenza agli alunni disabili e la manutenzione delle strade provinciali, al limite della praticabilità”.

Ormai – conclude Mancuso – è tecnicamente impossibile che la nuova ARS possa deliberare un assestamento di bilancio per recuperare le somme necessarie per la predisposizione degli strumenti finanziari per cui il presidente Musumeci si troverà ad affrontare l’ennesima grana lasciata in eredità dallo squinternato governo Crocetta”.

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