Il progetto che prevede di produrre energia dal mare sta per prendere il via
Energia rinnovabile: aria, acqua, terra e fuoco. Dopo il fallimento dell’eolico, i Paesi che stanno investendo tantissimo sulle risorse della cosiddetta -energia pulita- lo fanno principalmente sull’idroelettrico e sul solare.
Ma c’è un tipo di energia, quella marina, che è ancora in fase embrionale ma potrebbe dare grandi risultati.
L’acqua marina ha un moto che può essere sempre della stessa direzione (come nei fiumi o nel caso delle correnti marine permanenti) oppure può cambiare direzione come accade nel caso delle correnti di marea, e come accade anche nello Stretto di Messina a causa della rema montante e della rema scendente.
Esistono alcune sperimentazioni scientifiche per trarre energia con le turbine dal mare, e sono quelle sperimentate in Portogallo, Galles e Scozia.
Ma c’è anche un esperimento, il Sea Power, che è l’esperimento pilota del progetto Fri-el Green Power dell’omonima azienda di Bolzano attiva nella produzione di energia rinnovabile, che lunedì avrà come palcoscenico lo Stretto di Messina.
Il progetto è finanziato, in parte, dalla Regione del Trentino Alto Adige e prevede la messa in acqua di una piccola imbarcazione che si porta dietro un grande numero di boe che, tramite dei tubi, sostengono alcune turbine che producono energia.
La struttura che verrà installata nelle acque dello Stretto è un prototipo da 500 kilowatt, sperimentata eccezionalmente nel Mediterraneo, visto che il grosso del progetto si materializzerà nelle acque oceaniche che garantiscono una maggiore produzione energetica.
Sea Power è un sistema per la produzione di energia elettrica pulita che sfrutta il moto naturale dell’acqua.
Il sistema completo è composto da una struttura galleggiante (portone o nave) e da varie turbine ad asse orizzontale; queste sono posizionate lungo un tubo orizzontale snodabile e modulare (denominato “filare-) ad intervalli regolari. Il tubo funge anche da albero di trasmissione del moto che trasferisce la potenza catturata dall’acqua al generatore elettrico che, a sua volta, la trasforma in energia elettrica.
Le turbine, che vengono fatte girare dalle correnti sono allineate a distanza opportuna le une dalle altre. Tutte le turbine sono collegate ad un unico albero comune. Ogni fila forma una linea fluidica ed è collegata ai generatori elettrici situati a bordo della struttura galleggiante, a propria volta ancorata al fondale. In tal modo tutte le componenti elettriche vengono a trovarsi sopra il pelo libero dell’acqua permettendo all’intero sistema di allinearsi a seconda della direzione della corrente.
Le strutture galleggianti, ovvero i pontoni e le navi, sono disposte in gruppi di diverse decine, formando delle vere e proprie flotte impiegate nella produzione energetica.
L’energia elettrica prodotta viene immessa direttamente nel sistema elettrico del Paese attraverso un cavo sottomarino che collega le singole strutture galleggianti alla rete elettrica della terra ferma.
Studi numerici e varie indagini sperimentali svolti su diversi modelli in scala presso la galleria del vento del Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale e nella vasca navale del Dipartimento di Ingegneria Navale dell’Università di Napoli “Federico II- hanno permesso l’ottimizzazione delle prestazioni e la messa a punto della configurazione ideale per massimizzare l’energia prodotta. È in fase avanzata la progettazione di un prototipo da 500 kW che sarà installato e testato nello Stretto di Messina, dove la corrente raggiunge punte di 2.5 m/s. Il prototipo sarà costituito da una nave e da 4 filari allineati, ognuno dei quali avrà 5 turbine dal diametro di 4 metri per un totale di 20 turbine.
Ecco alcuni link utili:
http://www.energoclub.it/doceboCms/page/12/idroelettrico_energia_dal_mare.html
http://www.fri-el.it/seapower/it/progetto_sistema.php
