Appicca il fuoco vicino alle case, arrestato dipendente del Comune di Librizzi

Appicca il fuoco vicino alle case, arrestato dipendente del Comune di Librizzi

Redazione

Appicca il fuoco vicino alle case, arrestato dipendente del Comune di Librizzi

venerdì 20 Ottobre 2023 - 10:14

Lo scorso 17 settembre è stato ripreso dalle telecamere mentre lanciava un innesco

I carabinieri del Radiomobile di Patti e della Stazione di Librizzi hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal giudice del Tribunale di Patti, Ugo Molina, nei confronti di un dipendente del Comune di Librizzi, con le mansioni di addetto all’acquedotto e operaio manutentore per ipotesi di reato di tentato incendio boschivo.

Vicino a un insediamento abitativo

Lo scorso 17 settembre era andata a fuoco un’area boschiva, ricca di sterpaglie e macchia mediterranea, di circa cento metri quadri, sottoposta a vincolo, in contrada Sant’Opolo di Librizzi, adiacente alla strada provinciale Patti – San Piero Patti, a poca distanza a un insediamento abitativo composto da una decina di famiglie, alcune delle quali avevano installato all’esterno delle loro abitazioni dei bomboloni di gas, con conseguente grave pericolo dì propagazione dell’incendio.

Incendio doloso, senza i soccorsi sarebbe stato distruttore

L’incendio era apparso subito grave e, come quelli del 31 luglio, 2 agosto e 29 agosto, di chiara origine dolosa, come sottolineato dal giudice nella sua ordinanza: “… Senza il tempestivo e provvidenziale intervento dei primi soccorritori, le fiamme avrebbero potuto propagarsi irrefrenabilmente, in modo incontrollato e con elevata potenza distruttrice, alle circostanti aree boschive, alle aree cespugliate, alla vegetazione di macchia mediterranea e alle abitazioni presenti sui luoghi. L’intensità delle fiamme, l’elevata inclinazione del pendio in cui si è sviluppato l’incendio e la fitta vegetazione esposta al fronte del fuoco avrebbero potuto determinare il veloce e potenzialmente devastante avanzamento delle fiamme. Il massiccio dispiegamento di mezzi e uomini che si e reso necessario per domare l’avanzare delle fiamme (2 autobotti, tre volanti, 7 membri del Corpo Forestale, 1 autobotte comunale e numerosi volontari) è la conferma della capacità offensiva delle fiamme sprigionatesi ed è indicativo della potenza distruttrice che avrebbe assunto il fronte di fuoco nel suo incontrollato propagarsi. Il ‘chirurgico” posizionamento dell’innesco alle pendici di una collina, ai piedi di una scarpata ad elevata pendenza, a ridosso di una sede stradale circondata da vegetazione facilmente combustibile avrebbe potuto determinare il propagarsi delle fiamme ad alta velocità anche a causa del cosiddetto effetto camìno…”.

Le telecamere

Le indagini svolte dai Carabinieri, in particolare alcuni filmati registrati da videocamere appositamente predisposte, hanno inequivocabilmente dimostrato come l’odierno indagato si sia reso responsabile dell’insano gesto, mentre era alla guida dell’auto a lui in uso.

In particolare, dai filmati emergeva che alle ore 18:43 del 17 settembre 2023 sopraggiungeva sul luogo una Bmw, nera; il conducente dell’auto allungava il braccio dal finestrino lato guida e lanciava alle pendici della collina, verso la vegetazione, un innesco costituito da una piccola palla bianca infuocata. Appena a terra, l’innesco rotolava, si fermava nella vegetazione e subito iniziavano a sprigionarsi le fiamme.

Il video, della durata di circa 35 secondi, si interrompe e riprende alle ore 18:47, attivandosi con il passaggio di un altro veicolo estraneo ai fatti. La stessa videocamera, subito dopo, riprendeva il rapido inizio del propagarsi delle fiamme e la caduta dal costone sulla strada provinciale di alcune pietre.

Foto e video trappole

Le indagini si sono avvalse anche della fattiva collaborazione di alcuni volontari del servizio di anti-incendio, i quali, oltre a partecipare attivamente alle operazioni di spegnimento, avevano in precedenza, di propria iniziativa, acquistato ed installato sulla pubblica via alcune foto – video trappole.

I successivi accertamenti svolti dai Carabinieri hanno consentito di acclarare ulteriormente la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico dell’odierno indagato. Il giudice ha disposto per lui gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

7 commenti

  1. Se fosse colpevole 30 anni di galera, la Sicilia brucia anche oggi non solo purtroppo per la siccità, ma per la mano criminale dell’ uomo che , ormai scientemente brucia il poco verde rimasto in questa regione………. l’ergastolo a vita meriterebbero per crimini contro l’umanità e l’ambiente!!

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  2. Alberto Villari 20 Ottobre 2023 12:46

    Chiunque cagioni un incendio su boschi, selve o foreste ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui, e’ punito con la reclusione da quattro a dieci anni. Se l’incendio di cui al primo comma e’ cagionato per colpa, la pena e’ della reclusione da uno a cinque anni……………….FORSE.

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  3. Posso dire che i cittadini sopperiscono alle carenze delle istituzioni?
    Quanto costa una fototrappola?
    È qualunquismo dire che c’è un concorso di colpa istituzionale?

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  4. alessa dra mobilia 21 Ottobre 2023 16:30

    Non bastano illustrissimo Giudice né gli arresti domiciliari né il braccialetto. Giustizia che merita. Cosa dobbiamo ancora vedere, aspettarci, aumentate la videosorveglianza e tanto altro, da cittadina ve ne sarò grata.

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  5. Per questi individui nessuna pietà! Permettergli di giocare con la vita altrui e distruggere la natura è da irresponsabili! Galera e nient’altro

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  6. tanto molto presto sapremo come ti chiami, poverino mi fai pena!!!! a presto!!

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  7. Se colpevole, in galera e buttate le chiavi! Non meritano perdono.

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