Otto messinesi coinvolti nella maxi operazione "False Licenze Bus" di Cosenza

Otto messinesi coinvolti nella maxi operazione “False Licenze Bus” di Cosenza

Veronica Crocitti

Otto messinesi coinvolti nella maxi operazione “False Licenze Bus” di Cosenza

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martedì 10 Dicembre 2013 - 08:35

Sotto inchiesta per associazione a delinquere e falso: Pietro Giorgianni, 45enne di Monforte San Giorgio, Samuele Giardina, 43enne di Patti, Sebastiano Paolo Brancato, 71enne di Santa Teresa Riva, Antonino Puleo, 40enne di Messina, Michele Maiolino, 51enne di Raccuja, Caterina Spadaro, 56enne di Taormina, Salvatore Franchino, 45enne di Giardini, Giovanni Greco, 35enne di Messina.

Sono otto i messinesi finiti sotto inchiesta nella maxi operazione di Cosenza sulle false licenze bus che, ieri mattina, ha condotto all’arresto del sindaco di Panettieri, Salvatore Perrotta, del comandante dei vigili urbani del comune, Pietro Paolo Torchia, e del funzionario amministrativo del comune, Pasquale Bilotta, con l’accusa di associazione a delinquere e falso in atto pubblico.

Si tratta di Pietro Giorgianni, 45enne di Monforte San Giorgio, Samuele Giardina, 43enne di Patti, Sebastiano Paolo Brancato, 71enne di Santa Teresa Riva, Antonino Puleo, 40enne di Messina, Michele Maiolino, 51enne di Raccuja, Caterina Spadaro, 56enne di Taormina, Salvatore Franchino, 45enne di Giardini, Giovanni Greco, 35enne di Messina.

L’inchiesta coinvolge ben 69 indagati e 196 licenze sequestrate in tutta Italia. Secondo l’accusa, gli amministratori ed i funzionari del Comune di Panettieri avrebbero prodotto false autorizzazioni per concedere licenze di noleggio degli autobus con conducente senza che, in realtà, vi fossero i requisiti.

Una maxi operazione, brillantemente condotta dal Polstrada di Cosenza, che ha scandagliato un sistema marcio che coinvolgeva non solo Cosenza e la Calabria, ma anche la Sicilia e altre parti d’Italia. Le imprese di noleggio, infatti, erano dislocate in vari punti della penisola. Secondo le accuse, le aziende private che ricevevano le licenze provenivano per la maggior parte dal Nord e dalla Sicilia, avevano sedi legali nel Comune di Panettieri, ma erano sedi fittizie. L’inchiesta era partita tre anni fa e, sempre secondo gli inquirenti, si è trattato di un business di circa 1000 euro ad autorizzazione che, nel complesso, aveva fruttato circa 200mila euro.

Veronica Crocitti

Un commento

  1. E per 200 mila euro tutto sto bordello? Gente che si e’ mangiaa un paese e’ a piede libero!

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