Atm: 7 anni di iter schizofrenico, debiti, contenziosi e "caporali"

Atm: 7 anni di iter schizofrenico, debiti, contenziosi e “caporali”

Rosaria Brancato

Atm: 7 anni di iter schizofrenico, debiti, contenziosi e “caporali”

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mercoledì 06 Novembre 2019 - 07:05

Messina- Il Piano di liquidazione Atm parte da una mole di 80 milioni di debiti e da deficit strutturali

Da un lato una sorta di “schizofrenia” amministrativa nel percorso degli ultimi 7 anni, dall’altro una situazione economica drammatica.

Sono questi i due pilastri sui quali si basa il Piano di liquidazione Atm trasmesso al Consiglio comunale dai commissari liquidatori Pietro Picciolo, Fabrizio Gemelli e Roberto Aquila.

80 milioni di debiti

Il monte debitorio sfiora gli 80 milioni , i crediti sono circa 45 milioni. Una situazione che non può essere sanata con pannicelli caldi e che in base alla normativa, non può poggiare sulle spalle del Comune in qualità di socio. La normativa infatti vieta all’ente pubblico il soccorso finanziario di quelle partecipate che hanno accumulato debiti per più di 3 anni consecutivi (l’Atm è da almeno 7 anni in perdita).

45 milioni di crediti

La riscossione dei crediti in un arco di tempo dal 2020 al 2024 e la vendita dei beni potrebbe portare l’introito di 45 milioni, ai quali eventualmente aggiungere (ma si sconoscono i tempi) le somme dal contenzioso con la Regione sui rimborsi chilometrici. Messina ha vinto il primo round ma la Regione ha fatto appello al Cga.

4 milioni entro il 30 novembre

Prima ancora di qualsiasi altra mossa lo scoglio principale sono i 4 milioni di rateizzazione che l’Atm deve saldare all’Agenzia delle entrate entro il 30 novembre. Tra le righe peraltro val la pena citare il fatto che l’Atm deve all’Agenzia Riscossione oltre 53 milioni di euro.

Parlano i liquidatori

 “Con le somme derivanti dalla liquidazione dell’attivo pari a circa 45 milioni di euro- scrivono i liquidatori– derivanti dalla riscossione dei crediti e la vendita dei beni mobili ed immobili, nell’arco temporale  2020 – 2024 possono essere soddisfatti tutti i crediti di natura previdenziale, fiscale ed il pagamento della indennità di trattamento di fine rapporto dovuta ai dipendenti in forza, escludendo tutti gli altri creditori”.

“Tutto ciò sarà possibile – avvisano i liquidatori- se verrà rispettato il pagamento della rata che scade il prossimo 30 novembre per un importo di 3,9 milioni di euro, il cui mancato pagamento produrrebbe un ulteriore aggravio di somme per sanzioni ed interessi pari a circa 14 milioni di euro.Ulteriore liquidità dovrebbe arrivare dal contenzioso per rimborso dei contributi kilometrici per gli anni dal 2012 al 2016 e dalla richiesta che dovrà essere formulata per gli anni 2017 e 2018 il cui valore totale stimato è pari ad € 11.969.834,20. Tale liquidità potrebbe permettere il soddisfacimento degli ulteriori creditori, compresi i fornitori, per una percentuale che dovrebbe aggirarsi sul 45% del dovuto”.

Bilanci non approvati dal 2004

C’è poi un’intera parte dedicata a quella che potremmo definire una “schizofrenia” nelle decisioni che riguardano le sorti dell’Atm e che prende avvio dal 2012. Vi è da dire che come rilevato dalla stessa Corte dei Conti più volte l’Ente non ha approvato bilanci sin dal 2004.

Periodiche anomalie

La stessa magistratura contabile evidenzia “periodiche anomalie” relativamente al comportamento contradditorio di un Ente che a seguito della decisione del consiglio comunale di liquidare l’Azienda (delibera 11/c del 14.02.2012) per poi procedere con un atto di revoca da parte della giunta Accorinti nel 2017, che però non viene trasmesso al Consiglio.

La delibera di liquidazione del 2012

Il 14 febbraio del 2012, proprio in virtù delle condizioni drammatiche dei conti, il Consiglio comunale approva la delibera di messa in liquidazione dell’Atm,  dando mandato al Dipartimento Mobilità di perfezionare la procedura entro 15 mesi, con la costituzione di un’apposita Società per azioni. Anche la Corte dei Conti evidenzia che tra le misure di risanamento proposte dal Comune in pre-dissesto c’è l’avvio della procedura di liquidazione dell’Atm.  

Comportamenti contraddittori

Il commissario straordinario del Comune Luigi Croce nel 2013 conferma l’iter per la liquidazione e la costituzione di una nuova società (Atm spa).Nel 2015 l’amministrazione Accorinti dà mandato al direttore generale di predisporre una delibera di revoca della liquidazione, ma, inspiegabilmente, nel 2016, in sede di audizione davanti alla Corte dei Conti la stessa giunta conferma di voler procedere con la liquidazione e procedere con la Multiservizi.

Il 24 ottobre del 2017 la giunta Accorinti delibera la revoca della liquidazione, ma il provvedimento non arriverà in Aula, restando quindi un atto unilaterale e contraddittorio rispetto al percorso fin qui seguito dalla stessa giunta.

Atm “inseguita” dai debiti

Tutto ciò aggravato- proseguono adesso i liquidatori– come evidenziato dalla Corte dei Conti, da un comportamento che ha disatteso tutte le linee guida in materia di ripiano delle perdite. Non sono stati seguiti quei principi di efficienza, efficacia ed economicità che la normativa impone ad un’azienda che rincorre da anni l’auspicata condizione di equilibrio finanziario inseguita da una massa debitoria che è la fotografia di un fallimento tanto evidente quanto sottaciuto negli anni”.

Si arriva quindi all’amministrazione De Luca che riprende il percorso interrotto e lo riporta in Consiglio comunale, dove viene approvata la definitiva messa in liquidazione dell’Atm.

Nel Piano di liquidazione la prima parte è relativa al contesto attuale dell’azienda, dove probabilmente alcune criticità figlie dei decenni passati si sono cronicizzate fino a diventare patologiche.

Incapacità tecniche e organizzative

Come evidenziato anche dal collegio dei revisori, sia l’ufficio ragioneria che l’ufficio legale non hanno mai avuto le capacità tecniche ed organizzative per garantire una normale gestione del servizio di contabilità e del servizio legale. Dalla lettura attenta della contabilità, inoltre si riscontrano difficoltà nell’imputazione delle voci e spesso gli accadimenti aziendali non erano contabilmente evidenziati nella forma corretta”.

Contenziosi evitabili

“Stessa difficoltà è stata riscontrata nella gestione dell’enorme massa del contenzioso legale che nasce spesso da cause passive instaurate dai dipendenti con azioni spesso non opposte o non seguite in tutto ed il cui iter previsto dalla normativa a tutela e difesa dell’azienda non veniva rispettato- si legge ancora nel Piano di liquidazione- Queste circostanze hanno spesso portato al pagamento di enormi quantità di interessi legali per tardivi pagamenti e spese legali, nonché per pignoramenti ed azioni esecutive. Si ritiene che molti giudizio si sarebbero potuti evitare stante la fondatezza palese delle pretese avversarie”.

Sindacalizzazione e “caporalato”

C’è poi il capitolo dei rapporti burrascosi con i sindacati e qui non mancano le frecciate. “All’interno dell’azienda i fenomeni di sindacalizzazione dei processi produttivi dei servizi, dall’officina, alla manutenzione, al gommato, all’amministrazione hanno spesso procurato una totale assenza di collaborazione ed in alcuni casi anche di insubordinazione alle disposizioni ed alle direttive di questa commissione. Abbiamo trascorso molto tempo in azienda per una costante e puntuale diagnosi della vita aziendale con azioni tendenti a mitigare fenomeni di caporalato per evitare ulteriori danni alla struttura organizzativa dell’azienda e permettere una normale e sana gestione dell’attività.”

Mancanza di sinergie

E’ stata riscontrata infine una mancanza di sinergie tra i vari uffici con gravi ripercussioni sulle dinamiche economiche e finanziarie- continuano i liquidatori- Da un’attenta analisi della situazione patrimoniale  si evince chiaramente una situazione di totale disequilibrio che genera soltanto ulteriori perdite e che in questa fase non lascia ben sperare sulla reale possibilità di attuare quelle attività necessarie ed utili per soddisfare totalmente il pagamento dei debiti accumulati, se non con l’intervento diretto dei soci”.

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