Acr Messina-Lo Monaco: per il calcio cittadino ma non solo

Acr Messina-Lo Monaco: per il calcio cittadino ma non solo

Pietro Di Paola

Acr Messina-Lo Monaco: per il calcio cittadino ma non solo

Tag:

sabato 02 Giugno 2012 - 15:53

Un’analisi sugli importanti contorni che ruotano attorno all’operazione d’acquisizione del club giallorosso. Managerialità accanto a gol e vittorie

L’imminente insediamento della famiglia Lo Monaco elettrizza tifosi e sportivi. L’agognato cambio della guardia, l’addio al generoso ma fragile “comitato di salute pubblica” costituitosi in fretta e furia dieci mesi fa, la prospettiva di un’estate finalmente serena, da vivere tra un’indiscrezione di mercato e le cronache dal ritiro, e nulla più, con la certezza di una proprietà solida e competente, solletica le fantasie dei tifosi, all’affannosa ricerca della normalità calcistica perduta. Proprio l’ansia di recuperare un rapporto sano e “fisiologico” con il pallone non ha ancora consentito ai più, ci sembra, di percepire la valenza “epocale” di questo passaggio di consegne che va ben oltre il semplice addio al festival dei dilettanti che, salvo rare eccezioni, ha caratterizzano l’ultimo quadriennio di calcio giallorosso.

E’ lo sbarco del “metodo Lo Monaco” la vera svolta che sta per materializzarsi sullo Stretto, l’approccio nuovo al calcio, l’idea nuova di calcio che, tra i primi, questo giovanotto di 57 anni da Torre Annunziata , attraverso una lunghissima gavetta, ha maturato e coltivato. Un grave errore di valutazione limitare gran parte dei meriti del futuro demiurgo dei destini giallorossa all’incontestabile capacità di scovare i migliori talenti del calcio, soprattutto sudamericano, acquistandoli a prezzi da saldo, e rivendendoli poi, frequentemente, a cifre da capogiro. Certo fanno ancora sensazione le cessioni di Vargas, girato alla Fiorentina nel 2008 per una cifra vicina ai 13 milioni di euro, e più recentemente di Martínez, alla Juventus per 12 milioni. Operazioni da manuale, certo, che rappresentano però soltanto uno strumento, uno dei tanti strumenti di cui, in questi anni, Lo Monaco si è avvalso per centrare l’obiettivo più difficile per una società di calcio, specie di provincia: la ricerca della sostenibilità.

Parola magica che per molti fa a pugni con l’estemporaneità, con la fugacità del mondo del calcio, con i risultati, e che, invece, proprio l’ultimo decennio di lavoro dell’imprenditore siculo-campano ha mostrato poter e dover essere primaria esigenza di un manager di calcio. Già manager di calcio, non direttore sportivo, direttore generale, ma manager, responsabile, a tutto tondo, di ogni aspetto (marketing, comunicazione, merchandising, impianti sportivi) che ruoti intorno al core-business: il gol e le vittorie. Per questo è inevitabile gongolare all’idea di questo nuovo assetto proprietario. Per questo è legittimo scalpitare di fronte alla conclamata lungimiranza dei probabili nuovi padroni del Messina, di fronte alla capacità di scovare astri nascenti, da Maxi Lopez a Silvestre, e contestualmente all’abilità di reperire sul mercato cospicue risorse (due mutui stipulati con il Credito Sportivo per un totale di 24 mln di euro) per realizzare a tempo di record un centro sportivo, Torre del Grifo, unico in Italia e che dopo appena un anno dal suo completamento viene valutato 150 milioni di euro, esattamente il triplo dell’investimento iniziale.

Si fatica a trovare per la guida del Messina, per il nostro amato Messina, un dirigente che per cinque anni sia riuscito a chiudere in attivo il bilancio di una società di serie A , per un totale di 25 milioni di euro, con risultati sportivi eccezionali. Nei giorni scorsi il più autorevole quotidiano economico-finanzario italiano, “Il Sole 24 ore”, ha elaborato una speciale classifica dei costi per ogni punto conquistato nella massima divisione negli ultimi due anni, incoronando il Catania di Lo Monaco, rispettivamente, primo e secondo. Numeri che non possono non entusiasmare in queste ore chi palpita per quei colori, il giallo ed il rosso. Cari a Lo Monaco, che di questa città è figlio adottivo, che in questa città ha fatto nascere i propri figli, che da queste parti vuole bissare il miracolo Catania, andando oltre quel modello, a caccia di un sogno: la realizzazione di una vera e propria Polisportiva (calcio, basket, pallavolo), sull’esempio, con le dovute proporzioni, si intende, del grande Barcellona. (Pietro Di Paola)

4 commenti

  1. puzza di bruciato 2 Giugno 2012 22:38

    Noi tifosi ci siamo….. bastano pochissimi risultati e il San Filippo (se mai diventerà agibile in tempo) si riempirà in un baleno!!!!!!!!!

    0
    0
  2. Benvenuto alla famiglia Lo Monaco, ma tantissime grazie al comitato spontaneo costituitosi sotto la regìa di Lello Manfredi che consente di sperare ancora per le migliori fortune dell’A.C.R. Messina, che altrimenti sarebbe definitivamente scomparso dalle scene calcistiche.

    0
    0
  3. il problema non e’ l’arrivo di Lo Monaco……..
    e’ non farlo..col tempo….scappare…..
    abbiamo esperienze in tal senso..e non parlo solo dei tifosi….

    0
    0
  4. Chiunque si prenda il Messina importante che con una programmazione seria ci porta nel calcio che conta almeno la serie B,altrimenti meglio che non vengano,non faremo sconti a nessuno Messina non può e non deve stare in certi campionati….

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007