A/18, Accorinti: 3 anni dopo la frana i lavori non sono ancora iniziati

A/18, Accorinti: 3 anni dopo la frana i lavori non sono ancora iniziati

A/18, Accorinti: 3 anni dopo la frana i lavori non sono ancora iniziati

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sabato 25 Agosto 2018 - 07:38

A proposito di sicurezza nelle autostrade siciliane l'ex sindaco ricorda le condizioni della Messina Catania a 3 anni dalla frana di Letojanni "Ci sono ancora due Italie"

L’ex sindaco Accorinti prendendo spunto dalla tragedia di Genova evidenzia la necessità di interventi alle infrastrutture del messinese tenendo in considerazione la fragilità idrogeologica del nostro territorio.

“E’ il caso di ricordare che sull’autostrada Messina-Catania– scrive in una nota- entrambe città metropolitane, da 3 anni si aspetta la risoluzione dei problemi causati dalla frana che, a pochi chilometri da Taormina, ha interrotto una carreggiata dell’autostrada in direzione Catania, limitando fortemente il traffico. A oggi, nonostante gli appelli fatti negli anni scorsi da Sindaco della città di Messina e della Città Metropolitana, al Consorzio Autostrade Siciliane non si è riusciti ad avviare i lavori per risolvere il problema che causa gravi rallentamenti su una delle principali arterie autostradali della Sicilia. Un’altra frana simile o l’aggravarsi di quella già intervenuta, potrebbe interrompere definitivamente e completamente il traffico autostradale tra Messina e Catania con conseguenze disastrose per i trasporti e per il turismo. Quanto ancora la Sicilia dovrà aspettare per la soluzione di un problema che probabilmente in regioni più a nord avrebbe trovato soluzione quasi immediata? Perchè dopo 3 anni non si riesce ad appaltare un lavoro che probabilmente da un punto di vista economico, vale un centesimo di quanto costerà la sostituzione del viadotto a Genova?”

Accorinti ricorda poi la querelle sul pedaggio di Ortoliuzzo, al casello chiamato Villafranca Tirrena e per l’abolizione del quale sia l’ex amministrazione che l’ex consiglio ed i consiglieri di circoscrizione si sono battuti a lungo, inutilmente.

“I mancati introiti, certamente modesti per il bilancio del CAS, non possono essere una giustificazione accettabile per far perdurare una situazione in cui di fatto i cittadini sono costretti a pagare un pedaggio per un percorso urbano. Le perdite, se proprio non compatibili con i bilanci del CAS, potrebbero eventualmente essere recuperate ritoccando di pochi centesimi le tariffe delle altre tratte.
Il tema delle infrastrutture, intese come strumento per lo sviluppo sostenibile dei territori, resta uno dei grandi nodi da risolvere per consentire un vero rilancio del Sud dell’Italia. Per dare una misura della differenza nella distribuzione degli investimenti pubblici negli ultimi decenni, bisogna forse ricordare ancora una volta, che oggi, nel 2018, in Sicilia ci sono treni che vanno a gasolio e molte tratte sono ancora a binario unico con tempi di percorrenza ridicoli se paragonati con le linee del centro e nord Italia. Ancora oggi, anche per i trasporti, ci sono due Italie. Anche a questo Governo chiediamo di mettere tra le sue priorità una risposta concreta ai problemi dei trasporti nel Sud del Paese”.

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