I sei mesi di Giusy Furnari alla Regione: "Lascio un nuovo modo di progettare i Beni Culturali"

I sei mesi di Giusy Furnari alla Regione: “Lascio un nuovo modo di progettare i Beni Culturali”

Francesca Stornante

I sei mesi di Giusy Furnari alla Regione: “Lascio un nuovo modo di progettare i Beni Culturali”

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venerdì 31 Ottobre 2014 - 16:18

Per Messina la possibilità di avere 55 milioni per la Zona Falcata. Circondata dal Soprintendente ai Beni Culturali Rocco Scimone, dal Direttore della Biblioteca regionale Sergio Todesco e dalla Direttrice del Museo regionale Caterina Di Giacomo, l'ormai ex assessore Furnari ha parlato del lavoro svolto da assessore regionale.

Un modo nuovo di lavorare, una politica di fatti e non di annunci, una ritrovata attenzione per Messina che mancava da almeno vent’anni e alcuni progetti importanti che hanno trovato il punto di partenza e che adesso la città dev’essere capace di difendere e portare avanti. Giusy Furnari, assessore messinese “tagliato” dall’azzeramento del Presidente Rosario Crocetta ha lasciato questa impronta in chi in questi sei mesi di lavoro palermitano l’ha affiancata per creare quelle sinergie necessarie per trattare i Beni culturali non solo come patrimonio da difendere e valorizzare ma anche come generatori di cultura vera che i cittadini possono toccare e vivere in prima persona.

Oggi l’ormai ex assessore Furnari ha voluto dire la sua per illustrare il lavoro svolto in questi mesi e portare alla luce i progetti che spera possano trovare seguito anche adesso che lei non è più in giunta regionale. Accanto a lei il Soprintendente ai Beni Culturali Rocco Scimone, il Direttore della Biblioteca regionale Sergio Todesco e la Direttrice del Museo regionale Caterina Di Giacomo. Tutti intorno alla Furnari per elogiare il suo operato, l’attenzione dedicata a Messina e l’importanza di un nuovo modello di lavoro che dovrà essere motore della politica dei beni culturali.

“Il merito che riconosco alla Furnari è di aver cambiato il modo di progettare gli interventi, non più singoli campi di lavoro, ma aree territoriali su cui far convergere importanti fondi europei” ha spiegato il soprintendente Scimone che ha parlato con grande entusiasmo dei progetti pensati per Messina. “Abbiamo redatto tre schede programmatiche che potrebbero portare a Messina e provincia 165 milioni di euro di fondi europei che si riferiscono alle linee guida 2014-2020. Progetti che puntano a investire su Montalbano Elicona e il suo borgo Abacena, la zona Ionica mettendo al centro il Teatro antico di Taormina e soprattutto Messina con la sua Zona Falcata e le ricchezze che racchiude. Proprio su quest’area che punta a valorizzare la vocazione portuale dell’intera città c’è un progetto da 55 milioni che potrebbe totalmente cambiarne il volto. Ma c’è bisogno del coordinamento di tutte le altre strutture, Autorità portuale, Ferrovie, Capitaneria di Porto e Comune”. E proprio sul coinvolgimento di Palazzo Zanca ecco la nota critica del soprintendente: “Il buon Renato al momento è fortemente latitante quando invece doveva essere il primo protagonista”.

A Sergio Todesco è toccato invece illustrare il lavoro sul fronte della Biblioteca regionale. “Grazie all’attenzione mostrata da Giusy Furnari abbiamo gettato le basi per sottoscrivere un protocollo d’intesa con l’Università di Messina e se tutto andrà come speriamo finalmente dopo vent’anni la Biblioteca avrà una sede propria. L’Università concederà i locali dell’ex Facoltà di Economia, un’area di circa 3 mila mq che ci consentirà di lasciare una delle tre attuali sedi e risparmiare circa 200 mila euro annui”.

Caterina Di Giacomo, direttrice del Museo regionale di viale della Libertà, ha ringraziato l’operato della professoressa Furnari per aver restituito ad un museo osteggiato dal governo centrale l’attenzione che merita. “I cantieri sono ancora aperti ma siamo vicini alla fine, quello della Filanda è praticamente terminato, per il nuovo Museo attendiamo con ansia il 9 settembre 2015 anche se contiamo di finire prima. Spero solo che a quel punto, con una struttura da 9 mila mq a disposizione, arrivi il sostegno di cui abbiamo bisogno perché ad oggi la Regione spende per il Museo messinese solo 5 mila euro annui che dovrebbero bastarci per sostenere tutte le spese”.

Questo il lavoro di Giusy Furnari attraverso le testimonianze di coloro i quali lei stessa ha definito le vere “mani” che le hanno permesso di trasformare la sua politica in azione concreta. “Mi spiace di aver avuto solo 6 mesi di tempo a disposizione che però sono stati sufficienti per capire che i Beni culturali hanno al loro interno delle importanti professionalità che però bisogna mettere in sinergia. In questi mesi ho gettato le basi di quello che secondo me dovrebbe essere il modo di operare in questo campo: produrre cultura e mettere all’interno di ogni progetto un messaggio culturale di trasferire alla gente”.

L’ex assessore racconta anche delle tante difficoltà burocratiche incontrate in questo percorso, come quelle legate all’introduzione della nuova bigliettazione online o il rapporto tra pubblico e privato nella gestione dei beni culturali. Ha parlato delle questioni che lascia aperte come la Biblioteca regionale che spera possa trovare casa nei locali dell’ex Facoltà di Economia e diventare così una gride e unico centro culturale. Ha parlato dell’ambizioso progetto elaborato sulla Zona Falcata, non nascondendo anche le perplessità che aveva la stessa Regione. “Abbiamo fatto il primo tavolo a cui però mancava il Comune di Messina che spero però possa rendersi conto della valenza che possono avere le linee guida redatte per portare su quella zona 55 milioni di euro. Entro giugno 2015 i progetti dovranno essere pronti per essere presentati all’Europa e in questo non ci si può far trovare impreparati”. Ha parlato anche della richiesta già presentata per trasferire gli uffici della Soprintendenza dal viale Boccetta in due padiglioni dell’ex Ospedale Margherita, operazione che farebbe risparmiare i soldi di affitto alla Regione e creerebbe la possibilità di dar vita a un polo culturale, vista la vicinanza del Museo. Nel cantiere che lascia aperto ci sono anche il Regolamento pr l’Eco museo, realtà contemporanee innovative che rendono il territorio protagonista, il Regolamento sulle celebrazioni della I Guerra mondiale, l’avvio di un nuovo dibattito sull’identità siciliana e la richiesta per iscrivere Giampilieri tra i luoghi della memoria.

Sei mesi che hanno gettato alcune basi che adesso l’ex assessore spera vengano assorbiti da chi prenderà il suo posto. “Noi però staremo a vigilare e a farci sentire perché anche da fuori si può comunque fare molto”.

Francesca Stornante

2 commenti

  1. Renatino il tibetano latitante?? ma no è sulla metropolitana dello stretto a remare……………

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  2. Renatino il tibetano latitante?? ma no è sulla metropolitana dello stretto a remare……………

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