Bimbi a lezione sulle sedie alla San Francesco di Paola. Niente asilo alla Evemero

Bimbi a lezione sulle sedie alla San Francesco di Paola. Niente asilo alla Evemero

Francesca Stornante

Bimbi a lezione sulle sedie alla San Francesco di Paola. Niente asilo alla Evemero

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sabato 10 Ottobre 2020 - 16:00

Ancora tanti i disagi nelle scuole messinesi tra carenze di spazi e banchi che non arrivano. E c'è chi, come i bimbi dell'asilo della Evemero, non hanno mai iniziato l'anno

A circa un mese dall’inizio dell’anno scolastico i bambini che frequentano la scuola San Francesco di Paola, sono senza banchi e seduti in una sediolina per poter studiare. Dal primo giorno di scuola all’Istituto Comprensivo San Francesco di Paola il disagio è tutt’oggi ancora attuale, segnalato dai genitori dei piccoli studenti, e nonostante le sollecitazioni della Dirigente scolastica, le classi dell’Istituto comprensivo San Francesco di Paola di San Licandro, non hanno ancora ricevuto la fornitura dei banchi monoposto pensati per affrontare il periodo scolastico nell’era del Covid-19. Nelle scuole della V circoscrizione, sembrerebbe che parecchi banchi monoposto siano ancora in attesa di essere consegnati.

A segnalarlo è il presidente della quinta municipalità Ivan Cutè che si fa portavoce di tanti genitori. La scuola ospita centinaia di bambini e le classi non sono abbastanza ampie per accogliere tutti gli alunni utilizzando banchi biposto per uso monoposto. A breve dovrebbero arrivare i nuovi banchi, o almeno una parte di quelli che erano stati richiesti. Ma il tempo scorre, i piccoli alunni continuano a vivere il disagio di dover leggere e scrivere sulle proprie gambe e i genitori sono sul piede di guerra. Non attacca l’istituto, che come tanti altri si è trovato ad affrontare un’emergenza senza precedenti, facendo i conti anche con quelle carenze di spazi che stanno creando problemi in tantissime scuole. Ma questa non può essere la scuola che Messina offre ai suoi bambini. 

Cutè fa appello al buon senso e all’autorevolezza politica del sindaco Cateno De Luca, a cui chiede se intende mettere fine ad una vicenda a dir poco surreale, ponendo in essere tutte le iniziative necessarie affinché chi di competenza si faccia carico di fornire di banchi monoposto le classi dell’Istituto Comprensivo San Francesco di Paola, nonché tutte le altre scuole del territorio Messinese. Un’immagine come questa non è degna di un Paese civile ed i bambini messinesi non meritano di essere trattati in questo modo. 

Il caso della Evemero di Ganzirri

Spostandoci invece ancora più a nord della città, ci sono altri genitori e decine di famiglie che non hanno praticamente neanche potuto avere un inizio di anno scolastico. Stiamo parlando dei più piccoli dell’Istituto comprensivo Evemero di Ganzirri, cioè dei bambini iscritti alla scuola dell’infanzia dei plessi Evemero e Granatari. In questo caso è il consigliere comunale Giandomenico La Fauci a segnare le difficoltà.

 In pratica per questo nuovo anno le sezioni di questi plessi dovevano essere trasferite all’Istituto Marino, a Faro Superiore e Curcuraci. Il “trasloco”, però, non è mai avvenuto: a Curcuraci, infatti, sono in corso lavori presso la struttura e non si potrà mettere piede fino al completamento. All’Istituto Marino i piccoli alunni non sono ancora entrati; con il Comune che è stato più volte sollecitato sia dai genitori che dalla dirigente scolastica. L’inizio delle lezioni è stato qualche settimana fa, ancora nessuno di questi bimbi ha realmente ripreso e, nel frattempo, i genitori non sanno come gestire le mattine di questi piccoli a causa dei propri impegni lavorativi.

“Non possiamo, certamente, imporre a queste famiglie di rivolgersi presso strutture private: in primis perché hanno diritto a un posto in questi asili pubblici, e poi perché i costi previsti non sono spesso sostenibili. Questa lunga attesa non è più accettabile: troppe volte si sottovaluta l’aspetto psicologico legato ai più piccoli. Dai tempi del lockdown a oggi, infatti, questi bambini vivono una situazione di mancata socialità e crescita. Il restare confinati in casa per mesi non ha aiutato nella loro conoscenza del mondo, e – adesso – rischiano di restare confinati in casa senza una reale motivazione e senza il supporto di genitori che devono fare i salti mortali tra lavoro e gestione della famiglia”.

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