Vita e storia della "scena del crimine" nel libro di Schiavone, comandante del Ris di Messina

Vita e storia della “scena del crimine” nel libro di Schiavone, comandante del Ris di Messina

Veronica Crocitti

Vita e storia della “scena del crimine” nel libro di Schiavone, comandante del Ris di Messina

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domenica 23 Febbraio 2014 - 17:24

E' stato organizzato dalla Libreria Bonazinga, in collaborazione con la Scuola Forense, la presentazione del libro "Cacciatori di Tracce", edito da Utet, scritto da Sergio Schiavone e Andrea Nicaso. L'autore, comandante del Ris di Messina, ha risposto e conversato con la scrittrice Bianca Stancanelli dinnanzi ad una ricca platea.

Un viaggio affascinante nell’universo dell’investigazione scientifica, una storia che si evolve tra crimini vissuti e casi minuziosamente studiati, un libro che ha il pregio di regalare al lettore la sensazione di trovarsi ogni volta sulla scena del delitto, di essere anch’egli protagonista principale delle vicende.
“Cacciatori di tracce” è il nuovo libro di Sergio Schiavone, attuale comandante del Ris dei Carabinieri di Messina e professore di Criminalistica e tecniche di sopralluogo in diverse università italiane. Un libro edito dalla Utet e redatto in collaborazione con Antonio Nicaso, giornalista, scrittore, ricercatore nonché considerato uno dei massimi esperti di ‘ndrangheta a livello mondiale.
Competenza scientifica, agilità narrativa, arte del dubbio e ricerca assidua del dettaglio, dell’impronta nascosta e fondamentale, di quell’elemento che ad occhi mortali sembrerebbe superfluo ma che, per loro, per i “cacciatori di tracce”, diventa rivelatore.
Nel libro di Schiavone c’è tutto, dai riferimenti al rapimento di Aldo Moro all’investigazione sulla strage di Nassiryia, dall’omicidio di Meredith Kercher agli errori nelle primissime indagini avviate a Madrid dopo le bombe del 2004, dalla strage di Giovanni Falcone al delitto di Cogne. E’ un percorso, una storia lineare, fatta di ricostruzioni, curiosità, retroscena, “testimoni silenziosi”, tecniche scientifiche in continua evoluzione.
A parlare è sempre lui, il cacciatore di tracce, che con precisione e passione spiega il suo lavoro, l’importanza di seguire gli indizi, di saperli interpretare, di esaminare anche le cose più piccole, un frammento, una fibra, un residuo di smalto, e poi di saper rapportare tutto alla realtà del caso attraverso l’utilizzo di apparecchiature sofisticate.
Cio’ che il lettore si trova dinnanzi, pagina dopo pagina, è la “vita” stessa dell’indagine forense, ossia di tutte quelle tecniche scientifiche utilizzate per risolvere i casi.
Dall’analisi delle impronte digitali al reperimento tracce ematiche, dallo studio di reperti biologici agli incroci su hard-disk e tabulati, Schiavone e Nicaso svelano tutto e raccontano di un mondo ai più sconosciuto, eppure di un fascino senza paragoni.
Basti pensare ai successi di fiction quali RIS, Delitti Imperfetti, CSI New York o Miami ma, più in generale, alle serie televisive e cinematografiche incentrate su detective e investigatori, per capire quanto il mistero colpisca e affascini il grande pubblico.
“E’ un mestiere in cui ci vuole tanta passione – ha spiegato l’autore Sergio Schiavone, durante la presentazione del libro nel Salone degli Specchi della Provincia di Messina – e in me la passione è nata parallelamente alla carriera nell’Arma dei Carabinieri. Ho cominciato con una laurea in chimico di industria farmaceutica per poi toccare le scienze forensi. E lì, a partire dall’analisi di sostanze stupefacenti, mi si è aperto un mondo. Ci sono stati degli avvenimenti, poi, che hanno segnato il mio lavoro, primo tra tutti il caso del giudice Paolo Borsellino”.
E così, dinnanzi ad una sala gremita di gente, Schiavone ha anche ricordato i momenti di uno degli avvenimenti più bui dell’Italia degli ultimi venticinque anni: “L’omicidio del magistrato Borsellino ha segnato la mia vita. Lavorare ore ed ore, senza mai sentire la fatica, con la voglia di scoprire e con la rabbia di sapere quel che era accaduto”.
I cacciatori di tracce sono sempre tra i primi ad arrivare sulla scena del crimine, gli ultimi ad andarsene. Fotografano, immortalano ogni singolo elemento quando tutto è ancora intatto, incontaminato, pieno di particolari fondamentali.
Sono loro gli specialisti, i professionisti del metodo deduttivo. A noi, solo il compito di osservare il loro lavoro attraverso le pagine dei giornali e cercare di comprendere che mai nulla è così semplice come appare, o come la televisione vorrebbe farci credere.
Nella sua introduzione al libro, Andrea Nicastro lancia un messaggio fondamentale: “I cacciatori di tracce sanno che tutti sono in grado di guardare, ma pochi hanno l’abilità di osservare, di fermarsi sui particolari”. Per questo ci vuole esperienza, abilità, passione, il “lavoro di ore ed ore senza sentire la fatica”, la voglia di verità, la necessità di giustizia.
Veronica Crocitti

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