Cadaveri e droga sui litorali in Sicilia, vertice tra procure

Cadaveri e droga sui litorali in Sicilia, vertice tra procure

Alessandra Serio

Cadaveri e droga sui litorali in Sicilia, vertice tra procure

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sabato 18 Gennaio 2020 - 07:30

Vertice tra le procure di Patti e Termini Imerese dopo il ritrovamento del terzo sub morto sul litorale tirrenico siciliano.

Inizialmente scartata perché non sembrava esserci corrispondenza temporale tra gli “annegamenti”, prende ora corpo l’ipotesi di un collegamento diretto tra i sub ritrovati morti e il rinvenimento degli ingenti quantitativi di droga sui litorali.

Il procuratore capo di Patti, Angelo Cavallo, ha incontrato il procuratore capo di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio. Il vertice tra i due magistrati è servito a mettere insieme le rispettive informazioni relative ai casi simili verificatisi in queste settimane, soprattutto dopo il ritrovamento, il 15 gennaio scorso, del terzo sub cadavere, sulla costa di Ginestra, a Termini Imerese.

Il 7 gennaio scorso il corpo di un uomo in tuta termica e scarpe da ginnastica è stato ritrovato sull’arenile di Castel di Tusa, mentre il 31 dicembre scorso il corpo di un altro sub era stato recuperato a Cefalù.

Le due procure si erano già confrontate in occasione del ritrovamento dei 38 chili di hashish sulla spiaggia di San Carrà, tra Capo d’Orlando e Brolo, a poca distanza dallo stesso tipo di carico scoperto sulle spiagge di San Leone ad Agrigento e vicino Castelvetrano.

Novantotto chili di hashish, panetti dello stesso tipo, che potrebbero provenire da un’imbarcazione che trasportava droga affondata, o che erano trasportati in reti agganciate alle chiglie delle navi. Gli uomini affogati potevano essere a bordo dell’imbarcazione affondata, o erano stati reclutati per recuperare i panetti dalle reti, seguiti con il gps.

L’esame dei cadaveri dei presunti “corrieri”, rimasti senza identità, indicherebbe che il loro annegamento risale anche a diversi mesi fa, ma non è possibile stabilirlo con certezza, il mare “corrode” velocemente i corpi. I cadaveri sono rimasti ad oggi senza identità: il controllo nelle banche dati accessibili agli investigatori italiani non ha rivelato denunce di scomparsa di soggetti compatibili coi profili “tracciati” sui corpi esaminati.

Le due procure hanno comunque dato mandato ai Carabinieri di battere le coste e alla Marina Militare di perlustrare i mari antistanti i litorali siciliani, alla ricerca di maggiori indizi su quello che sembra poter essere un imponente narco traffico per mare, lungo il Tirreno.

Negli ultimi mesi sono stati effettuati imponenti sequestri di droga nei porti della Liguria, e gli inquirenti hanno parlato di un cambiamento delle rotte del narco traffico internazionale. Fino a ieri i carichi navali provenienti dal Sud America sbarcavano soprattutto a Gioia Tauro, oggi i controlli su quel territorio hanno probabilmente convinto i trafficanti a dirottare i carichi verso altri porti.E’ forse su una di queste nuove rotte che il carico ritrovato in Sicilia è naufragato.

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