Teatro Vittorio Emanuele: non ci sono più soldi. Salta il "1952 a Danilo Dolci"

Teatro Vittorio Emanuele: non ci sono più soldi. Salta il “1952 a Danilo Dolci”

Rosaria Brancato

Teatro Vittorio Emanuele: non ci sono più soldi. Salta il “1952 a Danilo Dolci”

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martedì 30 Aprile 2013 - 15:17

Il Cda dell'Ente Teatro Vittorio Emanuele comunica il rinvio a data da destinarsi dello spettacolo "1952 a Danilo Dolci", in programma alla Sala Laudamo dal 3 al 5 maggio. Non ci sono più risorse e con i nuovi tagli della Regione il rischio di chiudere battenti sta diventando una realtà.

L’Ente Teatro Vittorio Emanuele non ha più un euro in cassa e, quel che è peggio, le nuvole all’orizzonte sono nere come la pece. Salta pertanto lo spettacolo “1952 a Danilo Dolci”, in programma alla Sala Laudamo dal 3 al 5 maggio. E’ quanto si legge in un comunicato stampa che sottolinea come, stando al previsionale l'Ente Teatro di Messina non possa più impegnare somme. “Sarà poi da decidere la prosecuzione o meno delle stagioni. È stato rinviato a data da destinarsi lo spettacolo "1952 a Danilo Dolci" che avrebbe dovuto chiudere il cartellone Paradosso sull'Autore”.

In realtà la situazione del Vittorio Emanuele in questo momento è molto simile a quella di tutti i teatri dell’isola. Il Bilancio attualmente all’attenzione dell’Ars infatti è solo lacrime e sangue e tra i tagli principali prevede anche quelli ai teatri siciliani. La differenza con le altre realtà di Catania e Palermo è però che l’Ente dello Stretto era già in una situazione a dir poco drammatica e le nuove sforbiciate non solo renderanno impossibile la prosecuzione della stagione ma mettono a definitivo rischio anche le successive. Insomma, stando così le cose il Teatro Vittorio Emanuele rischia di chiudere battenti sin dalle prossime settimane.

“ La decisione di rinviare a data da destinarsi lo spettacolo alla Sala Laudamo- si legge ancora- si è resa necessaria nell'attesa che l'approvazione della legge di bilancio regionale faccia chiarezza sul futuro dell'Ente Teatro di Messina e delle altre istituzioni culturali siciliane. Il finanziamento inserito nel previsionale, infatti, non consente di poter impegnare altre somme nel bilancio dell'Ente. Dopo l'approvazione del bilancio della Regione, che deciderà il futuro dei teatri dell'Isola, il CdA dell'Ente potrà decidere se esiste o meno la possibilità di continuare con lo svolgimento delle stagioni programmate dopo il musical “Frankenstein Junior”, regolarmente in scena”.

Le speranze sono ridotte al lumicino anche perché l’Ars, alle prese con le casse desolatamente vuote, sta tagliando tutto il possibile. La deputazione di ogni partito sta cercando di portare “acqua” ai diversi mulini territoriali ma il governatore è stato chiarissimo: nessuna guerra di campanile sarà consentita. In questo quadro sembra davvero difficile che arrivi ossigeno al Vittorio Emanuele ed il destino sembra ormai segnato.

Rosaria Brancato

3 commenti

  1. Io non mi rassegno! La cultura non può morire! Sono certa che i nostri giovani sapranno, anche con poche risorse, tirare su spettacoli più che soddisfacenti! E’ nei momenti più critici e difficili che emergono le eccellenze che sono sicuramente presenti in mezzo a noi. Vorrà dire che si ricorrerà a soluzioni alternative.

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  2. Crocetta come Lombardo??????Speriamo di no…..

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  3. Tagli o non tagli si ripete la scena dello scorso anno !!! Piuttosto che reagire i dirigenti del Teatro chiudono la stagione. Sono proprio degli incompetenti. Per quanto tempo ancora dovremo sopportare una conduzione così di basso livello nel nostro storico teatro ? Ma perchè non si dimettono e lasciano fare a chi ha capacità artistiche ed organizzative adeguate ai tempi ? Ed il Governatore Crocetta cosa aspetta a commissariare il teatro per come si era espresso in più occasioni nei mesi scorsi ?
    Chi poteva mai immaginare che un accozzaglia di politici, trombati della prima repubblica, riusciva a mettere in ginocchio il nostro teatro ? Ma questi personaggi provano vergogna per ciò che fanno ? Troppe domande …. e nessuna risposta da chi ha il dovere di darne .

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