Forgione: "La politica vera deve scegliere tra il Ponte e la sicurezza del territorio"

Forgione: “La politica vera deve scegliere tra il Ponte e la sicurezza del territorio”

Rosaria Brancato

Forgione: “La politica vera deve scegliere tra il Ponte e la sicurezza del territorio”

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mercoledì 06 Febbraio 2013 - 15:23

Presentati i candidati di Sel alle Politiche: Sofia Martino, Salvatore Chiofalo, Daria Lucchesi alla Camera, Andrea Carbone e Domenica Costa al Senato. "A noi interessa parlare di problemi non di alchimie elettorali" dichiara il capolista al Senato Francesco Forgione, per il quale potrebbe arrivare un sottogoverno in caso di vittoria di Bersani.

“A noi interessa parlare dei problemi reali dei siciliani, non delle alleanze pre o post elettorali”. Il senatore Francesco Forgione, capolista al Senato per Sinistra ecologia e libertà in occasione della conferenza stampa di presentazione dei candidati va subito al sodo, là dove il sodo è una realtà fatta di precarietà, di territorio devastato, di crisi senza uscita. “Se siamo a Messina dobbiamo chiederci, la scelta è: il Ponte o la sicurezza del territorio? I piani di sicurezza ambientali o un’opera devastante? Un piano d’interventi seri per le vittime del fango o solo chiacchiere? E non sto parlando solo del fango delle alluvioni ma anche di quella politica del fango che ha consentito che negli anni si verificassero queste tragedie”.

L’esponente di Sel, che se Bersani dovesse vincere le elezioni è dato per un posto di sottosegretario alla giustizia, dopo una vita spesa nell’antimafia, si è soffermato sul ruolo decisivo che il voto siciliano avrà sull’esito delle Politiche, soprattutto al Senato.La Sicilia, terra del 61 a 0 per Berlusconi, continua ad essere determinante negli equilibri nazionali ed a decidere le sorti di un’alleanza piuttosto che di un’altra.

“Sappiamo bene che il voto siciliano sarà determinante e proprio per questo diciamo che noi di Sel corriamo non per fare testimonianza di sinistra, ma per essere sinistra di governo e vogliamo che vinca la nostra coalizione senza bisogno di dover poi cercare alleanze altrove per poter governare, magari con Monti che ha fatto una politica contro il sud”. Per Forgione è più importante parlare di cultura per Messina, dei teatri, dei precari, di Terna, del risanamento ambientale, della disoccupazione, che non delle alleanze,perché solo dando risposte compatte, di una sinistra unita, sarà possibile evitare strane coalizioni con chi, come Monti e l’Udc hanno tartassato l’Italia. Del resto lo stesso Monti non è mai stato “cortese” in questi giorni con Vendola. La partita quindi, secondo Sel, si può giocare tutta in casa centro-sinistra, senza cercare stampelle altrove, verso il centro.

“Per cambiare la Sicilia serve un nuovo e diverso governo- prosegue- che abbia attenzione verso una Sicilia che ha archiviato l’autonomismo straccione e immorale di Lombardo”.

I candidati messinesi nelle liste di Sel sono in buona posizione, c’è Sofia Martino, docente precaria storica, seconda alla Camera dopo Laura Boldrini (commissaria Onu per i rifugiati) che è capolista in diversi collegi e quindi è probabile che opterà altrove lasciando spazi ai candidati siciliani. Dopo Sofia Martino c’è il coordinatore provinciale di Sel Salvatore Chiofalo che in conferenza stampa ha annunciato che alle prossime amministrative il partito sarà presente con liste e candidati propri sia a Palazzo Zanca che a Palazzo dei Leoni e vuol aprire un tavolo di coalizione al più presto nel centro-sinistra. Sempre alla Camera c’è Daria Lucchesi, mentre al Senato il verde storico e protagonista di decenni di battaglie ambientaliste Andrea Carbone e l’artista notissima in tutta Italia Domenica Costa. Come ricordato da Forgione “Nelle liste di Sel c’è la società civile, non abbiamo bisogno di magistrati per fare liste antimafia, abbiamo l’antimafia sociale. Abbiamo giovani, donne, precari, disoccupati, imprenditori. Abbiamo l’orgoglio dei candidati presentabili. E siamo l’unico partito che ha la parola sinistra nel nome e nel logo”.

Rosaria Brancato

7 commenti

  1. bersani appoggia monti, lo sapete??

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  2. Che sciocchezza abissale!!!
    Cosa c’entra il ponte con la sicurezza del territorio.!!??. Solo gli stupidi e gli ideologizzati possono credere aancora a queste favole. Casomai la scelta è fra sviluppo e abbandono definitivo del nostro territorio. Il meridione muore di fame senza sviluppo, senza le ferrovie, l’alta velocità e l’alta capacità. Il ponte è l’unico modo per trasporatre da Augusta, Catania, Pozzallo, Palermo e Messina le merci che arrivano dal Canale di Suez fino al centro dell’Europa, che altrimenti vengono portate a Rotterdam, Amburgo Brema e danno ricchezza enormi a quelle Nazioni. Ci vogliono 2 ore e venti minuti per percorrere con il treno solo 3 km di mare. Nello stesso tempo si viaggia tra Roma e Milano. Al nord fanno la TAV per risparmiare 20 minuti tra Lione e Torino alla modica cifra di dieci miliardi in conto capitale per lo stato italiano. A causa dei Forgione di turno e degli antimeridionalisti, di Repubblica e l’Espresso, degli speculatori locali il sud è nella fogna e diventerà un deserto nei prossimi 15 anni. Leggetevi il rapporto CENSIS, SVIMEZ etc. di oggi sul Mattino, via internet dal titolo “Una politica di sviluppo del sud per riprendere a crescere”. Grazie ma delle stupidaggini dei “c’è ben altro da fare” sono pieni gli uffici di collocamento, le liste di emigranti ed i disoccupati schiavi dei centri di formazione. RISCATTO PER IL SUD DEL SUD, VIA I CONTABALLE.

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  3. la sicurezza del territoio non centra nulla col ponte, lui dove è stato negli ultimi 20 30 anni??

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  4. L’analisi del Senatore Forgione disvela purtroppo i limiti evidenti di impostazione iteorica del problema Pomte di Messina . E’ fuorviante e concettualmente scorretto affrontare l’interrogativo ” PONTE O LA SICUREZZA DEL TERRITORIO”? Ben sapendo che le risorse del Ponte NON POTRANNO MAI essere dirottate sulla messa in sicurezza del territorio . Il Ponte e’ una grande infrastruttura necessaria per unire un istmo di 3,300 Km che qualunque paese moderno avrebbe già cantiereto e costruito,pena l’emarginazione e il sottosviluppo assicurato. Qualunque investitore o programmatore industriale anche TURISTICO lo vedrebbe come una manna e un volano di sviluppo UNICO. IL PONTE ECO-REALIZZATO AD IMPATTO AMBIENTALE positivo abbattendo le tante mostruosità edilizie che devastano il territorio e’ un opera di PROGRESSO. Il paradosso e’ che gli esponenti della sinistra PARADOSSALMENTE senza rendersene conto alimentano strumentalizzati da poteri nasosti forti nordocentrici ,battaglie di retroguardia CONSERVATRICI inseguendo chimere(la messa in sicurezza del territorio e’ battaglia giusta ma riguarda l’intera nazione e non solo Messina) IL PONTE DELLO STRETTO e’ solo nostro ,in un territorio industriale DESERTO e senza speranze CONCRETE e’ OCCASIONE UNICA ED IRRIPETIBILE per determinare un futuro per le nostre genti ed i suoi sfortunati figli da sempre subalterni. Ognuno si assuma le proprie responsabilità .Si liberi dai pregiudizi ideologici,di schieramento partitico ,emotivi e SPIRITUALI. IL PONTE UNISCE …gli uomini e le cose W IL REFERENDUM. W LA DEMOCRAZIA…come ebbe a dire perfino GRILLO a Messina ,più volte anche a me personalmente dimostrando doti di grande apertura mentale ed intelligenza politica e SPIRITUALE.

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  5. Dove sono i NO PONTE ? Si avverte la mancanza dei loro argomenti inconsistenti e ricchi di pregiudizio,ideologicamente offuscati ,emotivi ,fondamentalisti , fideistici ,ingenui , irrazionali ,farciti di “benaltrismo “, di terrorismo ambientalistico,di conservazione di sinistra ” ,di sudditanza culturale , di “gregarismo “acritico ed EGOISMO SOCIALE borghese radical chic travestito di “buoni “sentimenti….W il referendum. W la democrazia ….e poi la sinistra? Dov’è la sinistra? Rifugiata all’ombra di poteri burocratico parassitari scollegati definitivamente dalle istanze dalla classe operaia ormai scomparsa. Oggi la sinistra deve coerentemente chiedere Keinesanamiente allo Stato questa grande necessaria infrastruttura per favorire il lavoro e lo sviluppo ed il riscatto di un area degradata e sottosviluppata.

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  6. appoggeranno genovese , figurari

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  7. Lev Nikolaevich 7 Febbraio 2013 11:32

    Complimenti ai commenti precedenti per l’apertura mentale dimostrata. In effetti non c’è alcun motivo giuridico, politico o economico per ritenere che la messa in sicurezza del territorio e la costruzione del ponte siano misure alternative; al contrario, potrebbero benissimo supportarsi a vicenda. Il ponte è sempre stato una questione politica, preda di ideologie troppo forti e troppo astratte da considerazioni economiche e geopolitiche concrete. Comunque, per chi s’informa cercando di non essere vittima dei propri pregiudizi (che non risparmiano nessuno), è legittimo assumere qualsiasi posizione. L’importante è solo avere delle risposte ben ragionate sul “perchè” della propria posizione, e andare a votare se davvero si farà l’auspicato referendum. Comunque, per informazione, si veda un documento di recente circolato dalla Stretto di Messina Spa in risposta a certe critiche su fattibilità e “bancabilità” dell’opera, la cui lettura risulterà utile e interessante sia per i pro che per i contro. http://www.ilcalcestruzzo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=27740&Itemid=13

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