Caporalato nelle Rsa, cade accusa di estorsione per i Parisi

Caporalato nelle Rsa, cade accusa di estorsione per i Parisi

Alessandra Serio

Caporalato nelle Rsa, cade accusa di estorsione per i Parisi

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sabato 29 Ottobre 2022 - 17:24

Il Tribunale del Riesame accoglie la tesi dell'avvocato Salvatore Silvestro e ridimensiona le accuse alla famiglia imprenditoriale di Gaggi

MESSINA – Esce ridimensionata dal vaglio del Tribunale del Riesame l’inchiesta sul caporalato nelle case di riposo gestite dalla famiglia Parisi scoppiata il 12 ottobre scorso. Il Collegio (presidente Vermiglio) ha cassato le accuse di estorsione contestate al “dominus” Nunzio Parisi, la moglie e i figli.

Restano in piedi le accuse minori e al momento restano in piedi le misure cautelari, ma l’avvocato Salvatore Silvestro valuta ora, anche alla luce di questa decisione, il ricorso in Cassazione.

Il difensore ha fatto leva su argomenti di tipo giuridico relativi ai reati di estorsione, tra i quali la “doppia contestazione” che viene fuori dall’ulteriore accusa di caporalato, e i giudici sembrano aver accolto le sue ragioni, anche se le motivazioni del provvedimento saranno note più avanti.

L’indagine, coordinata dal pubblico ministero Francesca Bonanzinga, nasce dalle denunce dei dipendenti dei Parisi, che dopo essersi licenziati o essere stati allontanati si sono rivolti ad un patronato locale. Di lì gli accertamenti della Guardia di Finanza che, tramite anche intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno trovato conferma a quelle denunce: i dipendenti restituivano parte dello stipendio figurale in busta paga, e non usufruivano di riposi e festivi.

I cinque arresti sono scattati due settimane fa. Altre due le persone coinvolte.

Un commento

  1. ora finisce che saranno i dipendenti a risarcire.

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