Caro voli. La Uil: "Da certa politica lacrime di coccodrillo"

Caro voli. La Uil: “Da certa politica lacrime di coccodrillo”

Redazione

Caro voli. La Uil: “Da certa politica lacrime di coccodrillo”

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lunedì 11 Novembre 2019 - 09:40

La Uil Trasporti denuncia da anni ma la situazione non cambia. Per non parlare del comparto ferroviario....

MESSINA – “La mobilità Siciliana non decolla e lo sdegno ad orologeria di buona parte della vecchia politica regionale e nazionale siciliana sembrano in questi giorni solo lacrime di coccodrillo”.

Non una critica, ma l’amara constatazione da parte del segretario della Uil Trasporti di Messina, Michele Barresi.

“Da decenni – prosegue – assistiamo alle solite stucchevoli sceneggiate mediatiche sul gap infrastrutturale della Sicilia. Non serve rispolverare ad ogni festività gli scandali ormai noti dell’aumento delle tariffe aeree per chi deve viaggiare dalla Sicilia , nessuno  “scopre” oggi che l’isola da cinque milioni di “cittadini italiani” altro non è che la periferia dell’impero e chi a vario titolo ha governato negli ultimi decenni ha precise responsabilità politiche e amministrative”.

Per non parlare della situazione dei treni. Venerdì 8 novembre l’Intercity notte 1965 Milano – Palermo ha viaggiato con “soli” 240 minuti di ritardo , deliziando con ulteriori quattro ore gli impavidi viaggiatori che già avevano deciso di affrontare un viaggio della speranza di oltre 22 ore.

“Nessuna novità – dice Barresi -, i siciliani si stanno tristemente abituando  ai disservizi, ma qualcuno ci potrebbe spiegare perché, ad esempio, la percorrenza della tratta Sicilia – Milano aumenta anno dopo anno, un ritorno al passato per cui un siciliano impiega un giorno della propria vita per arrivare dalla Lombardia alla Sicilia”.

I prezzi su ferro? Anche oltre 200 euro per un viaggio di sola andata. “La politica forse dimentica spesso il proprio ruolo, lo stesso statuto della Regione Sicilia all’articolo 22 riconosce al governo regionale il diritto di indicare un proprio rappresentante per contribuire alla formazione delle tariffe ferroviarie e alla regolamentazione dei servizi di trasporto nazionale dei vari vettori. I governi regionali negli anni hanno forse troppo spesso abdicato al proprio ruolo dimostrandosi inerti o poco incisivi. Basta con la politica del lamento, basta accontentarsi delle briciole quando si parla di infrastrutture e investimenti al sud, la sola Messina porta d’accesso del trasporto siciliano su ferro e gomma piange degrado e abbandono dovuto ad almeno vent’anni di scelte sbagliate o non fatte sul suo hub ferroviario con una riduzione di oltre il 70% dei servizi all’utenza e di posti di lavoro”.

Nella sola Lombardia oggi circolano più treni che in tutto il mezzogiorno d’Italia. “Se pensiamo che in un territorio possa esistere sviluppo senza un adeguato sistema di mobilità – conclude Barresi – allora ci possiamo rassegnare a vedere i nostri giovani prendere le valigie e partire… sempre tariffe permettendo”.

Un commento

  1. Parliamo di continuità territoriale ma tolleriamo il CAS che non garantisce neanche quella tra Catania e Messina.

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