Casi Cuzzocrea e Stagno d'Alcontres, due facce della stessa medaglia?

Casi Cuzzocrea e Stagno d’Alcontres, due facce della stessa medaglia?

Alessandra Serio

Casi Cuzzocrea e Stagno d’Alcontres, due facce della stessa medaglia?

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sabato 06 Dicembre 2025 - 10:00

Due destini simili, due cognomi che polarizzano la vita delle istituzioni messinesi da oltre mezzo secolo

Messina – Strano destino quello di Salvatore Cuzzocrea e Francesco Stagno d’Alcontres. Divisi nella corsa al Rettorato, 7 anni dopo si ritrovano insieme nei guai con la giustizia. Nel 2018 la corsa che li ha visti uno contro l’altro per l’Ermellino ha spaccato l’Università e il Policlinico, dove il clima è rimasto teso a lungo, tanto da convincere diversi prestigiosi nomi a preferire altre sedi, allontanandosi. Una spaccatura che rispecchia l’eterno gioco di potere tra famiglie delle èlite cittadine, che polarizza anche la vita delle istituzioni.

Quando la pezza fa il buco

Ma la giustizia non ha colore politico né bandiere ed entrambi oggi affrontano un simile “battesimo del fuoco”. Colpito da un sequestro milionario il primo, ai domiciliari il secondo. Entrambi, a leggere i dossier giudiziari, sembrano pagare l’identico atteggiamento di aver tentato di “eludere” la magistratura: Cuzzocrea avrebbe tentato di disperdere il patrimonio, saputo dell’inchiesta, Stagno d’Alcontres avrebbe tentato di “blandire” le cimici degli investigatori. Tentativo fallito per entrambi.

Un deja vu

Francesco Stagno d’Alcontres è in pensione dallo scorso luglio, dopo 42 anni di servizio, 12 da direttore di Chirurgia plastica del Policlinico. Dal 1996 al 2012 è stato, per quattro volte, deputato nazionale di Forza Italia. E’ nipote di Guglielmo Stagno d’Alcontres, rettore dell’Università di Messina per 15 anni, tra gli anni ’70 e i ’90. Salvatore è figlio di Diego Cuzzocrea, anche lui due volte rettore Unime, anche lui dimissionario prima della fine del mandato per via di problemi. Per questo l’Ermellino al figlio, che lo aveva strappato a Francesco Stagno d’Alcontres aggiudicandosi più del doppio dei voti, aveva avuto il sapore di riscatto. Oggi un deja vu che richiama alla memoria gli anni grigi degli scandali sull’università di Messina.

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