Il giornalista messinese al centro dell'interrogazione al Ministro di Barbara Floridia e il M5S sulla libertà di stampa
Messina – Va al primo vaglio del giudice collegiale l’inchiesta sui rimborsi dell’ex rettore Salvatore Cuzzocrea, sfociata nel sequestro di oltre due milioni di euro a carico dell’ex coordinatore del Dipartimento di Scienze chimiche e biologiche dell’Università di Messina. Il prossimo 8 gennaio il Tribunale della Libertà esaminerà infatti la richiesta della Procura di Messina di porre ai domiciliari Cuzzocrea, richiesta che il giudice per le indagini preliminari Eugenio Fiorentino ha invece rigettato, autorizzando i soli sequestri.
Il caso Bertè

Intanto in Parlamento approda un caso “parallelo”, ovvero la vicenda del giornalista messinese Fabrizio Bertè che ha firmato per il quotidiano Repubblica diverse inchieste sulla precedente gestione dell’Università di Messina, “guadagnandosi” querele con richieste di risarcimento milionarie e diffide. Procedimenti ancora tutti aperti. Bertè era stato segnalato anche all’Ordine dei giornalisti, che recentemente ha chiuso il procedimento, a livello nazionale, stabilendo che il giornalista ha correttamente esercitato il diritto-dovere di cronaca e di critica, rispettando tutti gli obblighi deontologici posti dalla categoria.
Il M5S interroga il Ministro
Proprio partendo dal caso Bertè il M5S è tornato a interrogare il ministro della Giustizia sull’applicazione italiana delle direttive europee volte ad arginare le querele temerarie e le richieste risarcitorie milionarie meramente limitanti la libertà di stampa.

” Il diritto alla partecipazione pubblica e alla manifestazione libera del pensiero, al pluralismo, all’informare e all’essere informati risulta, anche alla luce dei molteplici casi di SLAPP e all’omessa attivazione di misure per contrastare il fenomeno, in serio pericolo nel nostro Paese, si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda intraprendere, per quanto di competenza, per tutelare concretamente e tempestivamente le vittime di Slapp (ovvero un’azione legale strategica contro la partecipazione pubblica), al fine di garantire il diritto alla manifestazione del pensiero e al contempo impedire che il sistema giudiziario venga utilizzato in modo abusivo e intimidatorio”, scrive il M5S.
Querele temerarie e libertà di stampa
Nell’interrogazione a risposta scritta, gli onorevoli Barbara Floridia, Ada Lopreiato, Sabrina Licheri, Luigi Nave e Gisella Naturale, ricordano che Bertè, malgrado l’avallo dell’Ordine e le direttive europee, è sotto procedimento sia civile che penale. Eppure, sottolinea l’interrogazione al ministro, l’Unione Europea ha già condannato diverse volte l’Italia per non aver ancora recepito interamente la direttiva che mira a tutelare la libertà di stampa, adeguando la legislazione in modo che le querele temerarie e intimidatorie vengano bloccate sin dall’inizio.
In estrema sintesi, le modifiche alla legge per limitare le querele giudiziarie sono in itinere ma il governo, ricorda il Movimento 5Stelle nell’interrogazione al Guardasigilli, ha ignorato gli emendamenti che potevano concretizzare pienamente le direttive europee.
