I legali hanno spiegato il perché del silenzio. Intanto Ciancitto sollecita l'ispezione a Messina e Siracusa
Palermo – E’ durato poco il confronto tra il giudice per le indagini preliminari di Palermo e Salvatore Cuffaro. L’esponente politico ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere alle domande. Ha però rilasciato alcune dichiarazioni spontanee. Per Cuffaro è stata avanzata una richiesta di arresto, che ora sarà il giudice a decidere se concedere o meno. E’ accusato, insieme ad altre 17 persone a vario titolo, di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione.
Perché Cuffaro non risponde
Al termine dell’interrogatorio i suoi legali, gli avvocati Marcello Montalbano e Giovanni Di Benedetto, hanno comunque diramato una nota per spiegare le ragioni della scelta difensiva. “Si ritiene indispensabile, prima di sottoporsi a qualsivoglia interrogatorio, un approfondimento sul compendio probatorio con il quale misurarsi, con particolare riferimento al contenuto delle intercettazioni. Tale convincimento nasce anche dal fatto che l’unica trascrizione di intercettazione ambientale finora ascoltata, anche con l’ausilio di un consulente tecnico espressamente nominato, è risultata errata su un punto di centrale rilevanza per la configurabilità del reato contestato al capo 5) in concorso con Vetro, Pace e Tomasino (nel senso che non si ravvisa la parola ‘soldi’ e la frase in questione, diversamente da quanto emerge nella trascrizione, non è stata proferita dal dott. Cuffaro)”. “Nel corso dell’udienza camerale la difesa ha eccepito l’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per tutte le incolpazioni provvisorie contestate, nonché l’inutilizzabilità della relazione di servizio contenente asserite dichiarazioni spontanee rese dal Dott. Cuffaro e da questo disconosciute”, conclude la nota.
FdI: verificare sterilizzazione sale operatorie a Messina e Siracusa
Intanto continua a far discutere l’intercettazione che riguarda l’ospedale Papardo di Messina, agli atti dell’inchiesta sul sistema Cuffaro. Fratelli d’Italia ha chiesto l’invio degli ispettori del Ministro della Salute sia a Messina, dove l’indagine sulle morti sospette è ancora aperta, che a Siracusa. A chiedere lumi sulla pulizia negli ospedali siciliani è Francesco Ciancitto, che chiede al ministro di valutare “l’invio degli ispettori presso le strutture ospedaliere Papardo di Messina e l’Azienda sanitaria provinciale di Siracusa per verificare lo stato di sterilizzazione e disinfezione delle sale operatorie dopo i fatti emersi nell’inchiesta che ha colpito la sanità siciliana”.
L’intercettazione riguarda una conversazione di Paolo Russo, presidente di una commissione di gara dell’Asp di Siracusa, e solleva dubbi sulle procedure di sanificazione effettuate al Papardo. Il manager pubblico (era il dicembre 2024) diceva che prima o poi si sarebbe scoperto che al Papardo “spruzzavano l’acqua”.
Con una nota ufficiale di qualche giorno fa la direzione dell’ospedale aveva precisato la posizione sulla vicenda precisando che alla data dell’intercettazione la sanificazione era già stata effettuata.

Strano che FDI non abbia chiesto chiarimenti immediato al suo parlamentare Autieri (indagine in corso) sui fondi cultura della Regione sotto i loro occhi distratti.
Se non scatta lo scandalo sui media non si muove una foglia.
Quanto vi danno fastidio i giornalisti?
FDI ispezione …fate solo ridere….ma per favore………ci siete o ci fate ahahahahahah
Mi (Vi) chiedo, perché le sale operatorie di cardiochirurgia dell’Ospedale Papardo NON funzionano TUTTE-
Un mio parente “Giovedì 13 novembre 2025” mi comunica (più che arrabbiato) che Suo Padre di settantasette (77) anni è in attesa da oltre un anno per un intervento tipo (TAVI).
Ahimè, come mai le varie Istituzioni non intervengono ??? certamente sono a conoscenza di questa abnorme situazione… risultato un silenzio assordante.
Premesso che, La Cardiochirurgia, indubbiamente, ha delle Eccellenti Professionalità, perché non permettergli di Operare. Nessuno si rende conto che, nella Città Metropolitana di Messina è l’unica struttura esistente.
Mi auguro che qualcuno intervenga, a ripristinare la quasi normalità, ciò che la Costituzione garantisce.
Basterebbe vietargli gli incarichi pubblici