In nottata altre 10 scosse, ma situazione sotto controllo. Etna in attività

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giovedì 27 Dicembre 2018 - 07:37
nel catanese

Notte abbastanza tranquilla dal punto di vista sismico quella trascorsa sull’Etna: sul vulcano attivo più grande d’Europa gli strumenti dell’Ingv hanno registrato una decina di scosse, ma di bassa energia. I tre eventi maggiori alle 4:40 a Zafferana Etnea, di magnitudo 2.0, e ipocentro a 2 km di profondità, e gli altri due su altro versante, a Ragalna, ieri alle 21:14, di magnitudo 2.3, e a seguire alle 2:18, di magnitudo 2.1.

Continua intanto l’eruzione sull’Etna con la presenza di attività stromboliana dai crateri sommitali e l’emissione di cenere lavica. Appaiono meno alimentate le colate laviche che restano confinate ad alta quota nelle desertica Valle del Bove, anche per il calo dei valori del tremore interno dei canali vulcanici che segnalano il movimento del magma in risalita.

Non si può però la momento escludere una possibile alimentazione, tuttora in corso, del ‘dicco’ che si è intruso. Sulla base della distribuzione della sismicità attuale, ritengono dall’Ingv, potrebbe interessare un settore diverso dall’attuale teatro eruttivo, con l’apertura di nuove fratture eruttive a quote più basse di 2.400 metri, in coincidenza della parete occidentale ed in quella meridionale della Valle del Bove.

Sul fronte politico, la Giunta regionale si riunirà oggi pomeriggio – in seduta straordinaria – per dichiarare lo stato di calamità, con la contestuale richiesta a Roma della dichiarazione di emergenza. L'appuntamento è alle ore 17 nella sede etnea della Regione Siciliana. Lo ha deciso il presidente Nello Musumeci, al quale ieri sono arrivate anche le telefonate di solidarietà e vicinanza dei colleghi della Liguria Giovanni Toti e del Molise Donato Toma, i quali hanno dato la loro disponibilità ad inviare in Sicilia propri uomini e mezzi.

"Non dobbiamo agire sull’onda emotiva. Faremmo un grave errore se così fosse. Mi sorprendo, comunque, quando qualcuno si sorprende delle attività sismiche. La Sicilia è la regione più esposta d’Italia e nel contempo quella meno attrezzata dal punto di vista infrastrutturale. L’80 per cento delle nostre scuole non è a norma, così come molti degli edifici strategici". Sono le parole del presidente Musumeci, iche ieri pomeriggio ha incontrato a San Giovanni La Punta, nella sede della Protezione civile regionale, i sindaci dei Comuni più colpiti dal terremoto in provincia di Catania. Alla riunione erano presenti anche gli assessori alla Salute Ruggero Razza, alle Infrastrutture Marco Falcone, il capo della Protezione civile regionale Calogero Foti e il dirigente generale del Dipartimento tecnico regionale Salvatore Lizzio.

"Siamo abituati – ha proseguito il governatore – a convivere con le scosse e anche con i danni agli edifici. Stiamo cercando di capire come si evolverà l'attività effusiva e sismica, oltre a interrogarci se i Comuni hanno il Piano di protezione civile. Insomma, se tutto è predisposto perché si possa affrontare e gestire al meglio una condizione di emergenza. Gli sfollati? Speriamo possano tornare presto nelle loro case perché non si può vivere in un Palasport o in un albergo se non per alcuni giorni. Noi dobbiamo invece vigilare sulle infrastrutture, su quelle particolarmente sensibili come gli ospedali e le scuole. Sono questi i veri temi che devono fare riflettere tutti".

Nelle zone colpite dal sisma arriverà questa mattina il vice premier Luigi Di Maio. Questo il programma: ore 10,30 a Zafferana Etnea per un sopralluogo delle frazioni di Fleri, Pisano e Poggio Felice. Alle 11,45 a Santa Venerina, alle 12,50 ad Acireale, alle 13,45 ad Aci Sant`Antonio, alle 14,25 a Viagrande. Infine, alle 15,30 a Catania parteciperà alla riunione in Prefettura dove è allestito il centro di coordinamento dei soccorsi.

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