Chiusura hotspot, Musumeci: "Rispetto per la Sicilia. Andiamo avanti"

Chiusura hotspot, Musumeci: “Rispetto per la Sicilia. Andiamo avanti”

Rosaria Brancato

Chiusura hotspot, Musumeci: “Rispetto per la Sicilia. Andiamo avanti”

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lunedì 24 Agosto 2020 - 08:49

"Dal governo solo silenzio". Il governatore tira dritto sull'ordinanza e convoca la stampa. Intanto continuano le reazioni

Il governatore Musumeci chiede rispetto per la Sicilia e tira dritto. Alle 11 illustrerà in conferenza stampa l’ordinanza sulla chiusura degli hotspot e rincara la dose: “e’ competenza dello Stato? Quindi anche le responsabilità. Piuttosto che prendersela con le ordinanze facciano sentire la loro voce in Europa. E facciano qualcosa. Tutti conoscono il mio rispetto per le istituzioni. Ma pretendo lo stesso rispetto per la mia gente. Da Roma non abbiamo avuto altro che silenzi: sullo “stato di emergenza” richiesto per Lampedusa due mesi fa, sui protocolli sanitari da applicare, sulle tendopoli da scongiurare, sui rimpatri che dovevano iniziare il 10 agosto e di cui non si parla più, sul ponte aereo per i negativi. Nulla. Solo silenzio.

“Rispetto per la Sicilia”

Il governo centrale è arrivato impreparato e non si è posto alcun problema sulla gestione di un numero enorme di sbarchi durante la pandemia. E adesso il problema è diventato la mia ordinanza? Il ministro dice che è nulla? Quindi la responsabilità è loro. Bene, sono usciti allo scoperto! Ma io, a differenza di quelli che parlano e straparlano da casa, sono entrato nell’hotspot di Lampedusa. E so bene che quelle strutture non sono adeguate sotto il profilo sanitario. Sono un rischio costante per i migranti e per chi ci lavora. Piuttosto che prendersela con me o con i siciliani, provino a fare sentire la loro voce in Europa e si diano un piano serio per tutelare gli italiani. Facciano qualcosa… o meglio facciano quello che non hanno ancora fatto! Noi andremo avanti.

Mentre continuano le reazioni, sia pro che contro, Musumeci convoca una conferenza stampa alle 11 per illustrare i contenuti dell’ordinanza (che sarà impugnata dal Ministro degli Interni) e ribadire che intende andare avanti.

Falcone: ordinanza legittima

A sostenere la posizione del governatore anche gli assessori regionali Marco Falcone e Alberto Pierobon. “Le reazioni di queste ore all’ordinanza del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci guardano al dito anziché alla luna. In piena emergenza sanitaria, il Governo Conte ha affidato la gestione degli sbarchi ad improvvisate tendopoli e hotspot carnaio privi di requisiti di sicurezza, nonché di spazi idonei a regolare la quarantena e bloccare la diffusione del contagio da covid-19 fra chi giunge in Sicilia- commenta Falcone che è anche commissario di Forza Italia a Catania- Il provvedimento è legittimo a rigor di Statuto e di logica”.

Pierobon: Sicilia lasciata sola

L’assessore Pierobon invita il governo nazionale e l’Europa a passare dalle parole ai fatti: “Nulla è stato fatto finora e la Sicilia continua a restare isolata in questa difficile sfida dell’accoglienza. È una situazione intollerabile che ci riporta a un passato tragico, quando decenni fa i nostri emigrati venivano fermati in massa e controllati a Ellis Island in un luogo dove, successivamente, sono stati trattati i rifiuti, una terribile assonanza. Tutto questo non può continuare a esistere e a essere sopportato passivamente in una società civile come la nostra“.

Cgil: pura propaganda

Di posizione opposta la Cgil Sicilia che considera pura propaganda l’ordinanza di Musumeci: “Mira a cavalcare l’onda xenofoba che non si è mai spenta. Un atto vergognoso da parte di un governo che prova così a celare le proprie inefficienze in materia di sanità e di gestione dell’emergenza, come la mancanza dei kit per i test sierologici, spostando su altro e su altri l’attenzione. Gli gli immigrati affetti da Covid sono meno del 6% del totale e che questi hanno un indice di contagio pari allo zero, visto che appena arrivati vengono sottoposti a tampone e isolati, tant’è che ad oggi nessun siciliano risulta contagiato da un immigrato”.

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