Smettiamola di lamentarci, usiamo la voce, il coraggio e qualche "moffa"

Smettiamola di lamentarci, usiamo la voce, il coraggio e qualche “moffa”

Rosaria Brancato

Smettiamola di lamentarci, usiamo la voce, il coraggio e qualche “moffa”

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domenica 05 Aprile 2015 - 06:20

L'aspetto che più mi piace della resurrezione è il messaggio umano, quello che ci dice che alzandoci da soli possiamo rinascere a nuova vita,in questa terra e non altrove. Non dobbiamo aspettare la manna, guardare il cielo, perchè il cielo siamo noi. Messina può rinascere solo se smettiamo di lamentarci, usiamo la voce e il coraggio e anche,quando serve, qualche "moffa".

Oggi ho deciso di non rovinare la domenica dei lettori di Tempostretto con l’ analisi di episodi di malapolitica, crisi dei partiti e via dicendo.

Ho deciso di non arrabbiarmi, visto che è Pasqua, e di dedicarmi ad un’altra riflessione. A me della parola resurrezione piace l’aspetto “carnale”,quello concreto, quello di San Tommaso che non crede che è possibile sia accaduto e finché non tocca non se ne fa una ragione. A me della resurrezione piace il messaggio umano,quello che ci dice che ognuno di noi, qualsiasi difficoltà si sia trovato ad affrontare, qualsiasi croce,qualsiasi flagellazione, qualsiasi persecuzione, alla fine troverà dentro sé la forza per “rinascere” a nuova vita che non è nuova nel senso di altrove ma nuova perché rinnovata. E infatti la Pasqua è in primavera. Però non dobbiamo aspettare la manna dal cielo, perché se stai sempre con il naso in su e aspetti un cenno finisce che non vedi le buche per terra,e a Messina ce ne sono assai, e vai a sbattere. Penso che ci siamo lamentati abbastanza. Abbiamo passato gli ultimi tempi a piangere per le ingiustizie che questa città ha subito, gli scippi, i tagli, i depauperamenti. Abbiamo passato gli ultimi tempi con la testa voltata indietro a dare la colpa ad altri ma quando ti giri indietro, lo insegna la Bibbia,diventi una statua di sale. Allora smettiamola di voltarci indietro, altrimenti diventeremo tutti di sale, una città di sale. Io non sono né l’arcivescovo, al quale non ruberei mai il mestiere ed oggi è “il giorno suo” ma voglio augurare ai lettori una Buona Pasqua. L’unico modo che abbiamo per festeggiarla è la speranza che siamo noi a rialzarci. La speranza è un atto creativo, è la speranza e non la paura, che ti spinge ad alzarti in piedi e a realizzare i tuoi piccoli e grandi sogni. Così come Gesù ha spostato la pietra dal sepolcro ed è uscito anche noi dobbiamo riuscire a togliere le pietre che anni ed anni di indifferenza e interessi poco collettivi e molto individuali hanno messo sopra la nostra città. Sopra Messina c’è proprio una pietra tombale e dobbiamo toglierla, allenare i muscoli per spostarla e contribuire alla rinascita in modo concreto, in questa terra bellissima in riva allo Stretto e non altrove. Sto lavorando ad un pezzo che s’ intitola: “Messina come un villaggio, lo schiaffo di Crocetta ai politici dello Stretto”. La lettura della proposta del governo regionale sui tagli agli enti locali mi ha indignato. Parte da un assunto matematico, abbiamo poco più di 241 mila abitanti, quindi gioco forza rientriamo nel gruppo dei “medi” tra i 100 mila abitanti (poco più di Ragusa) e i 250 mila. Siamo con Siracusa e,per volere di Crocetta, con Enna che pur avendo meno di 100 mila abitanti viene inserita, grazie ad un “asterisco” nella norma, in questa fascia. Voi direte, chi se ne frega in che fascia siamo. Non è così, perché inserendoci tra i “medi”, ci declassa, avremo meno assessori (scenderemo a 6),meno consiglieri, meno tutto. Non sto parlando di stipendi, sto parlando di amministratori che DEVONO dedicarsi a tempo pieno alla comunità ed a queste condizioni non potranno farlo. A Reggio Falcomatà, con 181 mila abitanti ha 9 assessori. Contemporaneamente ci dicono che siamo Città Metropolitana, ma di serie B. Approfondirò successivamente i dettagli di quella norma che considera Messina non la terza città della Sicilia ma un piccolo comune,quel che mi preme sottolineare è che dobbiamo alzarci e dire che no, Messina non è un villaggio e deve stare nella stessa fascia di Palermo e Catania. Gli unici che possono ricordare a Crocetta che è stato eletto grazie ai voti di quella stessa Messina che oggi vuole rendere periferia sono i nostri deputati regionali, tocca a loro pretendere dignità per Messina. Tocca a loro oppure scriverò tutti i giorni fin quando questa norma non viene cancellata,o almeno, anche se passa, non passerà con i voti dei deputati messinesi. Tocca ai messinesi difendere Messina, non possiamo aspettare doni dal cielo, ma soprattutto non dobbiamo consideralo un regalo.

Messina non è lo sgabuzzino della Sicilia che si apre solo quando servono i voti.

Se ognuno di noi ci pensa si fa venire un’idea concreta per toglierci questa pietra tombale di sopra, insieme ci riusciremo. Quel che ho detto per la deputazione regionale che deve alzarsi in piedi vale per tutto il resto. Non basta contrattare con il governatore per un assessore a Palermo o un sottogoverno se poi ci toglie pari dignità con un emendamento. A tutti gli eletti, in ogni ordine e grado, opposizione e maggioranza, soprattutto quelli che hanno dimenticato in quale punto del mappamondo è Messina, dobbiamo ricordare periodicamente grazie a chi sono lì e non perché vogliamo in cambio un favore,una licenza, un posto di lavoro,ma perché vogliamo il trattore che sposterà quella pietra tombale che ci sta togliendo l’aria nel sepolcro. All’amministrazione Accorinti dobbiamo ricordare che è stata eletta non “per” ma “contro”, è stata un’elezione per odio e rancore contro il vecchio sistema e quindi sarebbe bene che la smettessero di lamentarsi dei danni fatti da quellicheceranoprima perché li conosciamo benissimo ma ci piacerebbe andare oltre, vedere i fatti. A lamentarci riusciamo benissimo da soli.

Se vogliamo che Messina risorga tocca a noi. Dobbiamo alzarci e battere i pugni, anche quando pensiamo che questo ci costerà qualcosa rispetto a posizioni acquisite o turberà il nostro quieto vivere. Abbiamo trascorso gli ultimi mesi a lamentarci degli scippi, la Camera di commercio, l’Autorità portuale, Bankitalia, l’ospedale Piemonte, i treni, iferribotte, metromare, la continuità territoriale, a fare battaglie per non farci togliere le briciole, a difendere la coperta vecchia e infeltrita. Cantiamo vittoria quando ci lanciano un tozzo di pane, spacciamo per conquista un vagone letto anni ‘50. A me piace lo slogan dell’Orsa: Noi vogliamo tutto. Insomma qualcuno deve alzarsi e farsi valere. E’ arrivato il momento di darla qualche “moffa”, non possiamo sempre limitarci alle battaglie di retroguardia. Perché, chi pecora si fa lupo se la mangia. Se noi pensiamo in piccolo gli altri ci vedranno piccoli. Ci stanno chiudendo l’ospedale Piemonte? Andiamo nell’ufficio della Borsellino a sdraiamoci sulla scrivania fin quando non cambia il piano di riordino della rete ospedaliera. Vogliamo che la Camera di commercio sia autonoma? Denunciamo per primi le “macchie” e i lati oscuri e poi presentiamo un progetto che crea lavoro e non stipendi. I tir scorazzano in città come negli anni ’90? Torniamo indietro di 20 anni e riprendiamo i cartelli e le fiaccole di Saro Visicaro, torniamo sul Boccetta a protestare, gridiamo che Messina è nostra, non è un tappetino, non è servitù di passaggio e che la mia vita non ha prezzo, l’aria che respirano i nostri figli non ha prezzo, l’ossigeno non è barattabile con i soldi. Pretendiamo verità. In tutto, in ogni battaglia, in ogni cosa. Non è vero che non possiamo fare niente per togliere quella pietra tombale, non è vero che possono toglierla solo “quelli che comandano”. Riprendiamoci quella dignità che Gesù ha avuto camminando sanguinante con la croce sulle spalle. Non aspettiamo guardando il cielo perché il cielo siamo noi. Incazziamoci e smettiamola di pensare che l’unica battaglia sia quella di avere l’erba più verde sotto il nostro balcone. Inondiamo di cartoline da Messina chi vuol ridurci a periferia, fermiamo i tir sul Boccetta con le fiaccole, smettiamola di dire grazie quando conquistiamo un centimetro di frontiera come in guerra. Smettiamola di delegare a chi risponde solo al capo perché è stato nominato, smettiamola di accontentarci delle promesse. Usiamo la voce e il coraggio. Smettiamola di aver paura e usiamo la speranza. Smettiamo di aver paura a denunciare, gridare,parlare, sperare. Messina non è ancora morta. Ci stanno provando, la stanno desertificando, ma non è ancora morta. Parliamo, denunciamo, facciamo.

Secondo me Gesù alla fine del suo calvario era arrabbiatissimo, perché la rabbia, quando non è cupa e rancorosa, può essere la molla che ti fa alzare e ti fa fare quella rivoluzione che ti cambia e cambia il mondo. Pure lui sapeva di essere vittima di ingiustizie e si è preso tutte le frustate e le botte possibili, come noi. Però poi, da uomo, è resuscitato. Penso che l’insegnamento più umano sia questo: che anche quando abbiamo perso tutto non abbiamo perso la forza e la dignità per alzarci, combattere e cambiare questa vita, non un’altra. Insomma, smettiamola di lamentarci per le botte prese, alziamoci, usiamo la speranza e qualche “moffa” e cambiamo questa terra, non un’altra, tocchiamo come fece San Tommaso la resurrezione di Messina, fatta da noi, con le nostre mani piene di ferite e la schiena piena di piaghe.

Rosaria Brancato

20 commenti

  1. Cara ROSARIA leggendo l’editoriale domenicale,coincidente con la PASQUA,devo darti atto di un grande coraggio,questa volta guardandoci negli occhi rivolgi le tue spietate parole a noi messinesi,anche a te stessa,non lo ha fatto nemmeno mons.LE PIANE. Il VESCOVO non dimostra il coraggio dei suoi predecessori,non nomina Messina nella omelia pasquale e parla solo del contesto generale,quindi parole come “continua devastazione e distruzione della vita di persone,famiglie,comunità e..Vogliamo ricordare solo alcuni nomi di tanto male:mafia,corruzione, malcostume..” non arrivano al cuore dei messinesi e delle classi dirigenti. Dimostri coraggio non augurandoci BUONA PASQUA perché sai che non c’è nessuna PASQUA da festeggiare semmai da conquistare.

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  2. Cara ROSARIA leggendo l’editoriale domenicale,coincidente con la PASQUA,devo darti atto di un grande coraggio,questa volta guardandoci negli occhi rivolgi le tue spietate parole a noi messinesi,anche a te stessa,non lo ha fatto nemmeno mons.LE PIANE. Il VESCOVO non dimostra il coraggio dei suoi predecessori,non nomina Messina nella omelia pasquale e parla solo del contesto generale,quindi parole come “continua devastazione e distruzione della vita di persone,famiglie,comunità e..Vogliamo ricordare solo alcuni nomi di tanto male:mafia,corruzione, malcostume..” non arrivano al cuore dei messinesi e delle classi dirigenti. Dimostri coraggio non augurandoci BUONA PASQUA perché sai che non c’è nessuna PASQUA da festeggiare semmai da conquistare.

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  3. MARIEDIT ci tiene agli auguri di BUONA PASQUA ai tanti messinesi in cammino oltre lo Stretto,ai quei giovani coraggiosi decisi a costruirsi una vita lontano dalla terra natia, SI BELLA E PERDUTA, AMARA E BEDDA, spesso in un ambiente difficile e ostile. Faccio gli auguri di BUONA PASQUA ai genitori di questi coraggiosi messinesi, ci sono loro dietro questi ragazzi, le loro pensioni e i risparmi di una vita, se ci pensate è denaro sottratto all’economia messinese e quindi a se stessi, ma la qualità della vita dei figli e nipoti prevale sempre su tutto. Un augurio di BUONA PASQUA ad ACCORINTI il tibetano, come lo apostrofano in modo sprezzante alcuni messinesi, RENATO sindaco sta dando tutto se stesso in un contesto di TUTTI CONTRO TUTTI.

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  4. MARIEDIT ci tiene agli auguri di BUONA PASQUA ai tanti messinesi in cammino oltre lo Stretto,ai quei giovani coraggiosi decisi a costruirsi una vita lontano dalla terra natia, SI BELLA E PERDUTA, AMARA E BEDDA, spesso in un ambiente difficile e ostile. Faccio gli auguri di BUONA PASQUA ai genitori di questi coraggiosi messinesi, ci sono loro dietro questi ragazzi, le loro pensioni e i risparmi di una vita, se ci pensate è denaro sottratto all’economia messinese e quindi a se stessi, ma la qualità della vita dei figli e nipoti prevale sempre su tutto. Un augurio di BUONA PASQUA ad ACCORINTI il tibetano, come lo apostrofano in modo sprezzante alcuni messinesi, RENATO sindaco sta dando tutto se stesso in un contesto di TUTTI CONTRO TUTTI.

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  5. Caro MARIEDIT seguo sempre con piacere la sua competenza e il suo equilibrio e per questo auguro a lei e a questa (potenzialmente) splendida città una serena Pasqua. Io sono uno di quei figli che, proprio per avere lavorato diversi anni in giro per l’Italia, riconosce le criticità ataviche di questa città, che nel suo piccolo cerca di cambiare con il proprio esempio, ma che è ritornato perchè continua ad essere innamorato delle sue ancora inespresse potenzialità. A ben risentirci!

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  6. Caro MARIEDIT seguo sempre con piacere la sua competenza e il suo equilibrio e per questo auguro a lei e a questa (potenzialmente) splendida città una serena Pasqua. Io sono uno di quei figli che, proprio per avere lavorato diversi anni in giro per l’Italia, riconosce le criticità ataviche di questa città, che nel suo piccolo cerca di cambiare con il proprio esempio, ma che è ritornato perchè continua ad essere innamorato delle sue ancora inespresse potenzialità. A ben risentirci!

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  7. Gli ab. di Messina sono drasticamente diminuiti in seguito al trasferimento di uffici, comandi, e dirigenze…Migliaia di posti di lavoro strappati nel silenzio del popolo messinese, molto remissivo…strappati grazie anche alla passività e all’incapacità dei politici messinesi di ogni livello..I giovani messinesi sono costretti ad emigrare per mancanza di prospettive e per sfiducia nel futuro della città, incapace di offrire un minimo di difesa ai soprusi che gli vengono imposti da Stato e regione, attraverso tagli di risorse, chiusure e trasferimenti di enti, uffici, strutture ect..città con meno di un decimo degli ab. di Messina riescono a far valere le loro ragioni, le tradizioni, il pane, il lavoro dei loro figli, il futuro….

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  8. Gli ab. di Messina sono drasticamente diminuiti in seguito al trasferimento di uffici, comandi, e dirigenze…Migliaia di posti di lavoro strappati nel silenzio del popolo messinese, molto remissivo…strappati grazie anche alla passività e all’incapacità dei politici messinesi di ogni livello..I giovani messinesi sono costretti ad emigrare per mancanza di prospettive e per sfiducia nel futuro della città, incapace di offrire un minimo di difesa ai soprusi che gli vengono imposti da Stato e regione, attraverso tagli di risorse, chiusure e trasferimenti di enti, uffici, strutture ect..città con meno di un decimo degli ab. di Messina riescono a far valere le loro ragioni, le tradizioni, il pane, il lavoro dei loro figli, il futuro….

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  9. quando noi messinesi avremo il senso di appartenenza ad una comunità e saremo meno individualisti forse ci solleveremo come un
    popolo unito per fare valere i diritti della comunità cittadina.Bisogna fare “UNITA'”

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  10. quando noi messinesi avremo il senso di appartenenza ad una comunità e saremo meno individualisti forse ci solleveremo come un
    popolo unito per fare valere i diritti della comunità cittadina.Bisogna fare “UNITA'”

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  11. Comunque auguri a tutti…..

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  13. Cara Rosaria, sono perfettamente d’accordo con te. Nulla si crea dal nulla, occorre un vero atto di coraggio da parte di noi cittadini Messinesi, ma quando si sviliscono i fondamenti di un ordinamento democratico come il nostro, in cui chi viene eletto tutela i propri interessi e non quelli dei propri elettori, cosa dobbiamo fare? Queste “moffe”, chi li deve dare ed a chi si deve darle? Ogni giorno, vivendo da umili cittadini in questa bellissima città, noi messinesi sentiamo l’esigenza di dire ” basta”, ma come fare? Mi direte:” con gli strumenti della democrazia” e io vi rispondo:”esiste più una democrazia?”. Vivo con la speranza e la voglia di riscatto e continuerò a farlo sempre affinché la mia città si rialzi e “risorga”. Speriamo bene

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  14. Cara Rosaria, sono perfettamente d’accordo con te. Nulla si crea dal nulla, occorre un vero atto di coraggio da parte di noi cittadini Messinesi, ma quando si sviliscono i fondamenti di un ordinamento democratico come il nostro, in cui chi viene eletto tutela i propri interessi e non quelli dei propri elettori, cosa dobbiamo fare? Queste “moffe”, chi li deve dare ed a chi si deve darle? Ogni giorno, vivendo da umili cittadini in questa bellissima città, noi messinesi sentiamo l’esigenza di dire ” basta”, ma come fare? Mi direte:” con gli strumenti della democrazia” e io vi rispondo:”esiste più una democrazia?”. Vivo con la speranza e la voglia di riscatto e continuerò a farlo sempre affinché la mia città si rialzi e “risorga”. Speriamo bene

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  15. Non si vorrebbe rovinare una giornata tradizionalmente dedicata alla pace ed alla speranza della resurrezione.Ma non si può negare laicamente che la speranza di SALVEZZA in questa città malata grave,in stato comatoso,non è REALISTICA.Messina rimane SCHIAVA di..una economia terziaria,burocratico-parassitaria.Quasi più nessuno PRODUCE ricchezza.Vivere di assistenzialismo,di “stipendio” e di “pensioni” non ci è più consentito dai FORTI poteri centrali sempre più lontaniContinuare a RIMUOVERE l’UNICA occasione di rilancio e di RIPROGRAMMAZIONE urbanistico-industrial-turistica è una MALEDIZIONE divina(nemesi ):L’ECOponte di Libeskind,luogo di COMUNICAZIONE,PROGRESSO,GIOIA ed AGGREGAZIONE.Chi parla d’altro a Messina è un ingenuo illuso PERDITEMPO

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  16. Non si vorrebbe rovinare una giornata tradizionalmente dedicata alla pace ed alla speranza della resurrezione.Ma non si può negare laicamente che la speranza di SALVEZZA in questa città malata grave,in stato comatoso,non è REALISTICA.Messina rimane SCHIAVA di..una economia terziaria,burocratico-parassitaria.Quasi più nessuno PRODUCE ricchezza.Vivere di assistenzialismo,di “stipendio” e di “pensioni” non ci è più consentito dai FORTI poteri centrali sempre più lontaniContinuare a RIMUOVERE l’UNICA occasione di rilancio e di RIPROGRAMMAZIONE urbanistico-industrial-turistica è una MALEDIZIONE divina(nemesi ):L’ECOponte di Libeskind,luogo di COMUNICAZIONE,PROGRESSO,GIOIA ed AGGREGAZIONE.Chi parla d’altro a Messina è un ingenuo illuso PERDITEMPO

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  17. GENT.MA DOT.SA ROSARIA BRANCATO NEL SUO PERFETTO ARTICOLO, LEI HA SCRITTO SOPRA MESSINA C’E’ PROPRIO UNA PIETRA TOMBALE. HA PERFETTAMENTE RAGIONE. MESSINA E’ MORTA DA ANNI UCCISA DAI SUOI STESSI POLITICI E CITTADINI. E’ UNA CITTA’ APATICA SENZA VOGLIA DI RISORGERE. CHI VUOLE FARE QUALCOSA DI UTILE GLI DICONO: MA CHI TE LO FA FARE QUESTO AL NORD TI PRENDONO IN GIRO. QUESTA E’ LA MALATTIA LA NOIA IL NON FAR NIENTE. DEL RESTO LE CITTA’ DI PETRA, NINVE VENEZIA SONO SCOMPARSE COME CITTA’ IMPORTANTI. MESSINA CHE HA DI PIU’? SOLTANTO IL PROPRIO MODO DI RAGIONARE DI AGIRE L’AUTODISTRUZIONE. PARLO DA UN DISCENTE VERO MESSINESE CHE ORMAI E’ LONTANO DA MESSINA DA MOLTI ANNI. UNO SCONSCIUTO HA SCRITTO: “POVERA MESSINA IN CHE MANI SEI” ERA L’ANNO 1947

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  18. GENT.MA DOT.SA ROSARIA BRANCATO NEL SUO PERFETTO ARTICOLO, LEI HA SCRITTO SOPRA MESSINA C’E’ PROPRIO UNA PIETRA TOMBALE. HA PERFETTAMENTE RAGIONE. MESSINA E’ MORTA DA ANNI UCCISA DAI SUOI STESSI POLITICI E CITTADINI. E’ UNA CITTA’ APATICA SENZA VOGLIA DI RISORGERE. CHI VUOLE FARE QUALCOSA DI UTILE GLI DICONO: MA CHI TE LO FA FARE QUESTO AL NORD TI PRENDONO IN GIRO. QUESTA E’ LA MALATTIA LA NOIA IL NON FAR NIENTE. DEL RESTO LE CITTA’ DI PETRA, NINVE VENEZIA SONO SCOMPARSE COME CITTA’ IMPORTANTI. MESSINA CHE HA DI PIU’? SOLTANTO IL PROPRIO MODO DI RAGIONARE DI AGIRE L’AUTODISTRUZIONE. PARLO DA UN DISCENTE VERO MESSINESE CHE ORMAI E’ LONTANO DA MESSINA DA MOLTI ANNI. UNO SCONSCIUTO HA SCRITTO: “POVERA MESSINA IN CHE MANI SEI” ERA L’ANNO 1947

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  19. SIG. MARIEDIT CI HA AUGURATO BUONA PASQUA E IO RICAMBIO ARRIVANO DA MOLTO LONTANO. MONS. LA PIANA L’HO CONOSCIUTO QUANDO ERA TEOLOGO AL SAN TOMMASO IO ERO PICCOLO. E’ UNA BRAVISSIMA PERSONA. RIGUADO ACCORINTI SINDACO MIA EX CITTA’, IL GIORNALE ECONOMICO “ITALIA OGGI” HA PUBBLICATO L’ALTRA SETTIMANA UN ARTICOLO INTITOLANDO “IL SINDACO CLOCHAR”. E’ STATO DISTRUTTO. INCAPACE, HA PROMESSO E NON HA FATTO NULLA, HA PROMESSO LA FLOTTA NAVALE. POLITICAMENTE SONO AGLI ANTIPODI, PERO’ DEVO DIRE CHE HA TROVATO UNA CITTA’ RASA AL SUOLO DISTRUTTA APATICA ANEMICA SENZA GIOIA (DETTO DA AMICI DI MESSINA) COLPEVOLI I POLITICI E SINDACI ULTIMI 40 ANNI. AVEVA IMMAGINATO MENO OSTACOLI O NEMICI. TRISTE SENTIRE DIRE DA PERSONE DI ALTRE CITTA’ MESSINA ERA BELLA.

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  20. SIG. MARIEDIT CI HA AUGURATO BUONA PASQUA E IO RICAMBIO ARRIVANO DA MOLTO LONTANO. MONS. LA PIANA L’HO CONOSCIUTO QUANDO ERA TEOLOGO AL SAN TOMMASO IO ERO PICCOLO. E’ UNA BRAVISSIMA PERSONA. RIGUADO ACCORINTI SINDACO MIA EX CITTA’, IL GIORNALE ECONOMICO “ITALIA OGGI” HA PUBBLICATO L’ALTRA SETTIMANA UN ARTICOLO INTITOLANDO “IL SINDACO CLOCHAR”. E’ STATO DISTRUTTO. INCAPACE, HA PROMESSO E NON HA FATTO NULLA, HA PROMESSO LA FLOTTA NAVALE. POLITICAMENTE SONO AGLI ANTIPODI, PERO’ DEVO DIRE CHE HA TROVATO UNA CITTA’ RASA AL SUOLO DISTRUTTA APATICA ANEMICA SENZA GIOIA (DETTO DA AMICI DI MESSINA) COLPEVOLI I POLITICI E SINDACI ULTIMI 40 ANNI. AVEVA IMMAGINATO MENO OSTACOLI O NEMICI. TRISTE SENTIRE DIRE DA PERSONE DI ALTRE CITTA’ MESSINA ERA BELLA.

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