Vasco Rossi a Messina, tentativi in extremis

Vasco Rossi a Messina, tentativi in extremis

Vasco Rossi a Messina, tentativi in extremis

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sabato 04 Giugno 2011 - 09:44

Lunedì gli organizzatori presenteranno un’istanza per chiedere la riduzione della capienza da 40 mila a 33 mila posti, per consentire comunque lo svolgimento dello spettacolo

Quarantamila persone per vedere la Juve di Del Piero. Altrettante per la Roma di Totti, il Milan di Ronaldo, l’Inter di Mancini. E poi per il “primo” Vasco, per il suo ritorno, per la notte di Ligabue. In tutte queste occasioni, stando alle conclusioni cui è giunta la commissione prefettizia di vigilanza sui pubblici spettacoli, in migliaia hanno rischiato la vita. Le cause sono ancora da accertare, l’ipotesi di ferri di sostegno montati al contrario sui muri di sostegno fa sorridere e al tempo stesso fa rabbia, suscita imbarazzo e sconcerto. Oggi il Comune di Messina rischia una causa milionaria, perché far saltare un concerto di Vasco Rossi a venti giorni dal suo svolgimento non è come, ad esempio, rinviare l’inaugurazione delle piazzette tematiche. Qui gli interessi in gioco sono enormi. Parliamo di 35 mila biglietti già venduti, di centinaia di pullman già organizzati da Roma in giù, di prenotazioni effettuate anche al Nord e in Svizzera, di alberghi sold-out come a Messina raramente si riesce a vedere. Per tutti questi motivi, qualche ulteriore tentativo si farà. A comunicarlo ai fans in ansia su Facebook è lo staff dello stesso Vasco Rossi. «E' stata sequestrata soltanto la tribuna C – viene spiegato – e di conseguenza sospesa la prevendita di quel settore. I 3.500 che hanno già il biglietto verranno sistemati in altra parte. Lunedi verrà presentata istanza con la richiesta di ridurre l'agibilità dello stadio, meno 7 mila, in pratica, sui 40.000. Al momento il concerto del 26 giugno non è cancellato».

Tutto, comunque, dovrà essere definito in settimana, al massimo mercoledì si dovrebbe avere il responso definitivo. In sostanza quello che chiedono gli organizzatori è di effettuare prove statiche sull’intero impianto del San Filippo, per verificare se, chiudendone un settore, il resto dello stadio sarebbe sicuro. Fa rabbrividire la relazione della commissione prefettizia con le conclusioni di Vigili del Fuoco e Genio Civile: «Si è verificato un evento che sembrava limitato al crollo di un concio del muro di contenimento di circa 9 metri. Successivamente si è constatato che il crollo è suscettibile di interessare una porzione di circa 70 metri di larghezze che presenta lo stesso errore costruttivo». Da qui l’apertura dell’inchiesta da parte della Procura ed il successivo sequestro dell’area. «Lo stadio non soddisfa in atto le condizioni minime di sicurezza previste dalla norma, non offrendo garanzia a livello statico, tanto più se si considera l'alta sismicità del territorio, la possibilità che l'eventuale ribaltamento di altri metri di muro e il relativo collasso avvenga anche senza segni premonitori e il panico che tale evento provocherebbe sugli spettatori presenti nella struttura». In questi giorni la priorità sembra il concerto ed è giusto così. Ma è inconcepibile pensare che per anni migliaia e migliaia di persone, uomini, anziani, donne, bambini, intere famiglie, abbiano riempito quello stadio rischiando la vita. Anzi, non è inconcepibile. Tutto ciò è criminale.

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