Concorsi al Comune, Tar dà ragione a Palazzo Zanca: gli interni devono aspettare

Concorsi al Comune, Tar dà ragione a Palazzo Zanca: gli interni devono aspettare

Alessandra Serio

Concorsi al Comune, Tar dà ragione a Palazzo Zanca: gli interni devono aspettare

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sabato 29 Luglio 2023 - 17:38

A presentare ricorso sono stati i dipendenti interni esclusi dalla pre selezione per punteggio insufficiente. Per il giudice amministrativo al momento sono fuori anche dalla prova del 31 luglio prossimo.

MESSINA – Nessuna “corsia preferenziale” ai dipendenti interni che rivendicano la progressione di carriera prima dei concorsi. Il Tar di Catania, con decreto presidenziale del 29 luglio scorso, ha detto no al ricorso dei dipendenti che avevano chiesto la sospensione cautelare del concorso, bandito da Palazzo Zanca prima di avviare le progressioni interne appunto. A presentare ricorso sono stati i dipendenti interni esclusi dalla pre selezione per punteggio insufficiente. Per il giudice amministrativo al momento sono fuori anche dalla prova del 31 luglio prossimo.

No alla riserva interna

Secondo la difesa del Comune, affidata all’avvocato Santi Delia, non vi è più, né in realtà vi era nel precedente regime, alcuna norma che imponga alle amministrazioni di riservare posti agli interni. Ed infatti, mentre nel precedente regime normativo, in occasione di un concorso, l’amministrazione aveva la (sempre e comunque mera) possibilità di riservare una quota fino al 50% dei posti messi a bando in favore del personale interno, oggi questa possibilità non esiste più, giacché le amministrazioni che vogliono valorizzare il personale interno devono seguire la diversa strada della progressione interna, riservando tuttavia all’esterno almeno il 50% dei posti disponibili.

All’interno di un bando di concorso, quindi, non può in alcun modo essere prevista la riserva giacché oggi è legislativamente esclusa, fermo restando che essa rappresentava sempre una mera possibilità e non certo un obbligo come invece vorrebbe far intendere controparte.

La tesi dell’avvocato Delia

In altri termini, secondo la progettazione dell’avvocato Santi Delia, l’avvio delle progressioni verticali non rappresenta una condizione propedeutica per il positivo esperimento delle procedure concorsuali ma è l’esatto contrario: se si vuole procedere alle progressioni verticali, allora una quota pari ad almeno il 50% dei posti disponibili dovrà essere riservata all’esterno.

Un’interpretazione, spiega il legale di segno contrario, “si pone in netto contrasto con i noti principi che vedono nel concorso pubblico “esterno” la strada maestra per accedere al pubblico impiego ed invece considerano tutte le ipotesi derogatorie quali eccezioni da interpretare restrittivamente. Si assisterebbe ad una sorta di riserva per i dipendenti già in servizio dei ruoli più alti nella pianta organica lasciando l’accesso all’esterno esclusivamente per i ruoli più bassi per i quali, ontologicamente, è impossibile attivare progressioni di dipendenti che sono sotto la qualifica iniziale. Si finisce, allora, così facendo, per plasmare una straordinaria riserva d’accesso ai ruoli più alti del pubblico impiego favorendo i dipendenti pubblici inseriti in Enti che decidono di attuare tale strumento. Si tratta di una sorta di procedura straordinaria di reclutamento, a requisiti agevolati, non prevista da alcuna norma e priva di ratio anche ai sensi dell’art. 97 Cost.“.

I dipendenti sono esclusi

A presentare ricorso erano stati i dipendenti esclusi dall’esito della prova preselettiva per non aver ottenuto un punteggio sufficiente, ha negato agli stessi. Il Tribunale amministrativo regionale di Catania, in fase cautelare, ha negato loro di poter partecipare alla prova scritta calendarizzata per il prossimo 31 luglio.

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