Cgil, Cisl, Uil: senza programmazione non c'è futuro per Messina

Cgil, Cisl, Uil: senza programmazione non c’è futuro per Messina

Marco Celi

Cgil, Cisl, Uil: senza programmazione non c’è futuro per Messina

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giovedì 03 Agosto 2017 - 13:42

Un unità di azione e di intenti è quella annunciata oggi dai sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil. Preoccupati per i proclami dell'imminente campagna elettorale regionale e cittadina, non nascondono preoccupazioni per il futuro delle infrastrutture nella provincia e del porto di Messina.

Mancanza di programmazione, crollo dell'edilizia, fuga dei giovani, ed Autorità Portuale. Queste alcune delle parole chiave della conferenza dei sindacati Cgil, Cisl e Uil che oggi si sono ritrovati, nuovamente insieme, per discutere del futuro di Messina e della città Metropolitana. Alla conferenza erano presenti il segretario generale della Cgil Messina, Giovanni Mastroeni, il segretario generale Uil Messina, Ivan Tripodi ed infine Nino Alibrandi, segretario confederale della Cisl Messina.

Sulla scorta degli sconfortanti dati riguardo l'economia cittadina, l'occupazione e la fuga dei giovani dalla città, i sindacalisti hanno principalmente denunciato una situazione già ben nota. La mancanza di una programmazione da parte delle amministrazioni ha fatto sì che molti dei fondi stanziati da Regione e Governo venissero dispersi o rimasti inutilizzati. Anche le grandi opere recentemente inaugurate o di cui a breve inizieranno i lavori, come ad esempio il porto di Tremestieri, rischiano di essere solo gocce in un oceano, che sì, faranno anche del bene all'economia locale, ma – secondo i tre sindacati – resteranno strutture isolate, prive da un sistema infrastrutturale più complesso ed articolato che dovrebbe essere potenziato nella provincia, come ad esempio il raddoppio della linea ferroviaria nelle direzioni di Catania e Palermo.

Infrastrutture che, purtroppo, sono rimaste fuori dal Documento di Economia e Finanza, penalizzando tutto il meridione, privo di infrastrutture moderne come le linnee ferroviarie ad alta velocità e capacità. E se su questo fronte la politica attuale e passata nulla ha potuto fare, la preoccupazione dei sindacati, riguarda anche l'imminente futuro, in cui, durante le prossime elezioni regionali e comunale, sicuramente non saranno pochi i candidati pronti a sbandierare facili proclami e promesse per la campagna elettorale. "Quello che importano a noi non sono i proclami, ma i contenuti. Sulle programmazioni inseguiremo le amministrazioni, essendo, qualora fosse necessario la spina nel fianco" dichiarano i sindacalisti, pronti a confrontarsi con chi di dovere, non solo per rappresentare diritti, i bisogni e le richieste dei lavoratori, ma anche per collaborare.

Prima che quella di Messina diventi una provincia "che muore", sarebbe opportuno programmare investimenti in infrastrutture, in aiuti alle imprese, magari facilitando il loro lavoro attraverso un processo di sburocratizzazione delle procedure, provarendo a riattivare l'edilizia, la cantieristica navale e provando a mantenere una certa autonomia anche per quanto riguarda l'Autorità Portuale. Infatti i porti di Messina e Milazzo, pur nelle loro piccole dimensioni, sono esempio virtuoso di economia e riescono anche a produrre degli utili. Con la creazione dell'Autorità Portuale di Sistema e l'accorpamento col porto di Gioia Tauro, in forte crisi e a rischio fallimento, non solo si rischia di perdere l'autonomia decisionale, ma anche di danneggiare quel poco di buono che i nostri porti riescono a fare.

Marco Celi

Un commento

  1. L’autorità portuale “esempio virtuoso di economia”?. Ci spieghino i sindacati dov’e questo esempio virtuoso di economia? Ce lo spieghi. Ci indichi quale processo economico virtuoso ha innescato l’A.P. Il cittadino lavoratore ha diritto di sapere.
    Il sindacato confuso e reticente oggi si lamenta ma paga inesorabilmente la mancanza di visione strategica, il comodo galleggiamento, l’inerzia confortevole e soprattutto l’assurda incomprensibile battaglia contro la madre di tutte le infrastrutture: il Ponte sullo Stretto, 7 miliardi di lavori con le opere connesse e centomila occupati. Ma andate a vaffa…

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