Conti in rosso all’Atm Messina? Ex amministratori al contrattacco

Conti in rosso all’Atm Messina? Ex amministratori al contrattacco

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Conti in rosso all’Atm Messina? Ex amministratori al contrattacco

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mercoledì 10 Luglio 2019 - 07:43

Sotto la sigla del movimento politico “Messinaccomuna”, l’ex sindaco Renato Accorinti, e gli ex assessori Guido Signorino e Sergio De Cola smontano la tesi accusatoria di Cisl-Faisa-Ugl-Orsa ,

Gli ex amministratori di Palazzo Zanca rispondono alle accuse ricevute dai sindacati Cisl-Faisa-Ugl-Orsa in merito alla situazione finanziaria dell’Atm. Sotto la sigla del movimento politico “Messinaccomuna”, l’ex sindaco Renato Accorinti, e gli ex assessori Guido Signorino e Sergio De Cola smontano la tesi accusatoria delle quattro sindacali, vantandosi di aver “risuscitato un servizio pubblico inesistente” e di aver “saputo far valere in giudizio i diritti dell’azienda e della città” con riferimento alla sentenza del tribunale dei rimborsi chilometrici da parte della Regione.

Rimborsi della Regione e conti in rosso

“ATM –si legge nel comunicato – ha percorso i chilometri previsti nel contratto di servizio. Ne avesse percorso di meno, non avrebbe potuto ricevere dal Comune i trasferimenti pattuiti nel contratto di servizio. Il servizio reso ai cittadini è stato pagato correttamente dalla città, per la parte prevista”.

A proposito dei conti in rosso, Accorinti , signorino e De Cola replicano: “Dati alla mano, i bilanci, approvati dal Collegio dei revisori, negli anni 2013-2016 sono stati in pareggio (con lieve attivo), per cui non hanno aggiunto un bel niente al passivo aziendale (riducendolo, anzi lievemente). Le criticità evidenziatesi nel 2017 erano state oggetto di attenta valutazione da parte della Giunta Accorinti, che nel piano di riequilibrio a venti anni illegittimamente bocciato dal Consiglio, aveva rivisto l’impegno di risparmio richiesto alla stessa. I solerti sindacati continuano a non leggerli, i bilanci, visto che (scimmiottando Campagna) si fermano solo sul lato passivo, senza considerare i crediti (ritenuti “certi” dai Revisori, e come tali tenuti in bilancio)”.

La liquidazione

“La stessa delibera di liquidazione prodotta dall’Amministrazione De Luca e dall’ATM di Campagna (e compagni) – continuano – dice che lo “squilibrio debiti-crediti” è pari a circa 29 milioni. Questi debiti che “bollono” l’azienda non sono ascrivibili alla gestione dell’Amministrazione Accorinti, se non per il deficit 2017, ma come mostra la sentenza, la gestione sarebbe in attivo se la Regione avesse fatto il proprio dovere”.

Il confronto mancato

“Quanto alla richiesta di “dati ufficiali”, da contrapporre a quelli dell’Amministrazione, ripetiamo ai sindacati – proseguono Accorinti , Signorino e De Cola – che li hanno già in mano: sono i bilanci aziendali e la delibera di liquidazione dalla Giunta redatta in collaborazione con l’azienda. Basta saperli leggere. Sono gli stessi dati pubblicamente richiamati in varie occasioni nei giorni del dibattito sul “Salva Messina dal Salvamessina”. Ripetutamente è stato chiesto un confronto pubblico con De Luca sui conti del riequilibrio e dell’ATM; De Luca rifiutò. Come rifiutò sdegnosamente identica richiesta avanzata in Aula dal Consigliere La Tona, sollecitato proprio dagli interventi pubblici sui conti del Comune e dell’azienda. Sarà sfuggito a chi era troppo impegnato ad attendere la “spaghettata” frutto del negoziato sui destini dell’azienda e sul futuro della città. Di fronte a questi rifiuti, messinAccomuna indisse il 27 ottobre 2018 un affollatissimo confronto pubblico sui conti al Salone delle Bandiere. I solerti sindacati non parteciparono (e De Luca, ça va sans dire)”.

“I solerti sindacati- concludono gli ex amministratori – non riescono a dire che il giudizio pronunciato dal Tribunale di Messina è una pietra miliare che chiarisce la correttezza di una interpretazione non sostenuta dall’attuale dirigenza, che avrebbe ritenuto accettabile e corretto un trattamento discriminatorio ai danni dell’azienda e di Messina. Peccato”.

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