La Stu Tirone: "Giunta inadempiente, danni gravissimi". Diffida da 5 milioni

La Stu Tirone: “Giunta inadempiente, danni gravissimi”. Diffida da 5 milioni

Rosaria Brancato

La Stu Tirone: “Giunta inadempiente, danni gravissimi”. Diffida da 5 milioni

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mercoledì 24 Gennaio 2018 - 04:34

La società, dopo 5 anni di paralisi, presenta il conto al Comune: "Il comportamento omissivo ed inadempiente ci ha causato danni gravissimi per 5 milioni di euro". Commenta Nino Carreri, Sicilia Futura: "La città paga i danni di questa amministrazione"

Quasi 16 anni dopo l’aggiudicazione del bando per la costituzione della STU TIRONE, dopo anni ed anni di rinvii, rimpalli, inerzie, omissioni, alibi burocratiche, la FC & RR associati (il cui rappresentante legale è Francesco Cavallaro) dice basta ed invia un atto di diffida all’amministrazione comunale con una richiesta, tra costi sostenuti e danni, di 5 milioni di euro. Un conto salato che poteva essere evitato.

Il bando risale al 2002, quando il comune decide di individuare una società partner per la riqualificazione ed il recupero del Tirone. Nel bando venivano indicati gli obiettivi minimi che la società avrebbe dovuto conseguire evidenziando anche le prescrizioni accessorie che sarebbero state a carico di chi avrebbe vinto la selezione.

Gli obiettivi minimi erano: Restauro Monastero- Realizzazione Servizi-Opere di urbanizzazione- Restauro Edifici privati -Contributi restauro- Interventi edilizia sociale

(per una previsione di spesa preliminare che in lire ammontava a 75 miliardi).

Nel 2003 nasce la Tirone spa (che poi diventerà STU Tirone) con il 70% del capitale societario in capo ai soci privati e il 30% in capo al Comune.

Il bando e le successive disposizioni dell’amministrazioni prevedevano una serie di interventi a carico dei privati, con l’obiettivo della riqualificazione dell’area e la realizzazione di alcuni servizi, come ad esempio il parcheggio multipiano, il recupero della galleria Santa Marta per la riapertura al traffico. Dopo la firma all’accordo di programma, nel luglio del 2009, la società avvia in soli 5 mesi l’iter per la presentazione dei progetti nonché le attività di rilevazione, le indagini geotecniche, archeologiche, ed elaborazione dei progetti di livello definitivo dei singoli interventi.

Passano gli anni e si accumulano una serie di ritardi, ma, evidenzia la STU nella diffida trasmessa il 19 gennaio, lo stop arriva con l’insediamento dell’amministrazione Accorinti che al colpevole ritardo degli anni precedenti “ha sostanzialmente e successivamente omesso di adempiere a tutti gli obblighi derivanti dagli atti ed impegni sino ad allora assunti”. L’ingegnere Pizzino, il 16 luglio 2013, con determina dirigenziale aveva approvato TUTTI i procedimenti autorizzativi previsti dall’accordo di programma, dando quindi mandato allo STU “di redigere "senza indugio" il piano industriale in conformità alle linee guida già approvate”.

Ma dal mese di agosto la giunta Accorinti cambia idea, sospende la determina e rinvia l’esame della bozza di piano industriale sine die annunciando di voler "approfondire l'argomento" nonostante un espresso atto di indirizzo del Consiglio comunale che invitava la giunta a procedere.

Dal 2013 in poi, per gli altri 4 anni “ il comportamento inerte (ove non colposamente dilatorio) di Codesta Amministrazione- si legge nella diffida- ha costretto la società all'immobilismo e al conseguente danno per mancato raggiungimento dello scopo sociale; a causa di questi comportamenti sono spirati inutilmente i termini previsti sia di durata della STU, sia alla convenzione”.

Nella diffida la società ricorda come nel settembre 2016 l’amministrazione abbia deliberatamente "escluso" un progetto proposto dalla società per realizzare alcune parti di restauro di beni culturali presenti nell'area di trasformazione dalla candidatura per il Piano delle Periferie di iniziativa governativa, preferendo candidature di altri concorrenti pur successive nella graduatoria che l'apposita commissione aveva stilato sulla base di un bando pubblico. La vicenda di Capacity scatenò polemiche tra Consiglio e amministrazione di brevissima durata, né però la STU fece alcun ricorso al Tar.

Nel 2017 intanto uno dei soci si è rivolto al Tribunale di Palermo per chiedere la liquidazione della società, alla luce della decorrenza dei termini di durata nonché dell’impossibilità di operare (l’udienza si è tenuta il 12 gennaio 2018).

I comportamenti sinora descritti costituiscono palese inadempimento alle obbligazioni tutte assunte da Codesta Amministrazione, che ha arrecato gravissimi danni economici alla scrivente società, e ciò sia direttamente sia quale socio della STU”.

Da qui la richiesta a titolo di danno e di indennizzo pari a 4.953.898,67 oltre agli interessi moratori ed agli oneri fiscali.

Il Tirone, 16 anni dopo quel bando, è ancora nelle stesse condizioni di allora.

Tanto tuonó che piovve!- commenta il capogruppo di Sicilia Futura Nino Carreri, che più volte ha sollecitato l’amministrazione a dare risposte- Sono mesi che vado ripetendo che alla fine la STU Tirone avrebbe presentato il conto all'amministrazione Accorinti…ed è successo! Cinque milioni di euro, IN DANNO ALLA CITTÀ, per la sciagurata scelta di non decidere sulla convenzione. Di certo non sarà il consiglio comunale ad assumersi la responsabilità di questo disastro, causato dall'azione dilatoria della giunta Accorinti che attraverso aggiornamenti e richieste di modifiche varie ha prolungato talmente tanto la decisione da produrre questa messa in mora da parte della STU Tirone con tanto di risarcimento. La strategia accorintiana oramai è consolidata! Mentre ci tengono impegnati a discutere di emergenze, che emergenze non sono, nel totale silenzio, producono danni! La sempreviva discussione sull'isola pedonale è il calzante esempio di come siano bravi, Accorinti & co., a spostare il dibattito su argomenti secondari mentre, in solitaria sede, assumono decisioni, a dir poco, letali!”.

Una “strategia” della distrazione le cui conseguenze saranno pagate in futuro.

Il conto nel frattempo c’è chi l’ha presentato: la STU Tirone. Quasi 5 milioni di euro per 5 anni di silenzi e rinvii.

Rosaria Brancato

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