Fiera, D’Amore non fa sconti: «Comune, Provincia, Regione e Autorità Portuale responsabili del tracollo dell’Ente»

Fiera, D’Amore non fa sconti: «Comune, Provincia, Regione e Autorità Portuale responsabili del tracollo dell’Ente»

ELENA DE PASQUALE

Fiera, D’Amore non fa sconti: «Comune, Provincia, Regione e Autorità Portuale responsabili del tracollo dell’Ente»

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venerdì 20 Aprile 2012 - 14:28

Nel corso della conferenza di addio, il commissario “spara a zero” su quanti, a vario titolo, avrebbero volutamente portato la Fiera sull’orlo del baratro: «Farò ricorso alla magistratura, è tempo che tutti paghino». Intanto i dipendenti preannunciano l’assemblea permanente

Otto mesi, forse nove. I tempi sono quelli di una gravidanza, gli stessi che potrebbero essere sufficienti alla città di Messina per vedere nascere, anzi rinascere, la propria Fiera. Ne è convinto il commissario dell’Ente Fiera Fabio D’Amore, che come anticipato nell’articolo di questa mattina (vedi correlato), nel corso dell’infuocata ed attesa conferenza stampa ha salutato gli uffici di viale della Libertà, non mancando però di “sparare a zero” su tutti gli attori, in questo caso antagonisti, di una vicenda che rischia di portare alla liquidazione dell’Ente. Ma come spiegato da D’Amore, il cui mandato scade oggi e a cui rimangono gli ultimi 45 giorni in regime di prorogatio, non è detta l’ultima parola. Tutto dipenderà dai nuovi assetti politici che si delineeranno, appunto, da qui ai prossimi mesi. «Se le cose andranno come devono andare – ha affermato – tutti coloro che fino ad oggi, per via della loro appartenenza politica, ovviamente contraria alla mia, hanno remato contro gli interessi di questa realtà, ma soprattutto dei suoi dipendenti, non avranno più possibilità d’azione». D’Amore che motiva la ragione del suo addio con i prossimi impegni elettorali, «a differenza di altri non voglio incorrere in una incompatibilità di ruoli», analizza punto per punto le questioni che hanno spinto l’Ente verso il baratro: dalle più recenti, l’emendamento bocciato all’ultima finanziaria regionale, alle più antiche, che coincidono con l’inizio del suo mandato. E lo fa chiamando in causa i soci “storici” Comune e Provincia, la Regione più nemica che alleata, l’Autorità Portuale proprietario delle aree di viale della Libertà.

COMUNE E PROVINCIA

Ma partiamo da “casa nostra”. È sui mancati versamenti di palazzo Zanca e palazzo dei Leoni, che D’Amore riserva l’affondo più pesante: «Fino all’ultimo giorno in cui sarò seduto su questa poltrona, farò il possibile affinché quanti hanno impantanato la Fiera rispondano civilmente, con il loro patrimonio, del danno arrecato. Confido nell’operato della magistratura, a cui ho deciso di rivolgermi. E lo faccio basandomi su carte che testimoniano la precisa volontà di ostacolare il percorso di risanamento dell’Ente, che contando sole sulle proprie forze è riuscita comunque a saldare parte dei propri debiti». Il commissario, in particolare, concentra l’attenzione su carte della Provincia Regionale (vedi in basso l’intervento del consigliere Roberto Cerreti) da cui, a detta di D’Amore, si evincerebbe l’evidente intenzione di non versare le somme dovute: «E che dire poi – aggiunge – delle quote che Comune e Provincia hanno puntualmente versato fino all’ultimo mandato del commissario Peppe Grazia (area Pdl), e che invece dal momento del mio insediamento non sono più arrivate».

REGIONE

Toni duri anche per il governo regionale. «Anche questa – commenta D’Amore – è una situazione anomala. Nei primi sei mesi del mandato, con l’assessore Di Mauro, abbiamo ottenuto somme fino a 400 mila euro. Da quel momento in poi più nulla, con un’ulteriore aggravante: la banca a cui ci siamo rivolti non ci ha più concesso il fido (due milioni di euro), perché la Regione non ha nominato il presidente del collegio dei revisori e mancando in bilanci (non più approvati dal 2004) è mancata la garanzia fideiussoria». D’Amore, pur ribadendo il ruolo della Regione, che ricordiamo non essere socia dell’Ente (a differenza di Comune e Provincia), evidenzia però la differenza di trattamento con la Fiera di Palermo, dove invece, i finanziamenti, nonostante la ben più complessa situazione debitoria, non sono mancati.

AUTORITA’ PORTUALE

Per il pagamento delle aree, dal 1991 di proprietà dell’Autorità Portuale, la Fiera sborsa ogni anno 650 mila euro, cifra pagata per padiglioni praticamente inutilizzabili. «Abbiamo fatto diverse proposte, su tutte quella della Cittadella sempre aperta, che avrebbe consentito di usufruire degli spazi, organizzare eventi ed avere delle entrate, ma non è mai stata perseguita. Adesso attenderemo delle risposte dal futuro presidente ma in ogni caso ci vorrà ancora del tempo. Le idee non mancano, ma ci è sempre stato impedito di metterle in pratica».

DIPENDENTI

L’ultimo e più “ingarbugliato” nodo, attiene però alla situazione del personale, 13 unità in totale: «Dico ai dipendenti di non disperare, perché nel caso in cui non dovesse proseguire l’attività dell’Ente, esiste l’art.1 della legge denominata “Proroga di contratti di personale a tempo determinato, misure urgenti a sostegno dell’occupazione 2010”, in cui è stato approvato un emendamento che formalmente presentato dall’onorevole Riccardo Savona (presidente della commissione bilancio all’Ars) e concordato con l’on. Cateno De Luca, che prevede l’estensione della disciplina prevista per il personale dell’area RESAIS Spa, al personale dell’Ente Fiera di Messina e dell’Ente Fiera Mediterranea di Palermo. A meno che non si voglia commettere l’ennesima vergogna cancellandolo, i dipendenti hanno garanzie ben precise». Garanzie che tuttavia sembrano rassicurarli poco, visto l’intervento (successivo a quello di D’Amore) del rappresentante dell’Ugl, Dario Ferro, che ha annunciato, dal prossimo 27 aprile, il blocco totale di tutta l'attività da parte dei dipendenti, pronti a protestare ovunque.

Nonostante la strada che da qui a qualche settimana D’Amore osserverà da lontano sia tutta in salita, il quasi ex-commissario vede luce in fondo al tunnel. «Ci vorrà del tempo, ma ribadisco che se la Fiera supererà i prossimi mesi potrebbe farcela. E’ vero, l’assessore Venturi lo scorso 18 aprile ha inviato una lettera in cui si scrive che le criticità dell’Ente spingono verso l’ipotesi di scioglimento, ma prima vanno fatti tutti i tentativi per salvare il malato. La Fiera deve essere messa nelle condizioni di poterlo fare, ma perché ciò avvenga bisogna smettere di farne solo una questione di appartenenza di politica e considerarla come una vera possibilità di sviluppo per la città». (ELENA DE PASQUALE)

3 commenti

  1. Anzichè attaccare, D’Amore dovrebbe proporre qualcosa per il rilancio della fiera. Gli eventi estivi, seppur negli ultimi anni sono stati di buona qualità, da soli non possono giustificare la spesa annuale. La chiusura è la soluzione migliore.

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  2. Effettivamente hai ragione. Cosinderando che il 70% del quartiere fieristico è da rifare..che comunque un fondo di verità su queste affermazioni c’è,sul fatto che la regione cerca sempre un modo come un altro per inchiappettare la nostra città (riuscendoci tra l’altro egregiamente visto il supporto della deputazione messinese a palermo..o al senato) e se consideri che volendo D’Amore visti i trascorsi politici volendo potrebbe essere o è una persona scomoda per la politica cittadina.

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  3. adesso non spara più a zero??

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