Pianta organica del distretto giudiziario messinese. Una mozione all'Ars e un'interrogazione al ministro

Pianta organica del distretto giudiziario messinese. Una mozione all’Ars e un’interrogazione al ministro

Pianta organica del distretto giudiziario messinese. Una mozione all’Ars e un’interrogazione al ministro

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mercoledì 12 Ottobre 2016 - 14:46

Mozione presentata all’Ars sulla riduzione delle piante organiche dai parlamentari regionali messinesi, Filippo Panarello (primo firmatario) e Giuseppe Laccoto (PD), Giuseppe Picciolo e Marcello Greco (Drs), Carmelo Currenti e Giambattista Coltraro (SD), Bernadette Grasso (Grande Sud - Pid) e Nino Germanà (Ncd). Il deputato nazionale Vincenzo Garofalo presenta una interrogazione parlamentare al Ministro delle giustizia.

“Il governo della Regione e la presidenza dell’Ars intervengano sul governo e sul parlamento nazionale perché venga modificato lo schema di proposta presentato dal Ministero di Giustizia sulla pianta organica del distretto giudiziario di Messina e per sollecitare, piuttosto che una riduzione, un aumento degli organici necessario per abbattere il contenzioso civile, assicurare una più efficace azione nel campo penale e garantire un’adeguata risposta alle esigenze di giustizia della comunità messinese”. Lo chiedono, in una mozione presentata all’Ars, dai parlamentari regionali messinesi, Filippo Panarello (primo firmatario) e Giuseppe Laccoto (PD), Giuseppe Picciolo e Marcello Greco (Drs), Carmelo Currenti e Giambattista Coltraro (SD), Bernadette Grasso (Grande Sud – Pid) e Nino Germanà (Ncd).

“Il Ministero della Giustizia – si legge nella mozione – ha predisposto uno schema di decreto delle piante organiche degli uffici giudiziari giudicanti e requirenti che comporterebbe una riduzione di 6 magistrati nel distretto giudiziario di Messina. La riduzione interviene in un distretto giudiziario dove, più volte, sono state accertate gravi carenze di organico in rapporto al carico di lavoro sia nel settore civile che in quello penale. In materia civile, sulla base dei dati del ministero, il distretto di Messina – tenendo conto del rapporto tra organico e contenzioso – risulta uno dei più oberati d’Italia, sia per le pendenze che per le sopravvenienze, nonostante l’elevata produttività dei magistrati. In materia penale le iniziative giudiziarie di contrasto alla criminalità organizzata, hanno comportato un notevole carico di lavoro, purtroppo destinato a continuare per il perdurare del fenomeno, come è dimostrato da recenti gravi episodi. Bisogna inoltre tenere conto – proseguono i deputati – delle incombenze che, sul piano giudiziario, determina l’ondata migratoria, particolarmente intensa negli ultimi anni e destinata a durare”.

“Non vanno sottovalutate – è scritto ancora nella mozione – le caratteristiche peculiari del distretto di Messina, in particolare l’elevata estensione territoriale (a cui fa fronte una rete viaria e ferroviaria non adeguatamente sviluppata); l’ingente numero di comuni (105), dalla cui attività amministrativa deriva una significativa componente del contenzioso; la presenza di numerosi presidi sanitari, che determina un elevata incidenza dei procedimenti civili e penali per responsabilità professionale (notoriamente di alta complessità); la presenza, nell’area del milazzese, di diffusi insediamenti produttivi e commerciali, il cui sviluppo non può certo essere ulteriormente penalizzato da una risposta non adeguatamente tempestiva alla specifica domanda di giustizia ad essi riconducibile; la vasta diffusione di multiformi criticità ambientali (derivati dalla presenza di contesti di particolare pregio, quali i comprensori di Taormina e delle isole Eolie ed il Parco dei Nebrodi, di diverse discariche e numerosissimi depuratori, dislocati lungo l’ampia fascia costiera, di ampie aree forestali, sovente interessate da incendi, nonché di un vasto polo industriale nell’area di Milazzo), dalle quali scaturiscono procedimenti che si caratterizzano anch’essi per la trattazione particolarmente impegnativa”

“Si è diffusa nell’opinione pubblica una forte preoccupazione per gli effetti che la paventata riduzione avrebbe sui cittadini che aspirano, legittimamente, ad un potenziamento degli uffici giudiziari per ottenere risposte tempestive alla domanda di giustizia. La prevista riduzione degli organici ha determinato, oltretutto, una reazione negativa da parte del consiglio giudiziario, del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati e della sezione distrettuale dell’ANM- Alla luce di tutto questo – concludono i parlamentari regionali – i criteri che avrebbero determinato la proposta del Ministero appaiono incongrui e comunque fortemente penalizzanti per il distretto di Messina”.

"Con quale criterio di razionalità e, soprattutto, di efficienza, il Ministero ipotizza di ridurre di quattro unità il numero dei giudici del distretto di Messina?" Questa la domanda posta dal vicepresidente della commissione trasporti della Camera dei deputati, Vincenzo Garofalo, al ministro della giustizia in una interrogazione parlamentare presentata ieri alla Camera. "Ho partecipato all'assemblea straordinaria convocata dall'Ordine degli avvocati e sono rimasto colpito dalle incongruenze denunciate tra le premesse della riforma e le modalità con le quali viene attuata che sembrano tradirne lo spirito. Il decreto – evidenzia il deputato – parte dal presupposto di tener conto "dell’incidenza della criminalità organizzata nell’ottica di salvaguardare la complessiva efficacia dell’intervento giudiziario" ma, nei fatti, premia alcuni tribunali limitrofi (come quelli Catania e Reggio Calabria) con la previsione di sensibili aumenti d’organico, omettendo di considerare che Messina ha le medesime esigenze e subisce – con maggiori aggravi processuali – la medesima realtà criminale, posta com’è al crocevia tra la mafia palermitana e la ‘ndrangheta calabrese. Così facendo viola il principio di omogeneità del trattamento regolando con criteri disomogenei situazioni analoghe. Quanto denunciato dall'Ordine degli avvocati desta preoccupazione e merita approfondimento e chiarezza in relazione al criterio seguito per questa riforma.

I tagli previsti appaiono illogici anche in relazione al fatto che, già oggi senza i tagli, ogni giudice civile del distretto di Messina, pur vantando un indice di produttività superiore alla media nazionale, riesce a smaltire 500/550 cause ogni anno e, invece, ha un ruolo personale con un carico medio di 1.400/1.500 cause e una sopravvenienza annuale di 400/500. E non può lasciare indifferenti quanto dichiarato dal presidente del tribunale di Messina che ha chiarito come, se la riforma venisse attuata, non sarà più in grado di soddisfare le richieste di giustizia della cittadinanza. A questo – continua Garofalo – si aggiunge anche il continuo aumento, a Messina, del flusso migratorio che va gestito anche dai magistrati. Alla luce delle criticità riscontrate – conclude Garofalo nella sua interrogazione – chiedo al Governo di valutare se non sia il caso di invertire il segno dell'intervento disponendo un aumento anziché la diminuzione dell'organico attualmente prevista".

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