Decreto del fare, la mediazione torna obbligatoria

Decreto del fare, la mediazione torna obbligatoria

Decreto del fare, la mediazione torna obbligatoria

Tag:

venerdì 21 Giugno 2013 - 10:38

Con l'approvazione in Cdm del Decreto Fare torna la mediazione civile obbligatoria. Di seguito la nota integrale del presidente dell'ADR Mediazione Facile di Messina

Dal presidente di ADR Mediazione Facile di Messina, Letterio Nathan Catalfamo, riceviamo e pubblichiamo:

“Ripristinato con il “decreto fare” del C.d.M. del 15/6/2013 l’obbligo della mediazione come condizione di procedibilità dell’azione civile.
Dopo la dichiarazione di incostituzionalità della mediazione per eccesso di delega, con cui il Giudice del diritto con un laconico comunicato del 6 dicembre 2012 ne aveva sancito la sua dipartita (in realtà tutti sapevano che era stata censurata soltanto un vizio di legittimità formale di quella parte del decreto 28/2010 che ne aveva disposto l’obbligatorietà), ecco che improvvisamente si riaccendono i riflettori sulla mediazione obbligatoria, che si riaffaccia all’opinione pubblica con un rinnovato look, inserita in decreto legge, il cui titolo è già tutto un programma “Decreto Fare”, e nella sua nuova ed imprevedibile versione bipartisan.
A prima lettura, infatti, la mediazione si presenta meno invasiva, più conciliante, quasi a voler suggellare un armistizio, un trattato di pace tra coloro che ieri si dichiaravano fermi oppositori dei sistemi di risoluzione alternativa delle controversie e color che invece per primi, sin dai suoi primi gemiti, ne avevano intuito la vera essenza.
Insomma una stretta di mano tra l’avvocatura più oltranzista, meno incline ai cambiamenti, e la nuova categoria di giovani professionisti: i mediatori/avvocati.
La coperta sembra essere ora diventata un po’ più lunga: tutti gli avvocati iscritti all’albo sono mediatori di diritto. La mediazione si svolge con la partecipazione degli avvocati che devono sottoscrivere il verbale di accordo. Una sorta di mediazione assistita.
L’art. 8 al primo comma del decreto obbliga, infatti, il responsabile dell’organismo a fissare, non oltre trenta giorni dal deposito della domanda, un primo incontro di programmazione, in cui il mediatore designato deve verificare con le parti la possibilità di proseguire il tentativo di mediazione.
Riconfermate tutte le materie precedentemente oggetto di obbligatorietà, con esclusione del risarcimento del danno derivante da circolazione di veicoli e natanti.
Più poteri al giudice che “può disporre” e non semplicemente “invitare” le parti all’esperimento del procedimento di mediazione, che diventa condizione di procedibilità della domanda giudiziale, previa indicazione dell’organismo. Sanzioni per chi, senza giustificato motivo, non si presenta in mediazione. Ma anche più incisività alla proposta del mediatore che, se corrispondente alla sentenza, comporterà conseguenze economiche a carico della parte che l’ha rifiutata (che non si vedrà rimborsate le spese, rischiando pure la condanna al rimborso di quelle sostenute dalla controparte), ed inoltre il pagamento di un’ulteriore somma di importo corrispondente al contributo unificato dovuto.
Il termine di durata del procedimento, infine, si riduce da quattro a tre mesi, ed anche le competenze per indennità subiscono flessioni verso il basso.
Vedremo quali saranno adesso le reazioni dell’avvocatura e della autorità giudiziaria, se si perderà ancora una volta l’occasione di rendere più civile ed europeo questo paese che, vittima dei propri stereotipi, fatica a tenere il passo con i tempi e con il resto del mondo, miope al punto tale da non vedere il cambiamento epocale di un sistema giustizia in default.
Un milione di procedimenti arretrati, condanne per lungaggini processuali imposte dall’EU, fuga di investitori: questo è il quadro di un’Italia che pian piano sta affondando, e questi sono sono soltanto alcuni dei buchi neri del nostro Paese. Il magico cocktail del C.d.M. sarà in grado di ridare slancio ad una giustizia stagnante, puntando ancora una volta su sistemi ADR (Alternative Dispute Resolution) che per quanto criticabili possano essere, di fatto essi hanno allentato per qualche anno la morsa dei procedimenti civili iscritti.
Che non sia veramente arrivato il momento di cambiare rotta!”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007