Direttivo della Fim Cisl sulla condizione dell’area industriale di Milazzo

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lunedì 30 Luglio 2012 - 15:10

Per i rappresentanti sindacali Genovese e Alibrandi, necessario favorire investimenti e puntare sul lavoro produttivo nel rispetto dei parametri ambientali

“La zona industriale di Milazzo sta morendo. I segnali sono ormai che la crisi non è più solo grave, è quasi irreversibile”. Allarme e preoccupazione arrivano dal Consiglio provinciale della Fim Cisl di Messina che si è tenuto questa mattina presso il Salone del Teatro Don Orione alla presenza del segretario regionale Salvatore Picciurro e del segretario generale della Cisl di Messina Tonino Genovese. Dati evidenziati da Nino Alibrandi, segretario provinciale della Federazione Metalmeccanici che ha acceso i riflettori sull’unica area industriale della provincia.

“Si registrano difficoltà in quasi tutte le aziende, difficoltà crescenti dovute alla crisi ma anche alla pressione fiscale a carico delle imprese e dalla notevole riduzione del credito bancario verso le aziende – ha spiegato Alibrandi – Alla Duferdofin Ducor 160 su 170 dipendenti sono in cassa integrazione per mancanza di ordini. Lo stabilimento chiuderà la prossima settimana per le ferie estive programmate ma nel mese di agosto è già fissato un incontro per capire quali siano le possibilità per il rientro del personale dopo le ferie o se sarà necessario proseguire la cassa integrazione. La Duferdofin – continua Alibrandi – aveva sinora gestito la situazione di difficoltà che, adesso, si è aggravata e da qui nasce la preoccupazione del sindacato anche se l’azienda sta investendo ancora per uscire al più presto dallo stato di crisi”. Non solo Duferdofin, però. Alibrandi ha portato ad esempio del direttivo altri due casi: “La OMS di Giammoro – ha detto – con 80 dipendenti in cassa integrazione da un anno e il volume di lavoro ridimensionato a tal punto da non poter garantire la piena attività lavorativa di tutto il personale. E la Raimondi di Giammoro che effettua lavorazioni in alluminio e ha attivato la cassa integrazione straordinaria di 12 mesi per 40 dipendenti a causa del calo di commesse legato alla crisi del mercato dell’edilizia pubblica e privata”.

“I problemi sono gli stessi per tutte le aziende e per tutti i settori – ha detto Antonino Alibrandi, segretario provinciale della Fim Cisl – a Messina e nella zona industriale di Milazzo paghiamo anche una difficoltà finanziaria legata alla liquidità che non consente alle imprese di programmare e di investire anche a breve termine. Le aziende sono costrette a vivere alla giornata. Se le istituzioni, se il mondo politico non comprende che il grave processo di crisi si deve combattere insieme evitando polemiche sterili e populistiche oggi fuori dalla realtà e dalla drammaticità che vivono i lavoratori su cui ricadono le difficoltà del mercato e la pressione fiscale che stanno causando il collasso del mondo industriale. Bisogna investire sul lavoro produttivo, con una soluzione che possa coniugare industria e ambiente”.

E’ andato oltre il semplice allarme il segretario generale della Cisl di Messina Tonino Genovese che ha individuato il percorso da intraprendere. “Valorizzare l’area ASI – ha proposto Genovese – bisogna avviare un confronto con Asi, Regione e comuni interessati per arrivare alla stipula di un Patto che porti nuovi insediamenti, che avvii una fase di sviluppo per attrarre investimenti. Serve riorganizzazione, riqualificazione, l’utilizzo delle aree vuote o dismesse. Far diventare il lavoro industriale ambientalizzato e produttivo”. Nel corso dei lavori del direttivo, il segretario regionale della Fim Salvatore Picciurro ha voluto invece porre l’accento sul rinnovo del contratto nazionale dei Metalmeccanici. “Siamo consapevoli – ha detto Picciurro – della situazione critica del paese e proprio per questo dobbiamo al rinnovo contrattuale nell’interesse dei lavoratori metalmeccanici. Malgrado le strumentalizzazioni in atto da parte degli altri sindacati, il contratto deve essere rinnovato e lo rinnoveremo”

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