Camiceria -Castello-: l'appello dei sindacati contro la chiusura

Camiceria -Castello-: l’appello dei sindacati contro la chiusura

Camiceria -Castello-: l’appello dei sindacati contro la chiusura

lunedì 21 Luglio 2008 - 10:43

Cgil, Ugl e Uil chiedono l'intervento di politica e istituzioni

«Non lasciamo morire così un’area, la sua economia, la sua gente.» Questo l’appello dei segretari di Cgil, Ugl e Uil, Franco Spanò, Costantino Amato e Nuccio Ricciarello, contenuto in una nota di oggi, relativa all’annuncio della chiusura dello stabilimento -Castello- di Brolo.

L’azienda, in piedi da 40 anni, che impiega 110 dipendenti solo nella catena produttiva, e possiede 100 negozi in Italia e Svizzera, la settimana scorsa ha convocato le organizzazioni sindacali per comunicare il drastico orientamento assunto che provocherebbe, di conseguenza, il licenziamento di tutto il personale. Una decisione giunta dopo mesi di forte calo nelle vendite, che, secondo la direzione aziendale, non si è arrestato nemmeno con i saldi.

La crisi della camiceria segue quella del call center -Radio Call Center- s.r.l., di proprietà dello stesso imprenditore Giuseppe Pizzino, che naviga nelle stesse cattive acque a causa di una crisi finanziaria. Complessivamente tra dipendenti diretti, personale addetto alla vendita e distribuzione e collaboratori, la chiusura dell’azienda e del call center lascerebbe a casa più di 300 persone. Anche se per il settore vendita della camiceria ci sarebbe tempo fino alla prossima estate.

«Il titolare dell’azienda, nell’annunciarne la chiusura, ha sottolineato la difficoltà di continuare a produrre nel settore abbigliamento qui, in Italia – spiegano i segretari dei sindacati -. È evidente che se non vogliamo ritrovarci con una crisi occupazionale irreversibile occorre studiare di concerto con le istituzioni locali e regionali una strategia di intervento.»

Cgil Ugl e Uil respingono seccamente l’ipotesi di chiusura dell’azienda e del licenziamento irreversibile dei dipendenti che sono in stato di agitazione e hanno già inviato all’Ufficio provinciale del Lavoro una richiesta di convocazione delle parti per valutare intanto la possibilità di Cassa integrazione per il personale.

Nei piani dell’azienda, infatti, lo stabilimento di Brolo dovrebbe chiudere il 31 luglio per le ferie ma non riaprire più.

«Non possiamo restare immobili ad assistere giorno dopo giorno al fallimento e alla chiusura di aziende locali e all’aprirsi di una stagione di crisi occupazionale e economica devastante – commentano Spanò, Ricciarello e Amato -. Serve un intervento deciso e congiunto di tutte le forze in campo per arginare questo fenomeno.»

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