Oceano e Foti: «La situazione rischia di precipitare, soprattutto a causa delle condizioni poste dal decreto Ronchi»
L’Amministrazione non ci ascolta? Allora lo faccia il consiglio comunale. La Cgil, unico sindacato a non aver sottoscritto il documento unitario delle altre sigle, torna sulla vertenza Atm, ricordando, con i segretari generale e del comparto trasporti Lillo Oceano (nella foto) e Pino Foti, che già «due settimane fa evidenziammo come la già drammatica situazione in cui versa l’Atm rischiasse, nel breve futuro, di precipitare ulteriormente a causa delle insuperabili condizioni che il cosiddetto Decreto Ronchi ha recentemente posto alle aziende pubbliche di trasporto locale. Il fatto che tutte le gestioni interamente pubbliche, così come detta la norma, debbano cessare al 2011, a meno che le aziende non mettano sul mercato, attraverso un apposita gara, il 40% del capitale, farà infatti sì che l’Atm, proprio a causa del suo mai avviato risanamento, non riesca ad attrarre alcun partner privato, liberando così la strada a quel vecchio, ma mai abbandonato, progetto dello spezzettamento dell’azienda e della svendita dei suoi settori più appetibili. Le conseguenze di questa insensata strategia sarebbero, a quel punto, non solo la perdita di un buon numero di posti di lavoro ed un ulteriore ridimensionamento del servizio di trasporto cittadino, ma anche, e soprattutto, un ingiustificato danno alle casse comunali che si troverebbero così a vendere al ribasso i servizi produttivi, accollandosi però gli oneri di tutte le passività passate e presenti».
«Una azienda svenduta – continuano Oceano e Foti – il dramma sociale dei disoccupati ed un servizio che, eventualmente, dovrà essere gestito da altre società, anch’esse probabilmente comunali o regionali, che per tempo però hanno avviato la trasformazione in S.p.A. e risanato i conti, a cui l’amministrazione comunale di Messina dovrà comunque corrispondere il dovuto. Un quadro, questo, che come si comprenderà, non lascia spazio ad interpretazioni o peggio ancora ad ulteriori giustificazioni, ma che imporrebbe agli amministratori di questa città l’immediata definizione, e non di meno l’attuazione, di un rapido progetto alternativo capace di scongiurare l’irreparabile. Da mesi purtroppo, e nonostante le ripetute richieste, abbiamo ribadito all’amministrazione comunale queste semplici ovvietà, invitandola ad un urgente confronto, alla quale si è continuamente ed ingiustificatamente sottratta».
La Cgil si rivolge allora al consiglio comunale, «che poco tempo addietro dedicò ben due giornate sull’argomento dettando specifici indirizzi in merito, ed i suoi organi statutariamente preposti, tornino con urgenza ad interessarsi della questione, attivando un utile confronto con le parti sociali».
