Chieste altre quattro condanne per favoreggiamento. Il processo riprenderà il primo marzo
Ergastolo per Francesco Comandè, tre anni per Nicola Rizzitano ed Edo Dzemaili ed uno per Giampaolo Restuccia e Giuseppina Bombaci, convivente di Comandè. Sono le richieste avanzate oggi dal PM Fabio D’Anna nel processo in Corte d’Assise per l’omicidio dei fratelli Carmelo e Paolo Giacalone, uccisi a colpi di pistola l’11 aprile 2006 a largo Seggiola.
Il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto il carcere a vita per Comandè, l’uomo che avrebbe sparato uccidendo i due cugini per una vendetta familiare. Gli altri quattro imputati devono, invece, rispondere del reato di favoreggiamento personale. Fra le richieste del PM anche la confisca delle somme guadagnate dalla Bombaci attraverso la Euroboys, una società di servizio ora fallita. D’Anna ha anche prodotto una nuova intercettazione ambientale. Si tratta di un dialogo fra Comandè e la sua convivente, Giuseppina Bombaci ritenuta molto interessante ai fini processuali. Se ne riparlerà il primo marzo alla ripresa del processo con le repliche dei difensori.
Il duplice omicidio dei fratelli Giacalone fu messo a segno intorno alle 13, davanti a decine di persone e pochi minuti dopo il passaggio di una scolaresca. Carmelo e Paolo Giacalone stavano eseguendo lavori di ristrutturazione di un bar che avevano appena comprato quando furono raggiunti dal sicario che li uccise a colpi di pistola.
Le indagini della Squadra Mobile, con intercettazioni telefoniche ed ambientali, consentirono di scoprire che fra Comandè e Paolo Giacalone c’erano vecchie ruggini. Quest’ultimo, infatti, non sarebbe intervenuto in difesa del cugino che aveva avuto una violenta lite con un appartenente al clan di Giostra. Paolo gli disse di sbrogliarsela da solo. Uno sgarro che Comandè non gli avrebbe mai perdonato. E così quel giorno decise di farlo fuori e per non lasciare scomodi testimoni in giro uccise anche il fratello Carmelo. Esplose 4 colpi di pistola contro Paolo ed altri 3 contro Carmelo.
Comandè, secondo l’accusa, fuggì poi con un ciclomotore condotto da Umberto Rizzitano, all’epoca ancora minorenne. Rizzitano per questo duplice omicidio è stato condannato a 18 anni di reclusione poi ridotti a 16 dalla Corte d’Assise d’appello.
