La morte di Eluana. Una riflessione

La morte di Eluana. Una riflessione

Redazione

La morte di Eluana. Una riflessione

martedì 10 Febbraio 2009 - 16:53

In Italia sono circa 2000 i casi analoghi

In Italia sono più di duemila i pazienti in stato vegetativo. Questo dato è emerso da un recentissimo monitoraggio condotto dalla commissione del Ministero della Salute per fare il punto sull’assistenza sanitaria necessaria per questi casi.

Ogni anno si calcola che su circa 20 mila persone entrano in coma per incidenti stradali o sul lavoro, per arresti cardiaci o ictus, aneurismi celebrali, intossicazioni di vario tipo. Circa un terzo ne esce senza riportare danni permanenti visibili. Il 50% circa di chi si risveglia, invece, resta disabile. Per 500 pazienti il coma evolve in stato vegetativo, più o meno lungo, solitamente definito permanente. Lo stesso identico caso di Eluana Englaro, tenuta in vita per ben 17 anni attraverso il trattamento di idratazione e alimentazione artificiale.

I centri dedicati ai pazienti in stato vegetativo cronico in Italia sono meno di quaranta, per un totale che non supera i 300 posti letto. Il 75% si trova nel nord Italia.

Non siamo medici ma, è nostra opinione personale sapere di cosa parliamo. Qui di seguito 3 casi di “alterazione di coscienza” che non abbiamo mai sentito distinguere nelle accesse discussione in Parlamento. A noi, viene il dubbio se i nostri rappresentati istituzionali sapessero che…..

STATO VEGETATIVO (il caso di Eluana): Nello stato vegetativo persistente, spesso confuso con la morte cerebrale, le cellule cerebrali sono vive e mandano segnali elettrici evidenziati in modo chiaro dall’elettroencefalogramma. Queste caratteristiche si riflettono in diverse condizioni biologiche con precisi riscontri sul piano clinico: nello stato vegetativo persistente il paziente può respirare in modo autonomo; mantiene una vitalità circolatoria, respiratoria e metabolica e un controllo sulle cosiddette funzioni vegetative (esempio temperatura corporea, pressione arteriosa, diuresi). E le sue funzioni cerebrali mantengono una certa vitalità, sebbene ridotta.

COMA: Il coma è una condizione clinica complessa, che deriva da un’alterazione del regolare funzionamento del cervello con compromissione dello stato di coscienza. Nel coma, anche nei casi più gravi, le cellule cerebrali sono vive ed emettono un segnale elettrico rilevabile attraverso l’elettroencefalogramma o altre metodiche. Il coma comprende più stadi di diversa gravità, incluso lo stato vegetativo persistente, ma è comunque una situazione dinamica, che può variare sia in senso regressivo, sia in senso progressivo. In questi casi, tuttavia, siamo in presenza di pazienti vivi, sui quali si deve attuare qualsiasi presidio terapeutico che sia in grado di curarli.

MORTE CEREBRALE: Nella morte encefalica il soggetto perde in modo irreversibile la capacità di respirare e tutte le funzioni encefaliche: non ha controllo sulle funzioni vegetative. Le cellule cerebrali sono morte, non mandano segnale elettrico e l’encefalogramma risulta piatto. In tal caso il cervello non solo è danneggiato sul piano della funzionalità e della percezione, ma anche su quello anatomico perché le cellule morte cominciano a decomporsi e gli enzimi che si liberano, conseguenza di questa decomposizione, aggrediscono e demoliscono le altre cellule innescando un meccanismo inarrestabile. La morte cerebrale è uno stato irreversibile, irreparabile e definitivo che coincide con la morte della persona.

Differenze nette, che se non prese in attenta considerazione potrebbero portare nei prossimi giorni a decisioni affrettate e a dir poco incoerenti da parte dei politici Italiani sui tre casi appena citati – avete sentito in questi giorni citare queste importanti differenze? -. Quel che rimane, di questa tragedia tutta italiana, purtroppo, è il“gioco” politico sulla sorte di una povera ragazza, contraddicendo il diritto alla vita, ed anche alla morte.

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