Operazione Sistema, richiesta di rinvio a giudizio per il reggente di Barcellona e gli altri boss della zona

Operazione Sistema, richiesta di rinvio a giudizio per il reggente di Barcellona e gli altri boss della zona

Operazione Sistema, richiesta di rinvio a giudizio per il reggente di Barcellona e gli altri boss della zona

mercoledì 18 Novembre 2009 - 14:55

I sostituti della DDA, Giuseppe Verzera ed Angelo Cavallo hanno chiesto il rinvio a giudizio per sei persone nell’ambito dell’operazione antimafia “Sistema”.

Si tratta di presunti affiliati alle famiglie mafiose di Barcellona ed Agrigento accusati di associazione mafiosa finalizzata alle estorsioni.

L’inchiesta “Sistema” è ritenuta una pietra miliare nella lotta a Cosa Nostra perché per la prima volta un imprenditore barcellonese ha deciso di collaborare totalmente con lo Stato facendo arrestate i suoi taglieggiatori.

Maurizio Marchetta, titolare con i fratelli di un’impresa edile, il 22 gennaio scorso cominciò a riempire pagine e pagine di verbali raccontato agli investigatori della Squadra Mobile di Messina ed al sostituto procuratore Verzera, un calvario durato dieci anni. La sua impresa si era aggiudicata moltissimi appalti in Sicilia ma spesso aveva dovuto versare alla famiglie locali, vicine a Cosa Nostra, una tangente pari al 3 – 4 per cento sull’importo dei lavori. Pochi giorni dopo l’avvio della collaborazione, esattamente il 17 febbraio, scattarono gli arresti. In carcere finirono il boss del clan dei “Mazzarroti”, Carmelo Bisognano, il padrino dei “Barcellonesi” Carmelo D’Amico, e Pietro Nicola Mazzagatti, ritenuto il loro referente per la zona di S. Lucia del Mela.

Chiesto il giudizio anche per i due agrigentini Vincenzo Licata e Domenico Mortellaro e per il catanese Alfio Giuseppe Castro, ritenuto uomo di Santapaola. Dei tre aveva già parlato a gennaio Marchetta ma non scattarono gli arresti. Per i due agrigentini il Gip Antonino Genovese restituì gli atti al PM dichiarandosi incompetente. L’estorsione che veniva loro contestata,infatti, era avvenuta ad Agrigento. Ma gli inquirenti hanno scoperto un nuovo taglieggiamento compiuto da Licata e Mortellaro ai danni di Maurizio Marchetta e questa volta i due si recarono direttamente a Barcellona. Poiché la Co.ge. mar. si era aggiudicato i lavori di realizzazione del secondo lotto della rete fognaria di Agrigento gli intimarono di rinunciare all’appalto.

Marchetta fu costretto ad ubbidire ed i lavori furono assegnati ad un’impresa vicina ai due boss agrigentini. Diversa la posizione di Castro per il quale la richiesta di arresto era stata respinta dal gip Genovese per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza. Ora però le nuove prove raccolte dai sostituti Verzera e Cavallo hanno portato alla richiesta di rinvio a giudizio.

Nei prossimi giorni sarà fissata la data dell’udienza preliminare.

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