Fioccano le inchieste giudiziarie che riguardano il Policlinico di Messina. Dopo quella sulla lite in sala parto, sulla morte di un bambino di sette mesi e di una sessantenne per una perforazione intestinale sono scattati gli avvisi di garanzia per una vicenda del giugno scorso.

E’ quella relativa ad una donna di L.D. 37 anni che aveva programmato un aborto terapeutico ma le cose non andarono per il verso giusto ed il feto venne alla luce nel bagno del reparto. Con lei c’era solo la madre e nessun medico. Ora il sostituto procuratore Liliana Todaro ha emesso sette avvisi di garanzia per medici ed infermieri di turno quella notte.

L’otto giugno scorso un’ecografia aveva evidenziato delle gravi patologie del feto. L’11 giugno la donna si ricoverò e la sera stessa inizieranno le contrazioni, piuttosto forti. Come indicato nella denuncia la 37enne chiese assistenza del personale medico e paramedico ma nessuno intervenne. Finalmente un infermiere la informò che i medici di guardia non sarebbero intervenuti in quanto “obiettori di coscienza” e quindi assolutamente contrari all’aborto terapeutico. Quindi la donna avrebbe dovuto attendere il giorno successivo quando sarebbe cambiato il personale di turno.

Purtroppo, dopo la somministrazione dello Spasmex la donna, accudita unicamente dalla madre, partorì il feto nel water. Il giorno dopo tornò a casa ma decise di presentare una denuncia in Procura.