Spanò (Cgil): «E' una battaglia di legalità. Non è un caso che fra qualche mese ci sono le elezioni». Licandro: «Il Rettore non si giri dall'altra parte»
Dopo l’incontro di ieri con il commissario Antonio Mira definito una “farsa-, continua la protesta degli ex precari, oggi “disoccupati-, sostenuti non solo dalla Cgil, ma anche dal partito dei Comunisti Italiani, del quale fa parte Orazio Licandro, membro della commissione Antimafia, che oggi ha voluto incontrare gli ex lavoratori.
Il segretario generale della Cgil Franco Spanò, insieme al segretario della Flc Franco Di Renzo (nella foto entrambi con Licandro), ha illustrato a Licandro la situazione, in un’assemblea nella quale ha ribadito la fermezza del sindacato nel proseguire il percorso avviato l’estate scorsa, chiarendo che «la lotta riguarda tutti i 450 precari dell’amministrazione pubblica che hanno maturato il diritto alla stabilizzazione. La condizione peggiore è quella degli ex ausiliari, che si sono trovati disoccupati la notte di San Silvestro. E’ una battaglia di legalità contro un atto scellerato. Non è civile che siano persone in condizione di precarietà da quindici, sedici, diciassette anni. Una condizione assurda determinata da una gestione politico-clientelare della cosa pubblica per fare di queste persone carne da macello. Con un cavillo si è tentato di bloccare la stabilizzazione nell’azienda sanitaria, invece che ottenerla. Nella Finanziaria 2008 ci sono elementi che solo un’amministrazione illegale ha potuto mettersi sotto i piedi». Spanò in particolare specifica le norme contenute nella Finanziaria: «non è più possibile procedere ad assunzioni a tempo determinato» e «nelle more della conclusione delle procedure di stabilizzazione le amministrazioni devono avvalersi del personale in servizio, che ha maturato i requisiti di legge stabiliti dalle disposizioni di cui alle finanziarie 2007 e 2008».
Nel mirino di Spanò anche il rettore Franco Tomasello, il quale avrebbe «espresso il cavillo più grande. Tutti sanno dell’autorevolezza che lui ha sul Policlinico, e ha avuto l’ardire di affermare che “non c’entra-. E’ un gioco delle parti che non può continuare». Spanò conclude ricordando il deficit da 22 milioni di euro maturato dal Policlinico e con una frase sibillina: «Fra qualche mese ci sono le elezioni…».
Molto determinato è apparso Orazio Licandro, il quale ammette di «aver ascoltato cose molto gravi. I sindacati usano il termine “illegalità-, per questo ho chiesto subito che mi venissero fornite tutte le carte per avere un quadro il più chiaro possibile. Il percorso che intendo seguire parte con un’interrogazione parlamentare al Governo, ai ministri interessati e allo stesso presidente del Consiglio. Se ci sono gli estremi presenterà una richiesta di intervento della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla Sanità e, eventualmente, dell’Antimafia di cui faccio parte. Se saranno documentate violazioni di legge, chiederemo l’intervento della Procura, e senz’altro starò accanto a questa gente. Al Rettore di Messina faccio un appello: non si giri dall’altra parte. Le questioni del Policlinico sono responsabilità anche degli organi di governo dell’Università. La cosa che mi convince meno? Che questi lavoratori siano stati licenziati il 31 dicembre e che il 1 gennaio ne siano stati assunti altri in base a un criterio che non conosco, proprio mentre entrava in vigore la nuova Finanziaria».
(Foto Dino Sturiale)
